Goran Trbuljak – Before and After Retrospective
La mostra si compone di un cospicuo corpus, dagli esordi alla fine degli anni Sessanta fino alle produzioni più recenti, che rappresenta l’ampio vocabolario espressivo sperimentato dall’artista: dipinti, frottage, monocromi e monogrammi, fotografie, film, libri e documentazioni delle sue azioni di strada.
Comunicato stampa
Proseguendo nell'indirizzo verso la riscoperta e la valorizzazione di artisti attivi nella scena internazionale, dal 26 gennaio al 24 marzo 2019 Villa delle Rose ospita la prima retrospettiva in un'istituzione museale italiana di Goran Trbuljak, a cura di Lorenzo Balbi e Andrea Bellini.
Promossa da MAMbo - Museo d'Arte Moderna di Bologna, la mostra segue sul piano temporale la personale dell'artista di origine croata allestita al Centre d'Art Contemporain Genève dal 30 maggio al 19 agosto 2018, cui si ricollega integrandone idealmente il percorso espositivo nel documentare le principali fasi dell'intera carriera. La mostra si compone di un cospicuo corpus, dagli esordi alla fine degli anni Sessanta fino alle produzioni più recenti, che rappresenta l’ampio vocabolario espressivo sperimentato dall'artista: dipinti, frottage, monocromi e monogrammi, fotografie, film, libri e documentazioni delle sue azioni di strada.
Goran Trbuljak (Varaždin 1948, vive e lavora a Zagabria) si inquadra nella generazione che si è formata nel contesto storico e geopolitico della Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia e ha operato nella prospettiva di superare la tradizione dei fenomeni artistici del cosiddetto “modernismo socialista” affermatosi dopo il 1950. Attivo dalla fine degli anni '60 nell'ambito dell'arte concettuale e della cosiddetta New Art Practice, si è dedicato fin dall'inizio alla ricerca di mezzi alternativi di produzione e rappresentazione dell'opera d'arte, interrogando e mettendo radicalmente in discussione il sistema dell'arte, le pratiche museali e le dinamiche del mercato.
I suoi lavori denotano una speciale capacità di toccare le nostre corde interiori grazie a una vena ironica che lo rende diverso dai numerosi altri artisti che, tra gli anni Sessanta e Settanta, hanno lavorato sulla dematerializzazione dell'opera d'arte con pratiche legate alla parola e alla performance.
Pur fondando il proprio pensiero su processi di appropriazione e decostruzione dei metodi istituzionali e curatoriali, Trbuljak non elude la questione della propria posizione e complicità con il mondo dell'arte e i suoi meccanismi. Nella consapevolezza delle contraddizioni che lo pervadono, egli non rinuncia ad esplorare continuamente le possibilità dell'arte, collocando il proprio lavoro tra la difesa appassionata del gesto artistico e la sua critica rigorosa.
L'esposizione, che è tra i main project di ART CITY Bologna 2019, si avvale del sostegno di Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna.
Cover: Goran Trbuljak
Self portrait, 1996
Fotografia in bianco e nero
Cm 46,5 x 58 cm
Courtesy Collezione Enea Righi
Photo credit: Dario Lasagni