Graham Hudson – L’oeuvre gravé
La mostra ripercorre alcune tappe della produzione grafica di Graham Sutherland, considerato uno dei capiscuola della pittura britannica contemporanea.
Comunicato stampa
La mostra, frutto dell’ormai consolidata collaborazione fra L.. I. Art e la Fondazione Archivio Afro e arricchita dalla partecipazione della Scaletta, intende ripercorrere alcune tappe della produzione grafica di Graham Sutherland. Considerato uno dei capiscuola della pittura britannica contemporanea si inserisce in
quel gruppo di artisti che conduce la propria lettura critica della tradizione pittorica non allontanandosene ma affrontandola all’interno della stessa. L’obbiettivo è quello di ritrovare la propria identità di artista nell’ambito della cultura figurativa europea rapportandola però alla realtà contemporanea. Se gli esordi
risentono degli influssi del Neo–Romanticismo inglese, dagli anni ’30 la sua pittura si carica di una drammaticità che la rendono inquietante e visionaria tanto da farla accostare alla corrente surrealista con cui condividerà la Mostra Internazionale del ’36 a Londra. Sutherland sembra collegarsi soprattutto alle fonti primarie del Romanticismo, alla poetica del “sublime, di Blake, ma nella sua declinazione più amara, un “sublime” negativo espresso attraverso dissonanze cromatiche, segni netti dove tutto appare “dramma e lacerazione” anche in conseguenza dell’esperienza della guerra. Dal 1940 al 1945 sarà infatti incaricato ufficialmente di testimoniare gli orrori del conflitto come “artista di guerra” insieme a Moore e Nash. Nascono visioni fosche e allucinate delle città distrutte dai bombardamenti e scene di vita quotidiana in cui
affiorano sconforto e devastazione. In questo periodo l'artista intensifica l'interesse per lo studio della figura umana, grazie al quale giunge alla nota Crocifissione per la Chiesa di St. Matthew di Northampton. Fama e riconoscimenti gli vengono tributati già a partire dall’immediato dopoguerra con mostre ed eventi a livello internazionale. Soggetti fantastici nati da strane metamorfosi compongono il primo bestiario realizzato nel 1968 a cui segue quello del ’79 dedicato all’opera di Apollinaire. E’ soprattutto questo aspetto che la mostra si propone di illustrare attraverso una quindicina di opere realizzate tra il ‘50 e il ’79. Si tratta di litografie in cui emerge lo stretto legame fra la sua poetica e le potenzialità insite nella tecnica utilizzata, la stratificazione cromatica e la complessità formale consentono di dar vita a quel immaginario surreale a volte cupo a volte
fantastico che traduce l’intima poesia dell’artista.