Graham Wilson / Ry David Bradley
Brand New Gallery presenta una nuova serie di opere di Graham Wilson che riguardano la vita nell’atelier e la valorizzazione del lavoro dell’artista nella personale “I Clocked Out When I Punched In”.
In contemporanea, “Where Do You Want To Go Today?”, la prima mostra in Italia che presenta i nuovi lavori – dipinti e installazioni – di Ry David Bradley.
Comunicato stampa
Nella sala principale della galleria, Wilson allestisce diversi strumenti di misurazione e demarcazione che si collocano alla base della sua pratica artistica. “Natural Motion” è un’installazione dove il numero cinque continua a ripetersi: cinque dipinti verticali e sottili sono appesi alla stessa distanza l’uno dall’altro. Ogni pannello rappresenta uno dei cinque elementi (terra, acqua, vento, fuoco e aria). Ognuno dei cinque elementi a sua volta comprende un dipinto “Alpha” ed un dipinto “Omega” che vengono esposti insieme. I dipinti “Alpha” sono caratterizzati da schizzi di vernice, mentre i dipinti “Omega” sono il risultato dell’accumulo di pezzi di colore provenienti da altre tele precedentemente dipinte. Queste opere esaminano temi quali l’intenzionalità, la produzione accidentale, le possibilità e il controllo. Mostrano l’interesse di Wilson riguardo le potenzialità offerte dai materiali e il loro riutilizzo.
Con l’opera “sic sic (th’u’s th’us’)”, l’artista riflette invece sul processo che porta alla creazione di un’opera e al concetto di “presenza”. In quest’installazione, un cero pasquale viene acceso all’inizio della mostra e si consuma progressivamente fino a consumarsi totalmente. Questa rappresentazione della “luce più brillante” viene messa in relazione ad un’altra opera “One Reason Why Five Is Important” un piccolo mucchio di sporcizia da cui germogliano dei fiori. I fiori che cresceranno da un lato e la candela che si consumerà dall’altro pongono il suolo come linea di demarcazione e punto di riferimento. A fare da eco ad entrambi I lavori, “Where ‘I’ Draw the Line” una spessa linea che, all’altezza degli occhi, attraversa tutto il muro della galleria.
Sempre nella sala principale, troviamo un orologio che l’artista ha utilizzato per tener traccia del tempo trascorso nel suo studio nell’ultimo anno e mezzo e, ammucchiati sotto l’orologio, i cartellini di presenza dove sono state segnate le ore di lavoro. L’orologio, oggi rotto, è uno strumento inutile che Wilson chiama “Institutionalized” per riferirsi alla pratica artistica secondo la quale, senza una struttura ed una funzione sistematica, un oggetto può diventare un’opera d’arte a cui vengono associati valori culturali e monetari.
Nella seconda sala della galleria l’artista presenta una serie di opere che rimandano alla tematica di “Institutionalized”. In “Self Portrait at 27” un naso rosso da clown diventa una scherzosa allusione al tentativo assurdo di trovare un posto all’interno del difficile mondo dell’arte, un mondo che troppo spesso ha la tendenza a trasformare il lavoro artistico in puro intrattenimento.
L’installazione “Something About Two Birds and One Stone” si compone di due parti: una maglietta stropicciata con il volto del curatore Jeffrey Deitch e le parole “Team Jerry” (“Ain’t No ‘I’ in ‘Team’”). Nello stesso modo, un assegno firmato dalla Gagosian Gallery, viene incorniciato e circondato da un grosso adesivo - (“Any Way ‘You’ Cut It”) - che rappresenta delle forbici e una linea da seguire per poterlo ritagliare. Wilson ironizza sul narcisismo delle celebrities e delle maggiori gallerie che condizionano le mode ed il gusto risparmiando sé stesso (il clown) da questo processo.
Gli ultimi due lavori che l’artista presenta in mostra - “Ups and Downs” - sono due trapunte dipinte che rappresentano due frecce, la prima che punta verso l’alto segue uno schema sui toni del blu, mentre l’altra che punta verso il basso utilizza quelli del rosso. La posizione delle frecce, i colori e gli schemi compositivi creano una zona di contenimento architettonico, un angolo nello spazio che rimanda alla dicotomia “sopra-sotto” delle opere allestite nella stanza principale.
Fa parte del progetto espositivo anche un video che l’artista ha pubblicato sul suo sito web dal titolo “Reaping Everything ‘I’ Sew”. 17 minuti in cui Wilson, vestito con una tuta da lavoro e delle Timberlands troppo grandi per i suoi piedi, scava una fossa nella sua terra nativa, il Kentucky. Frammenti d’oro brillano tra la sporcizia. In piedi, sopra la tomba, l’artista rifiuta di prepararsi e di stendersi al suo interno. Wilson ci ricorda così che negare i propri valori e scendere a compromessi può voler dire morire.
Testo di Rachel Valinsky
Graham Wilson
(b. 1987, Louisville, Kentucky) vive e lavora a Brooklyn, New York.
Mostre personali selezionate: nel 2016 avrà una mostra personale presso Valentin Galerie, Parigi, FR; Tired of Bal(d)ing Out, Peninsula Art Space, Brooklyn, NY (2015); Introducing Mr. Golyadkin, MonCheri, Brussels, BE (2014). Tra le mostre collettive: The Hollow Bone, Ray Smith’s Studio, Brooklyn, NY (2015); Volumes, Berthold Pott at Koelnberg, Cologne, DE (2015); To rectife a situation, Valentin, Paris, FR (2015); How to Drape the Concrete - Galerie Jeanroch Dard, Paris, FR (2015); Warp & Woof, The Hole NYC, New York, NY (2014); Amor Fati at Pioneer Works in Brooklyn, NY (2013).
WHERE DO YOU WANT TO GO TODAY?
RY DAVID BRADLEY
Bradley espone una nuova serie di opere ispirate alle località da cui provenivano gli anonimi interlocutori che chiamarono gli uffici di Microsoft nel 1996 in seguito al lancio della campagna “Where Do You Want To Go Today?”, e degli interventi pittorici su alcuni cancelli in ferro prodotti in Italia. Le opere presentate in questa mostra si collocano in continuità con il percorso intrapreso finora dall’artista. Attraverso l’utilizzo di tinture riscaldate sulla superficie sintetica scamosciata e l’applicazione di pittura spray, l’artista manifesta il suo interesse nel rinnovare, attraverso la sua tecnica, la pratica pittorica del XXI secolo.
Microsoft to Drop Its “Where Do you Want to Go Today?” Campaign
GATESVILLE, WA /DenounceNewswire/ --13 dicembre, 1996 -- Microsoft Corporation ha annunciato oggi di volere sopprimere la sua campagna “Where Do You Want To Go Today?”, definendola “di straordinario successo,” ma forse un po’ troppo “straordinario.”
Mesi fa, gli uffici di Microsoft hanno ricevuto più di 770.000 tra lettere, cartoline, fax ed email che contenevano brevi messaggi, talvolta solamente una parola. Perplesso, uno dei manager degli uffici Microsoft ha inoltrato i documenti ad un investigatore privato per individuare la causa scatenante di tutti questi messaggi. “I messaggi erano in sostanza dei nomi di luoghi, come ‘Chicago’, ‘All'angolo tra Fourth ed Elm,’ ‘Egitto’, ‘Tahiti’, ‘Ovunque tranne a Redmond,’ ‘Ulaan Baator’, e così via,” spiegò il manager perplesso.
La scoperta del mistero che ha occupato più di 800 linee telefoniche di Microsoft è avvenuta solo di recente. Le persone chiamavano ad ogni ora del giorno e della notte pronunciando brevi frasi e riappendendo la cornetta subito dopo. Gli operatori, con l’aiuto delle autorità locali, hanno registrato alcune di queste chiamate per rintracciare le misteriose persone all’altro capo del telefono.
“Ho solo risposto alla loro domanda,” rispose uno di loro, a cui era stato chiesto di identificarsi e che si era addirittura offeso per la richiesta e a cui erano stati offerti addirittura dei soldi per rispondere. “Microsoft mi ha chiesto dove volevo andare, quindi, gli ho risposto.”
A quanto pare, avevano fatto così centinaia di migliaia di altre persone.
“Lo abbiamo inteso in senso retorico,” affermò Bill Gates, presidente di Microsoft, “ma, evidentemente le persone ci hanno preso lettera. Non c’è niente di nuovo, davvero.”
Ry David Bradley
(b. 1979, Melbourne, Australia) vive e lavora tra New York e Melbourne, Australia
Ry David Bradley ha fondato il network globale PAINTED, ETC. nel 2009, è un sito interamente dedicato alla pittura contemporanea. Si è laureato con un MFA presso il Victorian College of the Arts nel 2013. Ha presentato recentemente alcune personali presso Bill Brady Gallery (Kansas City ), Tristian Koenig Gallery (Melbourne) and at Utopian Slumps (Melbourne). Prossimamente verrà pubblicato un libro da Heavy Time in collaborazione con Printed Matter (New York). Le sue opere sono state acquisite presso varie collezioni istituzionali e private.