Graziano Spinosi – Materials
Le opere in mostra, scarpe dedicate ad autori della storia dell’arte, della danza e della letteratura, sono state realizzate a Roma, al Pastificio Cerere, dove l’artista ha vissuto e lavorato a lungo
Comunicato stampa
La Galleria Santa Maria Novella a Venezia in Salizada San Samuele - San Marco, 3216 presenta, dall'11 ottobre al 9 novembre 2014, Materials, esposizione diGraziano Spinosi (testi di Raffaele Gavarro e Stefano Benni).
Le opere in mostra, scarpe dedicate ad autori della storia dell’arte, della danza e della letteratura, sono state realizzate a Roma, al Pastificio Cerere, dove l’artista ha vissuto e lavorato a lungo. “Da bambino”, dichiara l’autore, “costruivo teatrini e piccole automobili con materiali di scarto trovati per strada: legnetti, fili di ferro ossidato, cartone. Era bello questo gioco e mi perdevo, nessuna colpa ne violava l’incanto. Trascorrevo intere giornate mettendo insieme questi materiali poveri. Un filo di spago legava le ali di cartone d’un piccolo aereo alla sua fusoliera e l’aereo volava lontano. Nello studio in cui lavoro oggi ci sono gli stessi materiali e mi perdo anche ora, come allora, pur coi limiti dell’età adulta. Non so più avere l’abbandono che hanno i bambini, ma per tentare di provocarlo comincio sempre dal materiale.”
Scrive Raffaele Gavarro: “Osservando la parata di scarpe che andava pian piano aumentando nello studio di Spinosi, ho avuto l'impressione di uno speciale attrezzarsi a un viaggio, in cui il bagaglio erano quelle stesse scarpe di cui si poteva aver bisogno nel tragitto. Un viaggio a piedi, in cui i luoghi sono testimoniati dalla materia delle suole e delle tomaie, diversi per ogni luogo attraversato. Credo che questo sia stato un viaggio nell'amore e nel dolore. E non alludo solo a quello degli artisti a cui corrispondono le calzature. Queste sono le scarpe di Spinosi. È suo l'amore e il dolore di cui parlo, come è nostro nel momento in cui guardiamo quelle scarpe, immaginando la vita che hanno virtualmente portato e percependo la morte nel loro essere sotto una specie di teca museale. La regola dell’accelerazione visiva continua e a tutti i costi si frantuma su quell'attimo di fissità spazio-temporale che permette all'occhio di comunicare con l'anima dell'uomo. L'Arte molto spesso rende possibile questo.”