Informazioni Evento

Luogo
FABBRICA DEL VAPORE
Via Giulio Cesare Procaccini 4, Milano, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

Giorni festivi: 15.00-19.00
Giorni feriali: 10.00-19.00

Vernissage
03/04/2019

ore 18,30

Artisti
Greg Rook
Uffici stampa
STUDIO BATTAGE
Generi
arte contemporanea, personale

Lo spazio V&A presso la Fabbrica del Vapore presenta, per la prima volta in Italia, la mostra dedicata all’artista britannico Greg Rook, mettendo di nuovo l’Inghilterra sotto la lente d’ingrandimento, nella sua missione di ricerca e apertura rivolta alle arti visive dei cinque continenti.

Comunicato stampa

Dal 4 aprile al 5 maggio 2019 lo spazio V&A presso la Fabbrica del Vapore presenta, per la prima volta in Italia, la mostra dedicata all’artista britannico Greg Rook, mettendo di nuovo l’Inghilterra sotto la lente d’ingrandimento, nella sua missione di ricerca e apertura rivolta alle arti visive dei cinque continenti. La Mostra Honyocker segue una serie di esposizioni dedicate ad artisti internazionali quali Axis London–Milano(2017) di Alan Rankle, Emblemes du Pouvoir (2018) di Mourtala Diop, Alphatype (2019) di Lorenzo Marini, Amami (2019) di Bios Vincent.

The Cornfield

Greg Rook è nato a Londra nel 1971, ha studiato alla Chelsea School of Art, per poi proseguire al Goldsmith College, sempre a Londra. Oggi è direttore di uno dei corsi di laurea in Fine Art alla London South Bank University. Dopo il percorso di studi si è dedicato alla televisione, intraprendendo un percorso lavorativo per la creazione di documentari e serie con la BBC. È in questo frangente che realizza di volere raccontare delle storie in modo diverso, più personale: sceglie dunque di abbandonare la videocamera per tornare alla pittura. Le sue fonti d’ispirazione diventano i vecchi giornali, le fotografie, i documentari e alcune serie televisive degli anni Settanta. Survivor e The Good Life (1975) in particolare hanno avuto un forte ascendente su alcuni dei suoi dipinti più noti.
Nei suoi lavori sono ricorrenti alcune tematiche che utilizza per mettere sotto accusa, in modo velato e talvolta allegorico, la società attuale, le sue regole globali e la condotta di vita comune. Per farlo, propone dipinti in cui raffigura immagini/frame di stili di vita alternativi, in cui i dogmi universalmente condivisi – ed esasperati dopo la rivoluzione digitale iniziata nel 1990 – sono cancellati da un ritorno alla natura, intesa non romanticamente come luogo di contemplazione e di accoglienza bucolica, ma quale habitat naturale in cui l’uomo si mette alla prova con le proprie capacità per sopravvivere. Da qui il tema della wilderness (natura selvaggia), da Rook sviluppato in immagini che ritraggono scene di lavoro all’aperto nei boschi, compiute da uomini che sono intenti in attività manuali.

The ne'er-do-wells
Se a una prima occhiata possono apparire tranquille scene di vita agresti, i dipinti nascondono sempre qualcosa di inquietante, un rifiuto della società e la ricerca di modi di vita alternativi. Sono dipinti ingannevolmente benigni: la loro rappresentazione del cuore dell'America potrebbe sembrare rassicurante, forse anche celebrativa, ma in agguato sullo sfondo permane come leitmotiv una storia di violenze e illusioni, in cui i sogni di un passato idealizzato possono trasformarsi in incubi viventi.
Quella di Greg Rook è una pittura essenziale, che riporta l’uomo di fronte al proprio essere e alla propria esistenza. In questo contesto, il cowboy americano, diventa per lui l’emblema del suo “nuovo” uomo: la vita all’aperto, solitaria, e l'utilizzo delle capacità fisiche per il proprio sostentamento diventano le sue parole chiave.