Gregor Schneider – Opere da una Collezione
La mostra raccoglie alcune tra le opere più rappresentative della sua produzione degli ultimi decenni. Tutte le opere, raccolte pazientemente in Europa ed altrove con rara coerenza, passione e precisione, fanno parte di una sola Collezione privata, ritenuta a ragione tra le più importanti al mondo dedicate all’artista.
Comunicato stampa
Mercoledì 8 giugno 2016, a Torino, negli spazi di Guido Costa Projects, in via Mazzini 24, verrà inaugurata una grande mostra di Gregor Schneider, che raccoglie alcune tra le opere più rappresentative della sua produzione degli ultimi decenni. Tutte le opere, raccolte pazientemente in Europa ed altrove con rara coerenza, passione e precisione, fanno parte di una sola Collezione privata, ritenuta a ragione tra le più importanti al mondo dedicate all'artista.
Nella mostra torinese verranno proposti al pubblico esclusivamente lavori di piccole e medie dimensioni ed una dettagliata documentazione fotografica tratta dal celebre progetto HAUS u r, realizzato a Rheydt a partire dalla seconda metà degli anni '80. Il progetto, interamente ricostruito nel padiglione tedesco in occasione della 49° Biennale di Venezia del 2001, premiato con il Leone d'Oro quale miglior contributo nazionale, è ancora oggi ritenuto l'opus magnum di Gregor Schneider, nonché una tra le opere più importanti dell'arte tedesca del secondo dopoguerra.
La casa di Rheydt, sorta di versione contemporanea del celeberrimo Merzbau di Kurt Schwitters, è una sintesi unica di pittura, scultura, installazione e architettura che, in una sofisticata vertigine sinestetica, coinvolge i visitatori in un'esperienza dall'alta gradazione emotiva, facendoli partecipare di un ampio spettro emozionale, che va dalla sorpresa alla paura, dal piacere al disgusto, enfatizzando la componente voyeristica del rapporto tra arte e fruitore.
Opera ampiamente discussa, che nel tempo ha trovato strenui sostenitori e altrettanto decisi detrattori, la casa di Gregor Schneider ha assunto via via un valore iconico non soltanto all'interno della sua personale storia d'artista, ma ha anche profondamente influenzato un periodo assai fecondo dell'arte recente, in cui la passività dello sguardo del pubblico si è trasformata in interazione con le opere e in una sorta di arte partecipata a 360 gradi.
Di fronte ai lavori di Gregor Schneider non si può restare neutrali o passivi, ma, anche soltanto per fuggirli liberandosi dal loro sapore claustrofobico, occorre prendere posizione. E' una sfida di grande portata, il cui rischio, per l'artista, era quello di venir risolto in un solo, potentissimo sigillo estetico, dove opera e suo creatore diventavano inesorabilmente un tutt'uno. Un pericolo, questo, che Schneider ha risolto brillantemente grazie ad una lunga carriera, ricca di tante opere che, poco a poco, gli ha permesso di liberarsi della sue grande casa-trappola, esprimendosi in opere ugualmente potenti, realizzate negli ultimi quindici anni in giro per il mondo.
La mostra di Torino ci riporta invece per intero nell'atmosfera della casa di Rheydt, Unterheydenerstrasse, di cui vengono presentati alcuni frammenti significativi adatti a ricondurci a quella prima e stupefacente discesa negli incubi dell'artista. Sono oggetti domestici, elementi poveri di arredamento e decoro, pezzi anonimi di parete, sequenze fotografiche che illustrano la realizzazione e l'assemblaggio di alcuni ambienti: su tutto domina la presenza inquietante degli abitatori della casa, vere e proprie dramatis personae, con un nome e un cognome, una storia e delle precise parentele che li legano tra loro. Al proposito, Schneider ha sempre sapientemente utilizzato tutti i gradienti dell'ambiguità, portandoci ad immaginare nel dettaglio complicate storie di famiglia, passaggi di proprietà e misteriosi fatti di sangue. Il tutto giocato sul fio della verosimiglianza, al punto che non pochi sono stati i visitatori della HAUS u r preoccupati di disturbare la giornata di Hannelor Reuen, la misteriosa padrona di casa, introducendosi inaspettati tra le sue mura domestiche.
E' perciò con estremo piacere che proponiamo al pubblico della galleria questa rara opportunità di vedere così tante opere di Gregor Schneider, raccolte in una sola mostra al di fuori della casa di Rheydt.
My Private, la Collezione da cui abbiamo attinto nel realizzare la mostra in galleria, ha le stesse caratteristiche di unicità e complessità delle opere che ha raccolto in tanti anni di appassionate ricerche: oltre ad essere, senza dubbio alcuno, la Collezione più ricca e articolata al mondo di opere storiche dell'artista, ha saputo mantenere nella scelta dei singoli lavori un principio selettivo di altissimo rigore, riuscendo a darci un'idea del lavoro di Gregor Schneider non casuale o contingente. Una Collezione vera e vivente, guidata da precisi concetti teorici e di gusto, spesso discussi nei dettagli con l'artista medesimo.
La mostra di Gregor Schneider resterà aperta al pubblico nei consueti orari di galleria, fino al 10 settembre 2016.
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Gregor Schneider (Rheydt, 1969), è uno dei più celebri artisti tedeschi viventi. Ha esordito giovanissimo sotto la guida di Konrad Fischer, nella sua storica galleria di Dusseldorf, guadagnandosi immediatamente l'attenzione della critica e del pubblico. Ha esposto in numerosissime mostre personali e collettive in tutti i continenti, entrando a far parte delle maggiori collezioni museali al mondo e delle più prestigiose raccolte private di arte contemporanea. Poco più che trentenne, nel 2001, ha rappresentato la Germania alla 49° Biennale di Venezia, guadagnandosi il Leone d'Oro come miglior padiglione nazionale. Sebbene, nel tempo, abbia realizzato molte altre opere e altri progetti di estrema complessità, HAUS u r è ancora attiva, abitata e in continua trasformazione.