Greig Burgoyne – Classic Workout
Performance di Greig Burgoyne al Museo dell’Arte Classica, di Roma.
Comunicato stampa
Il maestoso contesto del Museo dell’Arte Classica ospiterà, a partire dalla seconda settimana di febbraio, la sezione dedicata agli eventi paralleli, Il Mondo Nuovo: The Contemplative Edge, che Camilla Boemio affianca e pone in relazione con la personale di Bruno Lisi – inauguratasi lo scorso 12 gennaio - esplorando la nozione di contaminazione in senso ampio e concettuale, in un dialogo con la storia dell'arte e in una rappresentazione dei rapporti tra artista e pubblico, corpo e tela, il simbolico e il fisico.
Ad aprire questa sezione, sarà l’artista Greig Burgoyne con Classic Workout. Whatever I do I do I cannot control what is going to happen, una performance inedita che esplorerà la connettività e/o la sua assenza, tra i luoghi, persone e azioni, che rivelano la nostra presenza. Nel sistema egemonico del capitalismo regnano le sincronicità imposte. È qui che la cultura performativa e la ricaduta che è data dall'impotenza umana si scontrano in un futuro tecnologico senza volto. Qualunque cosa facciamo prima di diventare automi, l’essere umano è un ostacolo a quel futuro digitale, essendo né abbastanza veloce, né abbastanza efficiente né abbastanza affidabile.
Come scrive Burgoyne: “la presenza è fatta di incontri. Questi incontri sono determinati dalle nostre azioni e dai nostri gesti. In un dialogo tra cose ed eventi, tra oggetto e soggetto. È lì che si formano le abitudini, ma anche dove mutano, si rompono o si disperdono”. In questa analisi performativa, Burgoyne dialogherà con il Museo dell’Arte Classica e con un gruppo di artisti, e di studenti che esploreranno il divenire confrontandosi con una serie di gesti ed articolazioni che riflettono le energie e il movimento delle figure scultoree che risiedono nei numerosi corridoi di questa vasta collezione. Il risultato non è quello di estendere l'aspetto di queste statue, ma di animare e contestare quello spazio tra oggetto e spettatore come un campo dinamico di potenziale, sorpresa e assurdità, come ci ha indicato Bertolt Brecht.
Seguirà, il 18 Febbraio, la videoinstallazione immersiva St Sebastian: Plague Memory dell'artista inglese Mathew Emmett, una performance audiovisiva che riflette sulla ricerca umana di rifugio e protezione di fronte alla paura e alla violazione.
La mostra, che segna anche la collaborazione scientifica tra due dipartimenti dell’Università di Roma Sapienza — il Dipartimento di Storia Antropologia Religioni Arte Spettacolo e il Dipartimento di Studi Europei Americani e Interculturali — sarà accompagnata da un catalogo che presenta la ricerca artistica di Bruno Lisi attraverso i testi di Camilla Boemio, Patrizia Ferri, Francesca Gallo, Francesco Moschini, Marcello Venturoli, Marisa Volpi.