Greta Affanni – Organic Flows
Venti opere, tra dipinti e disegni, narrano la poetica della giovane artista toscana, da tempo trapiantata a Bologna, dove vive e lavora.
Comunicato stampa
La galleria Maurizio Nobile inaugura nella sua sede milanese l’esposizione Organic Flows, mostra personale dell’artista Greta Affanni.
Venti opere, tra dipinti e disegni, narrano la poetica della giovane artista toscana, da tempo trapiantata a Bologna, dove vive e lavora. Poetica incentrata principalmente sulle relazioni tra natura e segno. Natura intesa sia come oggetto di contemplazione distensiva e nostalgica, ma anche come paura e rifiuto del mondo, sia esso animale o umano. Segno concepito invece come tentativo di mantenimento del contatto e del conflitto; ma anche come memoria futura, come tracciato di qualcosa che deve ancora avvenire, sia in senso positivo che negativo, come catastrofe o ricostruzione immaginaria.
Le opere eseguite da Affanni sono flussi organici (Organic Flows), espressione di una natura potente, che si manifesta ai nostri occhi senza alcuna imposizione o vincolo di espansione. Sono i segni, intellegibili e non, ad animare questi lavori al punto da diventare espressione figurativa dell’azione umana. Gli stessi invitano inoltre a una riflessione sull’impercettibile, sulla dimensione mistica di una Natura che muta e si evolve perennemente. Nelle opere di Affanni il segno manifesta la sua presenza a seconda dell’intensità con cui esso è tracciato sulla superficie pittorica. A volte capita addirittura che sia parzialmente annullato dalla rappresentazione al punto da ridursi a debole traccia mnemonica.
L’esito di tutto questo si traduce in immagini, in apparenza astratte, ma potenzialmente figurative. Sono sorte di ‘embrioni’ – termine caro all’artista – in costante divenire. A definirli sono per lo più inchiostri per aerografo stesi su lastre in plexiglass o fogli in PVC. La mancanza di porosità di entrambi i supporti, se da un lato costituisce un ostacolo per la tecnica, dall’altro conferisce degli effetti unici e aiuta a mantenere un rapporto di continuità con il segno. La pittura viene pertanto sentita e fruita attraverso i mezzi della grafica. L’approccio pittorico a superfici non convenzionali consente all’artista di rivelare la dimensione frammentaria e mutevole del mondo naturale. Ad aiutarla in questo percorso conoscitivo è tanto l’osservazione diretta quanto il ricordo inconscio degli scorci paesistici della natìa Lunigiana: una rivendicazione di appartenenza alla terra madre, senza la quale non sarebbe possibile nessun atto creativo.
Le immagini così prodotte diventano testimonianza remota – temporalmente non definibile – di spazi naturali, e – come tali – ci consentono di entrare in contatto con il modo con cui l’artista percepisce e vive intimamente tali spazi.
Le opere di Affanni diventano pertanto dichiarazioni del proprio “Io” ritratto in forma anonima e astratta, mentre la sigla che le accompagna diventa testimonianza di questo ritrarre sé stessa tramite il dato botanico.
Profilo di Greta Affanni
Greta Affanni nasce a Carrara nel 1993. La sua formazione artistica avviene nella sua città natale per poi completarsi nel 2020 con il conferimento del diploma di Pittura e Arti Visive presso l’Accademia di Belle Arti di Bologna, sotto la direzione dell’artista Giovanna Caimmi. Negli stessi anni ammira i dipinti di Luca Caccioni, specie quelli realizzati su acetato e alluminio, come pure le eleganti composizioni in nero di Pierre Soulages e i lavori grafici di Kiki Smith e Stefano Ricci. I suoi primi lavori risentono dell’opera di Piero Manai e Francis Bacon, per poi orientarsi progressivamente a indagare il rapporto tra natura e segno. Natura intesa non solo come oggetto di contemplazione distensiva e nostalgica, ma anche come paura, ripugnanza e rifiuto animale. Segno inteso invece come memoria futura, come tracciato di qualcosa che deve ancora avvenire, come catastrofe o ricostruzione immaginaria.