Greta Alfaro – Fall On Us And Hide Us
Per la prima volta in Italia l’artista spagnola Greta Alfaro presenterà presso la galleria Vault il suo progetto Fall On Us, And Hide Us (titolo ripreso dal libro dell’Apocalisse).
Comunicato stampa
Spazio Vault presenta per la prima volta in Italia Fall On Us, And Hide Us, mostra personale di Greta Alfaro, artista spagnola attualmente residente a Londra.
Greta Alfaro, che in precedenza aveva già presentato il suo lavoro presso Spazio Vault in occasione della collettiva Saber estar. Il potere ipnotico della dominazione, anche questa curata da Alba Braza Boïls, propone in questo caso un progetto completo composto da un video e tre fotografie che vanno a comporre, seguendo un percorso preciso, un autentico sguardo neobarocco sul tema della vanitas e memento mori.
Fall On Us, And Hide Us (Cadete sopra di noi e nascondeteci), titolo ripreso dal sesto capitolo del libro dell'Apocalisse, evidenzia la presenza di elementi iconografici rivisitati attraverso nuovi media. Si tratta di una ricerca che attualizza una serie di tematiche costanti nel contesto della storia dell’arte e che tenta di dar vita ad un barocco latente nella nostra cultura contemporanea, considerandola come un ottimo esempio in cui rintracciare connessioni solitamente nascoste tra le immagini della quotidianità da cui siamo sempre circondati e la cultura barocca
Il video inizia con uno spazio in penombra che si configura come un balletto di luci stroboscopiche che illuminano la scena al ritmo di una melodia elettronica. Le luci, dirette e controllate come stabilito dal tenebrismo barocco, vanno a definire l'interno di una chiesa in rovina della quale a poco a poco andiamo a riconoscere i sorprendenti elementi che lo compongono. Anche la disposizione formale del video stesso ci riporta inevitabilmente alla pittura, in questo caso a quella del primo rinascimento, dal momento che l'interno della chiesa appare in perfetta prospettiva mediante le linee che collegano lo spazio in cui si colloca l'altare, le pareti della navata e la successione degli archi di volta e che vanno a convergere verso un unico punto di fuga. Ciò che una volta era una tela adesso è uno schermo.
La staticità del cupo tenebrismo barocco, coi suoi movimenti suggeriti e congelati, viene sostituita, schiacciata dal movimento del video, dalle riprese del brano registrato che lentamente attraverso luci intermittenti va a generare questo spazio interno in rovina, abbandonato e con un cumulo di ossa in primo piano.
Fall On Us, And Hide Us #3 prevede la presenza di un altare sul quale è disposto un agnello scuoiato, fresco, coi muscoli tesi e rosati che ricorda le prime nature morte olandesi di Pieter Aertsen, di Frans Snyders o di Pieter Cornelisz che rappresentano animali macellati o il Bue squartato di Rembrandt fino ad arrivare a Francis Bacon. Un agnello dai toni apocalittici, allo stesso modo del caprone (Fall On Us, And Hide Us #2) che cammina sul monte di ossa come un diavolo che evoca congreghe di streghe e regni dell'orrore.