Gruppo78 – Incursioni nello sapzio
L’esposizione, organizzata dal Gruppo78 international contemporary art e curata da Maria Campitelli e Massimo Premuda, rappresenta un’occasione eccezionale per festeggiare il quarantesimo anniversario di quest’associazione che negli anni ha invitato a Trieste i protagonisti della scena artistica italiana e internazionale contribuendo in maniera significativa alla storia culturale della città.
Comunicato stampa
Giovedì 21 giugno alle ore 19 inaugura la mostra “INCURSIONI NELLO SPAZIO PUBBLICO i 40 anni del GRUPPO78”, un’ampia rassegna sulle azioni e sugli interventi di arte pubblica più significativi realizzati dall’associazione triestina impegnata nella produzione e divulgazione dell’arte contemporanea che ripercorre le incursioni nello spazio pubblico più interessanti innescate sul territorio in questi 40 anni di attività.
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L’esposizione, organizzata dal Gruppo78 international contemporary art e curata da Maria Campitelli e Massimo Premuda, rappresenta dunque un’occasione eccezionale per festeggiare il quarantesimo anniversario di quest’associazione che negli anni ha invitato a Trieste i protagonisti della scena artistica italiana e internazionale contribuendo in maniera significativa alla storia culturale della città. La mostra presenta la densa storia del Gruppo78 attraverso materiale d’archivio sulle azioni e sulle installazioni prodotte, e attraverso documentazione visiva, foto, video e progetti, divisi in sezioni tematiche cronologiche, dai suoi esordi con le memorabili performance di Hermann Nitsch al Teatro Romano organizzata con ArteQuattro, da cui nascono le premesse della costituzione del Gruppo78, e di Otto Mühl all’Istituto d’Arte “Nordio” degli anni ’70, entrambe ben documentate in mostra nel video “Wiener Aktionismus a Trieste” di Maria Campitelli, Massimo Premuda e Paola Pisani presentato in anteprima a Palazzo Mora di Venezia nel 2016 in occasione al 3° Venice International Performance Art Week; fino ad arrivare alle più recenti incursioni nello spazio pubblico, come la performance “Dedicato a Maria” di (elisa)Betta Porro realizzata nel 2013 in Messico in occasione della mostra “Il Gruppo78 in Messico” che celebrava oltreoceano i 35 anni del gruppo, o l’azione corale in Piazza della Repubblica “Filo Rosso G78” del 2015 in occasione della rassegna ARTS Piazza dell’Arte Pubblica.
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L’esposizione ripercorre così i più importanti momenti del Gruppo78 partendo dalla collaborazione con il Comune di Muggia prima con il progetto Minimi Intenti presso la Casa Veneta di Muggia, invitando artisti del calibro di Marjetica Potrč, artista e architetto lubianese da sempre focalizzata sullo spazio pubblico e vincitrice nel 2000 del prestigioso Premio Hugo Boss del Guggenheim Museum di New York, che nel 1988 presentò un importante omaggio al grande architetto sloveno Jože Plečnik in forma di installazione ambientale, fino ai contestati falsi cartelli stradali del milanese Francesco Maria Garbelli che nel 1992 vennero gettati per protesta nella notte nel Mandracchio della cittadina istroveneta da ignoti. E oggi prosegue con il progetto PRACC presso il Museo Carà presentando, fra le altre, la straordinaria installazione di arte pubblica sul Lungomare Venezia di Muggia “Petrol Pax” dell’artista albanese Eltjon Valle, allestito nel 2007 in occasione della rassegna Public Art a Trieste e dintorni, in cui un vero pozzo di petrolio trasportato via mare dall’Albania arriva in una zona di confine per portare, contrariamente a quanto succede di solito per importanti interessi economici, la pace e non il conflitto.
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O ancora i numerosi eventi realizzati presso il Museo Ferroviario di Trieste, in particolare nello spazio esterno della Stazione di Campo Marzio fra i treni storici e i binari del museo: dalla ricca rassegna Achtung auf den Zug del 1995, mostra con oltre 30 artisti da tutta Italia, fino al recente Presidio Museo Ferroviario del 2012, una serata multimediale con performance e video installazioni all’aperto fra cui va ricordata la performance “Isingqala” dell’artista sudafricana Mamela Nyamza in collaborazione con KineoFilm. O alle rassegne Tram-Way e Arte in Tram per celebrare i 100 anni del Tram di Opicina, con interventi artistici e happening che hanno animato dal 2002 al 2004 le carrozze storiche della tramvia e le stazioncine di attesa lungo il suo tragitto. E ancora intervenendo in tanti altri spazi pubblici di Trieste, come la corte di Androna del Pozzo, in cui nel 2012 si è svolto un articolato evento multimediale di Elisa Zurlo dal titolo “Uncommon places.2”, in seguito replicato anche in Messico, che racconta del corpo inteso come luogo non comune che accoglie immagini e citazioni da altri contesti generando nuove situazioni nelle sue infinite metamorfosi, con i video di Elisa Zurlo, le coreografie di Kaartik, la partecipazione di 7 dance performers, la musica live di Lorenzo Niego e Max Jurcev, e le luci di Edoardo Danieli.
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Nella rassegna ampio spazio è dato alla documentazione video, i cui prodotti audiovisivi sono stati riversati e montati da Cecilia Donaggio Luzzatto-Fegiz, e in particolare a 4 episodi che rappresentano i momenti salienti di queste ricerche e pratiche nello spazio pubblico: Serial Public, manifestazione d’arte pubblica realizzata a seguito dell’omonimo concorso in collaborazione con gli architetti Elena Carlini e Pietro Valle nel 1997 in Piazza Verdi a Trieste in occasione della 29° Barcolana; le 3 edizioni della rassegna estiva Specchio d’Acqua che hanno invaso il Canale di Ponterosso dal 2005 al 2007 con spettacolari installazioni e performance; la grande mostra internazionale Public Art a Trieste e dintorni curata da Maria Campitelli in collaborazione con Elisa Vladilo nel 2007, con interventi site specific e di arte relazionale in città, eventi performativi e interventi socio-relazionali in provincia, diversi workshop e un convegno all’Università degli Studi di Trieste, e che a sua volta ha generato le 4 edizioni della rassegna Manifesti d’Artista che hanno animato gli spazi d’affissione di Trieste dal 2007 al 2010, e che ha posto le basi per la capillare mappatura dei luoghi abbandonati di Trieste e della sua provincia e le relative progettualità artistiche su questi suggestivi siti con il macro progetto d’arte pubblica La Città Radiosa, conclusosi nel 2010 con “URSUS multimedia project”, lo straordinario evento multimediale di danza verticale realizzato sul pontone vetero industriale Ursus nato da un’idea di Daniela Frausin con i wall dancers della Compagnia Il Posto di Wanda Moretti, le musiche dello Small Ensemble di Marco Castelli, il progetto videografico di Cecilia Donaggio Luzzatto-Fegiz e i costumi di United Colors of Benetton, che ha visto accorrere al Molo IV di Trieste oltre 2000 spettatori.
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Così la curatrice militante Maria Campitelli, storica presidente dell’associazione, commenta questi 40 anni d’arte contemporanea a Trieste e anticipa le prossime iniziative del Gruppo78: “Il Gruppo78 è nato per il bisogno di informazione e aggiornamento sull’arte contemporanea in questa città propensa a guardare il passato piuttosto che il presente e il futuro. Era nato con il proposito (o l’ingenua presunzione) di farlo tramite le pubbliche istituzioni. Non essendo accaduto – accadrà di seguito in singoli casi – il Gruppo78 ha tentato di agire da solo, dapprima con piccole mostre, con artisti del territorio, catturando qua e là spazi privati o pubblici, per espandersi man mano fino a proporre, dagli anni ‘90 soprattutto eventi internazionali con svariate collaborazioni. Siamo quasi a quota 600, quanto a progetti realizzati. Credo che sia un dato di cui essere piuttosto orgogliosi, tenendo presente soprattutto le enormi difficoltà, specie economiche, con cui sono stati affrontati. La linea guida del lungo percorso è stata sempre quella di guardarsi intorno, cosa accadeva nel mondo, cercando di cogliere quegli aspetti innovativi che aprivano altri orizzonti, intendendo l’arte veicolo di conoscenza e di lungimiranza. In un mondo che cambia rapidamente ci interessa capire come l’arte interpreta e propone il cambiamento. Ecco allora che ci siamo accostati di volta in volta ai nuovi scenari prodotti dall’impiego delle nuove tecnologie, all’arte pubblica che comporta una diversa attenzione al fruitore e all’ambiente, di conseguenza l’attenzione ai luoghi abbandonati, per processi di recupero e riqualificazione, innestandoci nelle problematiche proprie dell’architettura. Ma abbiamo sondato anche altri campi, apparentemente più frivoli, come il rapporto arte e moda, la fiber-art, insistendo sul concetto di “contaminazione” caratterizzante senza dubbio il nostro tempo, a tutti i livelli, evidenziando l’aspetto plurimo e sempre più “complesso” del reale. Fino a raggiungere, oggi, il connubio arte/scienza/tecnologia che ci porta al Festival di Arte e Robotica, in cantiere già da tempo, che si realizzerà dal 17 al 28 novembre di quest’anno, “contaminando”, tra le altre sedi sparse in regione, la Centrale Idrodinamica del Porto Vecchio di Trieste. Confidiamo di poter celebrare il 40esimo anniversario anche con questa nuova iniziativa – auspicandone un carattere continuativo – che si concentra su una tematica – quella dell’automatizzazione e dell’intelligenza artificiale – oggi a diffusione esponenziale, ma certamente non ancora esplorata a sufficienza in relazione all’arte.”
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Inoltre in mostra anche 4 lavori di artisti contemporanei: le foto di Elisa Vladilo che documentano le due installazioni “Tram n.194”, un significativo intervento cromatico realizzato nel 1995 sui vetri di un tram dismesso presso il Museo Ferroviario in occasione di Achtung auf den Zug, e “My favourite Place” spettacolare intervento di arte pubblica sul Molo Audace realizzato nel 2007 in occasione di Public Art a Trieste a dintorni. E ancora “To je zid” (Questo è un muro), un progetto di arte pubblica pensato da Fabiola Faidiga in occasione del macro progetto d’arte pubblica La Città Radiosa, una poetica prima lezione di sloveno attraverso insegne al neon bilingui da disseminare sugli edifici e sui monumenti del territorio della provincia di Trieste e dintorni, e la straordinaria veduta a volo d’uccello di una nuova possibile, o impossibile, Trieste, divisa fra Novi Trst e Trieste, di Paolo Ferluga, che prova ad immaginare i prossimi sviluppi di una città sempre caratterizzata da un confine che rende ancor più attuale la celebre definizione di Ambrose Bierce: “Confine. In geografia politica, linea immaginaria tra due nazioni, che separa i diritti immaginari dell’uno dai diritti immaginari dell’altro.” E infine l’intervento di Guillermo Giampietro, una serie infinita di piccoli ma potenti quadri dalla forte estetica pop anni ’80 che, fra obblighi e divieti stradali, ci ricordano tutte le limitazioni e i sensi unici della nostra società, dai dictat dell’egemonia capitalistica fino a un ineluttabile memento mori.
Infine sarà possibile ripercorrere la storia del Gruppo78 anche attraverso una nutrita selezione di cataloghi bilingui realizzati principalmente da Comunicarte edizioni e Juliet editrice in occasione delle più importanti rassegne e manifestazioni, e ancora Natura Naturans edito da Edizioni Lindau di Torino, Public Art a Trieste e dintorni edito da Silvana editoriale di Milano, per arrivare al recente Arte/Scienza/Biotecnologia edito da Rubbettino editore.
Fabiola Faidiga, To je zid
21 giugno > 5 agosto 2018
INCURSIONI NELLO SPAZIO PUBBLICO
i 40 anni del GRUPPO78
a cura di Maria Campitelli e Massimo Premuda
foto, video e documenti dall’archivio storico del Gruppo78
+ opere di Fabiola Faidiga, Paolo Ferluga, Guillermo Giampietro ed Elisa Vladilo
organizzazione e promozione Gruppo78 international contemporary art
con l’adesione di Casa dell’Arte Trieste
segreteria Andrea Merotto
ufficio stampa DoubleRoom arti visive
allestimento Massimo Premuda e Andrea Merotto
grafica e montaggio video storici Cecilia Donaggio Luzzatto-Fegiz-V_ArT multimedia design
riprese e montaggio video documentazione Paola Pisani-produzioni Elica
si ringraziano Solidea Bravin, Gabriele Capobianco, Ludovica Cipollone, Alessia Minca, Costanza Pesavento, Alessandro Sbordoni, Laura Tomasi e Sara Veglia