Guerrilla Spam – Il granaio del cielo non può mai essere pieno
“Il granaio del cielo non può mai essere pieno” è un proverbio africano, scelto come titolo della mostra di GUERRILLA SPAM, alludendo proprio alla parzialità della nostra conoscenza di occidentali del continente Africa e delle culture straniere in generale.
Comunicato stampa
IL GRANAIO DEL CIELO NON PUÒ MAI ESSERE PIENO di Guerrilla Spam
In un momento di tante parole forti e paure, USB Gallery vuole agire attraverso l’arte: questa mostra è la nostra presa di posizione contro la deriva xenofoba che si sta diffondendo: per noi ascoltare e conoscere con curiosità e senza timori, attraverso l’occhio divergente dell’arte, è fondamentale, perché la cultura è, è sempre stata e sempre sarà contaminazione con gli altri, chiunque essi siano.
“Il granaio del cielo non può mai essere pieno” è un proverbio africano, scelto come titolo della mostra di GUERRILLA SPAM, alludendo proprio alla parzialità della nostra conoscenza di occidentali del continente Africa e delle culture straniere in generale. Esplorata a distanza in questi anni attraverso il contatto con le persone, le immagini, le foto, i libri, l’Africa è infatti intesa dall’artista come un “cosmo”, popolato di tante stelle/storie, troppo grande per poterlo descrivere tutto, e, pur osservato e studiato, mai toccato di persona.
La mostra, a cura di Annalisa Filonzi - che inaugura sabato 20 ottobre nello spazio espositivo di USB Gallery, con il patrocinio del Comune di Jesi - è la prima personale del progetto toscano che dal 2010 opera nell’ambito dell’arte urbana con azioni prevalentemente di affissione che stimolano il pensiero critico dei cittadini e dal 2016 si occupa con le sue opere del tema della migrazione. Un’anticipazione dell’esposizione nella homegallery è stata a giugno con l’affissione, in occasione del festival KA Nuovo Immaginario Migrante, dell’opera di poster art Orto cittadino, dedicata alla presenza di concittadini di origine straniera a Jesi, proprio nel quartiere più multietnico della città, ed è previsto un terzo momento di ritorno allo spazio pubblico urbano con manifesti che saranno dedicati a storie di rapporti del mondo occidentale con quello africano.
La mostra ha una particolarità: è la prima volta che GUERRILLA SPAM, nelle sue opere, aggiunge un terzo colore, oltre al bianco e al nero, cioè l’oro: non una scelta estetica ma simbolica, una metafora della luce della conoscenza che illumini la visione stereotipata del continente africano di noi occidentali, ma anche un richiamo all’uso dell’oro nei cieli delle pale medievali, simbolo non solo di potere ma di approccio interiorizzato e spirituale al sapere.
Il percorso della mostra prevede, infatti, tredici installazioni in carta e foglia d’oro che raccontano altrettante storie legate alla tradizione africana e rimandano a riti, usanze, episodi di alcuni popoli, le quali, senza intenzione di essere esaustive, vogliono comunque svelare aspetti poco noti e profondi della cultura di un continente con cui ogni giorno di più entriamo in contatto, attraverso le persone che da lì provengono.
Si tratta di immagini archetipiche, quasi sacrali, che richiamano la messa in scena del teatro, in cui la rappresentazione rende reali dei concetti universali. Per questo motivo “Il granaio del cielo non può mai essere pieno” è anche una mostra di politica culturale, perché è valida per tutti noi, pur non dettando un comportamento sociale: attraverso l’arte, infatti, GUERRILLA SPAM ci fa riappropriare della conoscenza come di un rito, una necessità andata perduta nel mondo occidentale frastornato dal flusso delle informazioni, ma il cui bisogno di rendere simbolica la propria identità sta facendo esplodere l’organizzazione sociale.
Una mostra che suggerisce ad una società frastornata dall’appiattimento culturale della globalizzazione un modo di conservare una propria identità, senza paura della contaminazione che nel passato c’è sempre stata, seppure in un contesto di movimento geografico che sempre più interessa la nostra generazione, ovunque sparsa per il globo.
Il progetto de “Il granaio del cielo non può mai essere pieno” sarà presentato, con un approfondimento sul lavoro dell’artista GUERRILLA SPAM, giovedì 18 ottobre alle ore 17,30 a Palazzo Pianetti, come evento collaterale di chromaesis museum, il progetto del Comune di Jesi per l’integrazione attraverso azioni artistiche nel quartiere San Giuseppe. Inoltre, l’artista incontrerà anche alcuni studenti dell’Istituto Cuppari Salvati per riflettere insieme su questo tema.
Annalisa Filonzi
Guerrilla Spam nasce nel novembre 2010 a Firenze come spontanea azione non autorizzata di attacchinaggio negli spazi urbani, senza un nome e un intento definito.
Dal 2011 si susseguono numerosi lavori in strada in tutta Italia e all'estero, che mantengono un forte interesse per le tematiche sociali e per il rapporto tra individuo e spazio pubblico, prediligendo l'azione urbana illegale all'evento più ufficiale e autorizzato.
Dal 2013, per tre anni consecutivi, viene realizzata a Torino la "Shit Art Fair" un'esposizione non autorizzata che ha coinvolto più di quaranta artisti della scena italiana in un evento che ribadisce la sua estraneità verso le dinamiche tradizionali delle fiere d'arte. Evento, questo, che ha trovato il suo continuum naturale, nel 2016-2017, con il progetto "Assedio", occupazione di uno spazio pubblicitario che per la durata di un anno esatto ha sovrapposto, settimanalmente, opere di artisti ai manifesti pubblicitari autorizzati.
Hanno parlato di Guerrilla Spam giornali nazionali come "La Repubblica", "La Stampa", "Il Corriere della Sera" e internazionali come "The Economist".
http://guerrillaspam.blogspot.com/