Guglielmo Castelli – Asomatognosia
Treti Galaxie è orgogliosa di presentare “Asomatognosia”, mostra personale di Guglielmo Castelli allestita nella occulta e prestigiosa Sala Reale della Stazione di Torino Porta Nuova.
Comunicato stampa
Treti Galaxie è orgogliosa di presentare “Asomatognosia”, mostra personale di Guglielmo Castelli allestita nella occulta e prestigiosa Sala Reale della Stazione di Torino Porta Nuova.
L’artista torinese sta da tempo sviluppando una ricerca pittorica incentrata sulla figura umana, focalizzandosi su una particolare idea di mutazione, cambiamento, che riconduce al delicato passaggio tra l’infanzia e l’adolescenza.
Nei suoi ultimi lavori Castelli si concentra sull’isolamento di alcuni particolari del corpo umano, per evidenziarne la condizione di fragilità attraverso un’esplorazione delle loro potenzialità di astrazione.
La Sala Reale è uno dei gioielli nascosti di Torino. Progettata e costruita nel 1864 dall’Ingegner Alessandro Mazzucchetti come sala d’attesa di prima classe, è impreziosita da un ciclo di pitture di Francesco Gonin che raffigurano gli elementi Terra, Acqua e Fuoco, dagli stucchi dello scultore svizzero Pietro Isella e dal mobilio disegnato da Carlo Orsi.
Oltre alla sua bellezza e alla sua indiscussa importanza storica e artistica, quello che tuttora affascina della Sala Reale è la sua funzione: qui il Re d’Italia aspettava il treno lontano dal suo popolo, pur essendo consapevole che lui e loro avrebbero comunque viaggiato sugli stessi binari. Questa evidente contraddizione è il nucleo del progetto espositivo.
L’asomatognosia è una condizione neurologica caratterizzata dalla perdita della capacità di riconoscere una parte del corpo come propria. L’individuo che ne è affetto percepisce un suo arto come estraneo, e in alcuni casi può arrivare addirittura ad attribuirlo a un’altra persona.
Se considerassimo il Re come il capo, inteso come testa e cervello, e il popolo come il resto del corpo, questa condizione risulta calzante per evidenziare la contraddizione di cui sopra.
Alla luce di questa interpretazione, i nuovi dipinti di Guglielmo Castelli, caratterizzati dall’isolamento di parti del corpo, e da una tensione tra questi elementi e un agire esterno, trovano la loro collocazione ideale nella Sala Reale.
La Sala Reale come rappresentazione di un corpo separato, i dipinti di Guglielmo Castelli come portatori di una volontà di inclusione.
Nella parole dell’artista: “In questi nuovi dipinti sperimento un processo pittorico di rimozione, ma anche di inclusione all’interno del quadro di un qualcosa che è esterno al corpo che sto dipingendo. Una sorta di appendice, di altro corpo, che spera di non essere rigettato”.
In collaborazione con Francesca Antonini Arte Contemporanea e Grandi Stazioni Rail.