Guido Bagini / Diego Pomarico – Paesaggio Costruito

Informazioni Evento

Luogo
PANTA REI
Via Mercantini 5, 10121 , Torino, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

dal martedì al venerdì
mat 10.30 13.00 pom. 16.00 - 19.00

Vernissage
20/12/2017

ore 18

Artisti
Guido Bagini, Diego Pomarico
Curatori
Edmondo Bertaina
Generi
arte contemporanea, doppia personale

La mostra metterà a confronto due artisti di talento sul tema dell’architettura e del paesaggio.

Comunicato stampa

La galleria d’arte Panta Rei ha preso casa a Torino ad aprile di quest’anno giusto alle spalle di Piazza Solferino, in via Mercantini 5.
Immaginata come ricettacolo ideale per l’arte contemporanea, pensata da Carlo Coen e Patrizia Miotto, galleristi torinesi con una lunga esperienza internazionale alle spalle, propone un programma espositivo inconsueto ed originale, con un consapevole debole per la pittura.

L’inaugurazione della mostra "Paesaggio Costruito” prevista per il 20 dicembre, che rimarrà in galleria fino a metà di marzo, metterà a confronto due artisti di talento sul tema dell’architettura e del paesaggio.

Con la mostra “Paesaggio costruito” a cura di Edmondo Bertaina, si vedranno infatti, in quell’hortus conclusus dettato dal perimetro delle tele così simile ai giardini medievali di monasteri e conventi, il pensiero del e sul paesaggio che trova forma, prospettiva e categoria contemporanea nell’ambito pittorico.

Le opere, che convergono sull’idea di paesaggio, della sua fragilità, della sua forza, del suo divenire, presentano ciò che l’uomo ha costruito, immaginato o in cui si proietta dentro ad un orizzonte che sfuma verso un’indefinita lontananza, trattato dai due artisti coinvolti con diversa temperatura e climax.

Sicuramente pesano le urgenze ecologiche e gli abbandoni, a metà tra rovine e resti, che segnano un momento di indeterminatezza storica dove il passato è presente ma difficile da precisare, danno carattere e vivido colore ai lavori di Diego Pomarico. In contrappeso Guido Bagini predilige una lucidità formale, grafica e prospettica intrisa di una metafisica che sa distendere spazio e immaginazione, indicando un confine o un limite che protegge dall’illimitato mentre lo evoca.

Come antropologi della contemporaneità artistica Pomarico e Bagini entrambi torinesi, ben si inseriscono nel flusso cosmopolito suggerito dall’Eracliteo tutto scorre, una temperie dettata dal nome scelto dalla galleria per seguire i tempi e accompagnarsi a loro.

In galleria, oltre 20 opere, alcune di grandissimo formato, costruiscono un canto a due voci diversissimo per impatto e sonorità visiva, appoggiato ad un basso continuo comune che è quello delineato dalla domanda estetica di riuscire a rappresentare un tema che sempre desta vivo interesse. Il luogo fisico in cui edifichiamo, tra pensiero, architettura, presenza e mutamento il nostro passaggio temporale.