Guido Guidi – Cinque paesaggi 1983-1993
Guido Guidi avvia l’esplorazione del paesaggio contemporaneo negli anni Sessanta. Da allora non smette di seguire le regole del suo approccio fotografico: etica della descrizione, predilezione per luoghi modellati da culture dell’abitare “spontanee”, sequenze di scatti caratterizzate da unità di luogo o di tempo.
Comunicato stampa
Guido Guidi avvia l’esplorazione del paesaggio contemporaneo negli anni Sessanta. Da allora non smette di seguire le regole del suo approccio fotografico: etica della descrizione, predilezione per luoghi modellati da culture dell'abitare “spontanee”, sequenze di scatti caratterizzate da unità di luogo o di tempo. Materiali poveri che nelle mani di Guidi si trasformano in immagini nuove, capaci di interrogare l’atto stesso del vedere. Un metodo di lavoro che il fotografo ha sviluppato attraverso l’esercizio costante dell’occhio, spesso nell’ambito di incarichi di “documentazione” del territorio e del paesaggio.
La mostra, che si inaugura il 19 settembre all’Istituto centrale per il catalogo e la documentazione, è la prima personale di Guido Guidi a Roma e affronta il periodo inaugurale di una ricerca, avviata da Guidi nel 1982-1983, caratterizzata dal passaggio a una macchina fotografica di grande formato; con essa avvia l’esplorazione di paesaggi collocati lungo un asse geografico che dal circondario cesenate – luogo di nascita e di residenza del fotografo – si prolunga verso nord sino a Venezia, la sua città adottiva, e alle prealpi venete. Lungo questo tragitto, compiuto settimanalmente per anni, Guidi ha fotografato dapprima autonomamente, quindi sulla scorta di incarichi ricevuti dal Dipartimento di Urbanistica dell’Università IUAV di Venezia, dando vita ad un corposo archivio di immagini in grandissima parte inedite. Da questo viaggio ripetuto e dai progetti sviluppati nel corso degli anni, emergono diversi paesaggi che la mostra seleziona come altrettanti nodi di una precoce sezione della geografia italiana: il paesaggio campestre e agrario della provincia di Cesena, quello lineare della via Romea, quello dell’urbanizzazione diffusa fra Mestre Padova e Treviso, quello industriale di Porto Marghera, e infine quello storico del Monte Grappa, teatro della Prima Guerra Mondiale.
Le 138 fotografie in mostra, in virtù del loro stile “documentario”, forniscono una descrizione accurata e anti-retorica di luoghi considerati marginali dall’iconografia ufficiale; allo stesso tempo, a distanza di trent’anni esse assumono già un inestimabile valore storico a fronte delle rapidissime trasformazioni subite dal paesaggio e nel contesto della rinnovata attenzione portata su di esso dalla cultura urbanistica e paesaggistica. Questo corpus fotografico testimonia le fasi e i temi della costante ricerca di Guidi sul linguaggio fotografico, ovvero lo sviluppo di un pensiero visivo per il quale fotografare è anzitutto cercare soluzioni possibili al problema del guardare.
La mostra si muoverà lungo tre sedi espositive con “vocazione” diversa.
Si avvia a Roma, presso l’ICCD - Istituto centrale per il catalogo e la documentazione, negli spazi museali recentemente ristrutturati secondo i più moderni criteri espositivi; la mostra, ideata insieme ad Antonello Frongia, ha l’obiettivo di riallacciare un nesso fra tradizioni, pratiche e generi fotografici che critica e storiografia hanno a lungo tenuto distinti, come la fotografia di “documentazione” e quella di “ricerca”, auspicando la ripresa di un dibattito sul valore e sulle possibilità della fotografia di paesaggio in epoca contemporanea.
Parallelamente, una selezione di quaranta opere è esposta a Lugano presso Photographica FineArt Gallery; le fotografie si confrontano con la dimensione della galleria privata, dove sono esposte, a cura di Marco Antonetto, opere di artisti americani il cui lavoro dialoga con la ricerca visiva di Guido Guidi.
La mostra approda infine a Cesena, nello spazio espositivo del Dipartimento di Architettura dell’Alma Mater Studiorum, Università di Bologna. Già dallo scorso anno il Dipartimento e l’ICCD collaborano per iniziative di ricerca sui temi del paesaggio contemporaneo; la mostra offre così un’occasione importante per continuare a sondare dimensioni concettuali e figurative del territorio italiano.
Catalogo
Postcart/Iccd, formato 30 x 25 cm, 108 pagine, 75 immagini in quadricromia, testi italiano e inglese.
Inaugurazioni
Istituto centrale per il catalogo e la documentazione
19 settembre 2013, ore 18.00
Roma, via di San Michele 18
Photographica Fine Art Gallery
10 ottobre 2013, ore 18.00
Lugano, Via Cantonale 9
Chiesa dello Spirito Santo
Dipartimento di Architettura, Alma Mater Studiorum, Università di Bologna
16 dicembre 2013, ore 18.00
Cesena, via Milani 15
Produzione e organizzazione
Istituto centrale per il catalogo e la documentazione, MiBACT, Roma
www.iccd.beniculturali.it
In collaborazione con
Dipartimento di Architettura, Alma Mater Studiorum, Università di Bologna, Cesena
www.da.unibo.it
Con il contributo di
Photographica Fine Art Gallery, Lugano
www.photographicafineart.com
Istituzione Biblioteca Malatestiana, Comune di Cesena
www.malatestiana.it
Ufficio stampa
Cristiano Brughitta, [email protected]
Guido Guidi (1941) vive e lavora a Cesena. Dal 1959 è a Venezia dove studia prima Architettura allo IUAV e successivamente Disegno industriale, seguendo tra gli altri i corsi di Luigi Veronesi e Italo Zannier. Dalla fine degli anni Sessanta realizza importanti ricerche personali, indagando il paesaggio e le sue trasformazioni e sperimentando al contempo il linguaggio fotografico. A partire dagli anni ottanta partecipa a numerosi progetti di documentazione del territorio come l’indagine sulla città diffusa tra Venezia, Padova e Treviso, promossa dallo IUAV nel 1982, “Viaggio in Italia” (1983) ed “Esplorazioni sulla via Emilia. Vedute nel paesaggio” (1986), “Archivio dello Spazio” della Provincia di Milano (1991), l’indagine sull’edilizia pubblica dell’Ina-Casa (1999), “Atlante Italiano 003” (DARC, 2003). In ambito prettamente architettonico realizza ricerche e pubblicazioni sulle opere di Le Corbusier (Einaudi, 2003), Carlo Scarpa e Ludwig Mies van der Rohe (Canadian Centre for Architecture, 1999 e 2001).
Alla professione di fotografo affianca da anni attività di didattica e promozione della fotografia: nel 1989 avvia a Rubiera, con Paolo Costantini e William Guerrieri, Linea di Confine per la Fotografia Contemporanea. Dallo stesso anno è docente di Fotografia all’Accademia di Belle Arti di Ravenna e dal 2001 insegna presso lo IUAV di Venezia.
Le sue opere sono state esposte in istituzioni italiane e internazionali – tra le quali il Fotomuseum di Winterthur, il Guggenheim e il Whitney Museum di New York, il Centre Georges Pompidou di Parigi, La Biennale di Venezia – e sono state oggetto di numerose pubblicazioni, tra cui: Among his many books and catalogs, Guido Guidi (Musei Comunali, Rimini, 1983); Lo spazio della quiete (Modena, 1983); Rubiera (Linea di Confine, Laboratorio di Fotografia 1, Rubiera, 1990); Rimini Nord (Musei Comunali, Rimini, 1991); Varianti (Art&, Udine, 1995); Guido Guidi. Sequenze di paesaggi urbani. Un itinerario tra quartieri InaCasa (Istituto Universitario di Architettura di Venezia, Venezia – Linea di Confine, Rubiera, 1999); SS9. Itinerari lungo la via Emilia (Istituto Universitario di Architettura di Venezia, Venezia – Linea di Confine, Rubiera, 2000); Looking on (Linea di Confine, Rubiera, 2002); Nice to see you (Linea di Confine, Rubiera, 2002); Strada ovest 04.02 (Linea di Confine, Rubiera 2002); Atri 05.03 (Linea di Confine, Rubiera, 2003); In Between Cities (Electa, 2003); 19692004 (San Fedele Arte, 2004); Guido Guidi. PK TAV 139+500 (Linea di Confine, Rubiera 2006); Bunker. Along the atlantic wall (Electa, Milano 2006); Guido Guidi/Vitaliano Trevisan, Vol. I (Electa, Milano, 2006); Fiume (Fantombooks, Milano, 2010): A new map of Italy of Guido Guidi (Loosestrife editions, Washington, 2011), Carlo Scarpa’s Tomba Brion (Hatje Cantz, Ostfildern, 2011); Mariangela Gualtieri/Guido Guidi, A Seneghe (perda Sonadora Imprentas, Seneghe, 2012); La figura dell’Orante (Edizioni del Bradipo, Lugo, 2012).
Il 24 marzo 2013 ha ricevuto il Pixsea Award, premio assegnato nell’ambito del Photofestival Knokke-Heist.
Antonello Frongia è ricercatore di Storia dell’arte contemporanea presso l’Università degli Studi di Roma Tre. I suoi interessi di ricerca vertono sulla storia della fotografia, con particolare attenzione per l’iconografia della città e per il ruolo della cultura fotografica nei dibattiti interdisciplinari sulla modernizzazione. Ha curato diverse mostre e pubblicazioni di fotografi contemporanei, tra i quali Marina Ballo Charmet, Fotografie e video 1993/2006 (2006), Lewis Baltz, 89–91 Sites of Technology (2007), Stephen