Guido Segni – Ultimo spettacolo a Milano
Ultimo spettacolo a Milano è il progetto site specific pensato da Guido Segni per Edicola Radetzky di Milano.
Comunicato stampa
Edicola Radetzky presenta
GUIDO SEGNI | ULTIMO SPETTACOLO A MILANO
A cura di Alessandra Ioalè e Andrea Tinterri
Inaugurazione 10 Novembre ore 18.30
Edicola Radetzky | Viale Gorizia lato Darsena
Fino al 29 novembre 2022
Ultimo spettacolo a Milano è il progetto site specific pensato da Guido Segni per Edicola Radetzky di Milano. Il progetto si inserisce nella traiettoria di ricerca che l’artista porta avanti in parallelo da alcuni anni sulla condivisione nella dimensione pubblica dei dati personali relativi alle proprie attività private e funzioni vitali attinti attraverso programmi e piattaforme a carattere estrattivo. Nel progetto milanese, infatti, è il battito cardiaco di Segni ad essere protagonista, che monitorato dal cardiofrequenzimetro incorporato nel suo orologio digitale da polso e ritrasmesso in tempo reale, si manifesta nel contesto pubblico dello spazio di Edicola, che dal tramonto all’alba diviene la cassa di risonanza di una composizione algoritmica generativa in stile Psy-trance, la cui base non sono altro che i BPM riprodotti.
Un racconto autobiografico sui generis, basato sulle tracce digitali della vita privata di Segni disseminate nella rete. Informazioni raccolte che, azionando congegni elettronici, sono palesate pubblicamente con lo scopo di renderne tangibile il transito potenzialmente etereo.
Ultimo spettacolo a Milano rappresenta un nuovo capitolo di questo racconto, che insieme a progetti precedenti come The artist is typing e There’s no pictures in latent space, just secret misunderstandings, opera una restituzione che si caratterizza come “esternazione iconoclasta”, ovvero una manifestazione dell’entità dei dati resi percepibili nella realtà fisica piuttosto che una materializzazione sublimata nell’immagine fissa di una forma data.
In questo modo Ultimo spettacolo a Milano insiste sulla “spettacolarizzazione” del ritmo cardiaco nello spazio pubblico, consentendo a Segni di riflettere in maniera incisiva, attraverso una formalizzazione impalpabile e mondana, ma efficace, sul tema dell’empatia mediata dalle tecnologie in un periodo di esponenziale digitalizzazione delle nostre vite. E lo spettacolo diventa una forma estrema di verità, come se quest’ultima per essere suffragata avesse bisogno di mostrarsi pubblicamente in un’ultima possibile festa di gala che la città/mondo accoglie, fagocita e dimentica nello stesso istante.