Gustav Klimt – Klimt Printed
La pittura del grande artista viennese in una delle mete balneari più amate della penisola.
Comunicato stampa
Grado, popolare meta balneare sulla costa dell’Alto Adriatico in Friuli Venezia Giulia, è conosciuta per le sue splendide spiagge, per le sue incantevoli riserve naturali e per la sua unica laguna. Ma questa cittadina è anche uno straordinario borgo ricco di storia che offre una serie di appuntamenti culturali tutto l’anno. Infatti, per chi vuole alternare giornate di relax al mare ad attività culturali, Grado offre numerose opzioni. Quest’estate, in programma dal 10 agosto 2024, una mostra inedita del celebre artista viennese Gustav Klimt, allestita alla Casa della Musica, dato anche il forte legame con il mercato turistico austriaco.
Grado, spiaggia dell'Impero e meta privilegiata per alcuni artisti della Vienna fine secolo, intende celebrare con una mostra l'artista austriaco che fu il massimo maestro dello Jugendstil. E lo fa, per la prima volta, rileggendo la sua opera attraverso documenti artistici che mettono in scena tramite raffinati procedimenti a stampa i suoi capolavori pittorici e grafici.
Si tratta di un’esposizione di dipinti e disegni di Gustav Klimt rivisitati, una rassegna inedita sull'artista, un Klimt "a stampa" raccolto in tre preziose cartelle d'epoca, summa di quell’eleganza e sapienza esecutiva che fu il massimo obiettivo delle arti viennesi attorno al 1900.
Pochi artisti tra XIX e XX secolo possono vantare un costante e analitico interesse verso le loro opere come il viennese Gustav Klimt (1862-1918), figura di spicco tra coloro che hanno rivoluzionato il mondo delle arti figurative. E della "rivoluzionaria" situazione creatasi nella Vienna asburgica alla fine dell’Ottocento, Klimt è certamente il leader indiscusso. Per dirlo con le parole di Peter Altenberg, che all’artista si rivolge: "Quando dipingi, ti trasformi d'improvviso, quasi per magia, nel 'più moderno degli uomini' ".
Alla “Casa della Musica” sarà esposta una selezione di tavole tratte dalle cartelle realizzate da Hugo Heller (Das Werk von Gustav Klimt, 1918), Gilhofer & Ranschburg (Gustav Klimt. Fünfundzwanzig Handzeichnungen, 1919) e da Max Eisler (Gustav Klimt. Eine Nachlese, 1931). La prima cartella, corredata da un'insolita serie di simboli grafici, venne progettata e visionata dall'artista, che morirà nel 1918, anno della pubblicazione. L’ultima, a oltre un decennio dalla sua morte - quando il movimento della Secessione viennese è ormai un ricordo appannato - è la dimostrazione dell’ininterrotta attrazione esercitata dalla sua opera.
Le tre splendide cartelle, che la critica ha considerato finora solo marginalmente, raccolgono gli highlights della sua opera. La loro presentazione alla “Casa della Musica” si propone di divulgare un Klimt al di fuori della fruizione museale, né confinato tra le pagine di un volume d’arte o frammentato nella visione di una mostra.
Il pregio delle tre cartelle è anche legato a quel concetto di “riproducibilità tecnica” dell’opera d’arte, che Walter Benjamin avrebbe teorizzato di lì a poco. Ne è la conferma l'altissima qualità grafica delle riproduzioni a colore e in nero, messa in campo dalla Tipografia di stato austriaca (un risultato oggi tecnicamente irraggiungibile). Essa dimostra quanto valore estetico “autonomo” sia contenuto in questi fogli realizzati con dei procedimenti tecnici ormai desueti, quali collotipie ed eliografie. Si trattava prodotti a tiratura limitata, che non perseguono un intento di diffusione dell’opera klimtiana ad ampio raggio, ma erano piuttosto pensati per un nucleo di specialisti e appassionati, tra cui quegli stessi committenti che fecero la fortuna del maestro viennese.
Nel contempo le cartelle assurgono a fondamentale documento storico, laddove si possono cogliere i soggetti selezionati dal pittore, le opere che in seguito andarono perdute, i nomi della prestigiosa committenza, gli apparati testuali che le accompagnano. Quasi superfluo segnalare che la loro rarità è aumentata nel tempo sino a farne oggetti di alto collezionismo.
Sempre con un indirizzo rivolto alle opere su carta, sono esposte in mostra pagine e copertine della famosa rivista Ver Sacrum, fondata dallo stesso Klimt, accompagnate da alcuni manifesti per le mostre della Secessione viennese, dove ritroviamo il Klimt grafico, libero da incarichi e committenze, in grado di declinare anche solo in un bozzetto per la stampa tutta la potenza del suo universo artistico.
Questo Klimt su “carta” presenta non solo una rassegna concentrata dei suoi capolavori, ma ci permette anche di accostarci a prodotti estetici di straordinaria fattura, caratterizzati da quella squisita eleganza e sapienza esecutiva cui aspirarono le arti viennesi attorno al 1900. O come ebbe a dire lo stesso Klimt nel suo discorso inaugurale alla Kunstschau del 1908: “Chiamiamo artisti non solamente i creatori ma anche coloro che godono dell'arte, che sono capaci di rivivere e valutare con i propri sensi ricettivi le creazioni artistiche. Per noi il “connubio artistico” è l'unione ideale di tutti, creatori e destinatari dell'arte”.
L'esposizione, realizzata con il contributo della regione Friuli Venezia Giulia, curata dall'architetto Roberto Festi, è organizzata dal Consorzio Grado Turismo e dal Comune di Grado con la collaborazione della Klimt Foundation di Vienna, una delle più accreditate istituzioni austriache in materia di arte klimtiana.
La mostra è accompagnata da un catalogo (italiano / tedesco) contenente saggi di approfondimento su questo affascinante aspetto dell'opera di Klimt ed edito da Antiga Edizioni.