Haiku d’autunno
Con questa mostra di inizio autunno GalleriaMonteoliveto propone per il mese di settembre 3 artiste due di Roma e una di Milano; le loro opere, seppure molto diverse, sono accomunate dall’interesse per l’arte e la poesia giapponese, in particolare per gli haiku, cui si sono ispirate per realizzare i lavori esposti n questa mostra.
Comunicato stampa
Con questa mostra di inizio autunno GalleriaMonteoliveto propone per il mese di settembre 3 artiste due di Roma e una di Milano; le loro opere, seppure molto diverse, sono accomunate dall’interesse per l’arte e la poesia giapponese, in particolare per gli haiku, cui si sono ispirate per realizzare i lavori esposti n questa mostra.
Gli haiku, nati in Giappone nel XVII secolo, sono brevi componimenti di 3 versi di 5-7-5 sillabe, caratterizzati dall’essenzialità del linguaggio e da una sorta di leggerezza trascendentale, capace di evocare le qualità di una visione o come ci insegnano i maestri Zen, il fluttuare inarrestabile della mente, il continuo gioco delle illusioni, o la concretezza di una forma suggerita dal filo sottile dei sogni.
Nel corso della serata lettura di haiku in giapponese di Junko Kusumoto.
LE ARTISTE
Stefania Ancarani, microsculture- gioiello
una pietra ancora-
un'altra pietra s'accosta
nella notte di luna
ogiwara seisensui
Al profumo del pruno
Sbuca improvviso il sole-
Sentiero tra i monti
bashò matsuo
Nata a Bolzano e vissuta in diverse città d’Italia Stefania Ancarani intraprende a Roma nel 1987 lo studio del disegno e della scultura, anche di piccole dimensioni. Utilizzando pietre dure, grezze o lavorate in modo primitivo e affascinata dai loro colori e dalle loro patine, per ridar loro vita, realizza microsculture con la tecnica della lavorazione a cera persa. I “piccoli lavori” di Stefania sono vere microsculture realizzate a cera persa in bronzo o argento pressofusi con pietre dure, creazioni originali ed eleganti da indossare. Pezzi unici nati dalla mano di un’artista che combina metalli preziosi con pietre e materiali insoliti come le conchiglie interpretati dalla sua passione per la ricerca. Questa volta è rimasta affascinata dagli Haiku, dalla loro immediatezza leggerezza ed ha cercato di raccontarli con i suoi non leggeri “sassetti”. Si augura che l’amata Napoli, ancora una volta, si diverta a seguire le sue strane ispirazioni.
Maria Grazia Tata, quaderni e legni
spengo la luce -
di faccia alla luna
un precipizio in cuore
kato shuson
raccolgo legni, rami, cortecce, foglie, alghe, pietre, tutto quello che si può trovare durante una camminata in riva al mare, nei campi o anche in città, per creare ibridi con stoffe, tulle, fili, carte, e altri elementi del mondo artificiale
nelle mie opere dedicate agli haiku gli elementi della natura recuperano il loro carattere primitivo ed elementare, la loro autonomia, chiedono una rappresenta-zione del loro mondo senza il filtro della parola, diventano lettere, segni e cifre
le stoffe si adattano a cortecce, tronchi e come un calco cercano l’attenzione, mediano fra l’uomo e la natura evidenziando forme altrimenti inosservate
gli elementi di “quaderni” e “legni” evocano, attraverso una loro demiurgia poetica, sentimenti e miti legati alla natura, si rifanno a gesti arcaici come arrotolare, piegare, avvolgere, si organizzano liberamente o secondo piccole architetture vegetali, svelando, attraverso l’artificio dell’ibridazione, la consapevolezza della natura, la sua energia e sacralità
lo HAIKU giapponese si rifà a stratificazioni letterarie, simboliche, allegoriche, accostamenti di immagini e parole dai significati multipli
nei miei “haiku” la stratificazione poetica è rappresentata dalla sapienza millenaria di alberi che sanno cosa è accaduto, che hanno la proprietà di saper fiorire, di arrossire in autunno, colmarsi di neve nelle parti cave in inverno, diventare luminosi sotto la luna, creare dimora e rifugio per altri esseri, procurare uno spazio attorno a sé per poter respirare
Daniela Tomerini, tavole e ideogrammi
Nella mia pittura mi ispiro liberamente alle diverse forme dell’arte giapponese, riprendendone alcuni elementi caratteristici, come l’uso della carta pregiata fatta a mano, l’inchiostro in barrette solide da sciogliere sulla pietra-calamaio, il pennello “fude” di setole naturali, associandoli a elementi propri del modo occidentale di dipingere.
Sotto il cielo in fiamme
una vela lontana –
nel mio cuore una vela.
Per ognuna di queste quattro tavole ho utilizzato una carta pregiata fatta a mano e ispirandomi allo haiku di Yamaguchi Seishi (1901-1994), di cui ho trascritto in italiano, ho evidenziato dal testo originale, solo un ideogramma, “vela” che mi è sembrato il più significativo nel contesto della composizione poetica.
L’ideogramma si compone di due parti, la prima che significa ampiezza, larghezza della tela e la seconda che significa “vento”, associati i due termini significano “vela”.
Olio su carta fatta a mano, cm 50 x 68
Ideogrammi
Su ognuna di queste quattro tavole ho scritto un ideogramma: bellezza e vela, utilizzando gli strumenti e la tecnica giapponese (inchiostro e pennello), ho aggiunto successivamente elementi decorativi con le matite colorate.
Inchiostro e matite colorate su cartoncino, cm 33 x 48