Haiku. Poems by Young Romanian Artists / Leonardo Pellicanò
La pittura, di giovani artisti rumeni si affianca alla personale di Leonardo Pellicanò.
Comunicato stampa
Working with what is, probably, the most renowned artistic medium – painting – young Romanian artists are trying to find their own way into the art-world. In the context of what has become a very interesting international phenomenon, the Painting School of Cluj, some younger Romanian artists are showing their own view of the possibilities of painting in contemporary art. All five artists, Ovidiu Leuce (b. 1981), Valentin Marian Ionescu (b. 1982), Marcel Rusu (b. 1989), Pavel Grosu (b. 1991), and Cristian Avram (b. 1994), can be characterised by their fascination with this medium. Their persistence in investigating the means of colour can be translated into terms of meta-painting. Their works are not just overviews of today's reality – even though we can catch a glimpse of Romanian society or Romania's surroundings – but a way of constructing a discourse about painting and about themselves. By projecting their efforts in the form of a Haiku, with its three parts, we can say that for all of them one verse stands for nature, another for culture and, finally, by carefully understanding their option for some types of images and their attention to form, that the last verse stands for the personality of the artist. Their approach to painting is fresh, different for each of them, and at the same time a tribute to painting itself. And what can be more beautiful than to have the possibility of being overwhelmed by joy through art, given the tormented times of Romania's political and social scene?
Ovidiu Leuce's work deal with the recontextualization of landscape and memory. Using his personal life experience and fragments of images he considers relevant for it as a basis of his paintings, the artist engages in an exercise of deconstruction, turning the image into a another kind of reality. Fragments of reality, otherwise unnoticeable, are turned by him in focus points inviting us to have a hole new perspective over the things that surround us and revealing a possible world, where the personal history can change the meaning of reality. Valentin Marian Ionescu also directs his investigations in landscape painting, turning the image into one that is close to abstract painting. The basis for this kind of metamorphosis that he uses is the geometrical structure of the composition, fragments of it being revealed to the viewer. His paintings imply an underlying tension between geometrical figures that hold together the painting and the sensual colours blending on the surface. In the end, parts of the landscape almost turn into precious minerals, reminding us of the treasure nature can be. In Marcel Rusu's works, everything seems to be fading away. His use of flat surface and restrained color palette reconstruct a dream world, from which the viewer can catch a glimpse of the shadows. The mysterious figures and landscapes are the artist's way of revealing memories. At the point where the image from the memory almost faded away, he is turning it into a real image for everyone to see. Looking at this fragile reconstruction of memories in painting is like an invitation to the artists most intimate past. The personal past can also be found in Pavel Grosu's works, but in a very different perspective. His photo archive – consisting of personal photos or scenes the artist finds interesting – turns into breathtaking collages, masterly painted on the canvas. Every single image becomes a pretext for finding the maximum expressive potential of the colours. The hole chromatic exercise is doubled by the meticulously arranged composition, nothing being on the canvas by chance. The result is astonishing thanks to the mesmerizing combination of saturated colours, black and white, all of them carefully placed on the canvas, giving a glimpse of our (sometimes) absurd reality. Being at the very beginning of his artistic career, Cristian Avram's works are more closely related to a classical approach of painting. Deriving his subjects from his surrounding medium, his realistic depiction of reality serves as a mean of investigating the possibilities that colour offers in building this kind of imagery. With a keen sense of drawing and painting, the artist's work recall in a direct way the history of painting, working as a reminder of the prestige and, in the same time, the difficulty of this artistic medium.
Participating artists: Ovidiu Leuce, Valentin Marian Ionescu, Marcel Rusu, Pavel Grosu, Cristian Avram
Curator: Roxana Modreanu (b. 1992)
Roxana Modreanu is a Ph.D. student at the University of Art and Design in Cluj Napoca. Her research is focused on the Cluj art scene in the communist era, and in contemporaneity. As a result of her interest in the contemporary art scene in Cluj, she has begun curating shows for young artists. "Haiku. Poems by Young Romanian Artists" in Boccanera Gallery is her first exhibition outside of the Romania.
Special thanks to Andrei Ciurdarescu
(versione italiana)
Lavorando con quello che, probabilmente, è il medium artistico più rinomato, la pittura, i giovani artisti rumeni stanno tentando di trovare una loro strada nel mondo dell’arte. Nel contesto di quanto è diventato un fenomeno internazionale molto interessante - la scuola di pittura di Cluj - alcuni giovani artisti rumeni stanno cercando di mostrare il loro punto di vista sulle possibilità della pittura nell’arte contemporanea. Tutti e cinque gli artisti, Ovidiu Leuce (n. 1981), Valentin Marian Ionescu (n. 1982), Marcel Rusu (n. 1989), Pavel Grosu (n. 1991), and Cristian Avram (n. 1994), possono essere caratterizzati dalla comune fascinazione per questo medium.
La loro perseveranza nel ricercare I mezzi del colore può essere tradotta in termini di meta-pittura. Le loro opere non sono solo punti di vista sulla realtà odierna -- anche se poi riusciamo a cogliere situazioni dalla società rumena o da ciò che le gravita attorno – ma un modo di costruire un discorso sulla pittura e su noi stessi. Progettando i loro sforzi nella forma di un Haiku, con le sue tre parti, possiamo dire che per tutti loro un versetto sta per la natura, un altro per la cultura e alla fine, facendo attenzione a comprendere la loro predilezione per certi tipi di immagini e l’attenzione per gli aspetti formali, l’ultimo verso sta per la personalità dell’artista. Il loro approccio alla pittura ha una freschezza propria, ciascuno è diverso dall’altro e tutti sono allo stesso tempo un unico tributo alla pittura. E cosa c’è di più bello dell’avere la possibilità di lasciarsi sopraffare dalla gioia attraverso l’arte, visti questi tempi tormentati della scena sociale e politica Rumena.
Artisti partecipanti: Ovidiu Leuce, Valentin Marian Ionescu, Marcel Rusu, Pavel Grosu, Cristian Avram
Curatore: Roxana Modreanu (b. 1992)
Roxana Modreanu è studentessa all`Università di arte e design a Cluj Napoca. La sua ricerca si concentra sulla scena artistica di Cluj nell`epoca comunista e nella contemporaneità. Come risultato del suo interesse per la scena artistica contemporanea di Cluj, ha cominciato a curare mostre per giovani artisti. "Haiku. Poems by Young Romanian Artists" da Boccanera Gallery è la sua prima mostra oltre i confini della Romania.
Un speciale ringraziamento ad Andrei Ciurdarescu
LEONARDO PELLICANÒ, "PRAISE TO FAILURE, AND ALL THAT HASN`T BEEN"
BOCCANERA PROJECT ROOM, VIA ALTO ADIGE 176, TRENTO - IT
Opening: sabato 11 marzo dalle 18.00 alle 24.00 | Saturday, March 11, 6pm - midnight
11 marzo - 15 aprile 2016 | March 11 - April 15, 2017
(for the english version, please scroll down)
“Il fallimento ci permette di vedere l’esistenza nella sua nuda condizione. [...]
Esso è l’improvvisa irruzione del nulla nel mezzo dell’esistenza. Fare esperienza del fallimento significa iniziare a vedere le crepe nella natura dell’essere.”
Costica Bradatan, New York Times, 2013
Boccanera Project Room è lieta di presentare la personale di Leonardo Pellicanò, Lode al fallimento, e tutto ciò che non è stato. La mostra analizza il fallimento, l’errore alla base del processo pittorico, come l’irruzione di qualcosa di inaspettato che stravolge le aspettative e le fissazioni. Quando l’errore si manifesta in figura, tramite una chiara intenzione, questa diventa presenza, ed il segno, essenza.
Durante il processo si realizza una dissoluzione della barriera che divide il mondo interiore dal mondo esteriore. La pittura di Pellicanò permette, idealmente, di incorporare questa concezione e di riproporla tramite l’esperienza estetica.
Vi è quindi un continuo affluire di memorie personali e collettive, che diventano indistinguibili.
Il progetto Lode al fallimento, e tutto ciò che non è stato prende in esame proprio questo processo creativo di Leonardo Pellicanò che parte sempre da immagini già esistenti, con un rapporto diretto e libero nei confronti della storia dell’arte.
Non è necessariamente come un apparato citazionistico, in quanto l’obiettivo è quello di negare la citazione, instaurando un rapporto affettivo e autentico con le immagini.
E’ per questo che l`artista ritrova spesso nei soggetti la sua persona, o una versione passata di sè, o qualche parente mai conosciuto, o amici di infanzia.
Non è tanto un taglio autobiografico, quanto una ricaduta inevitabile in sè stesso.
La scelta del soggetto parte da uno stimolo puramente emozionale, è la ricerca di una presenza familiare; anche se è collocato nel passato, è qualcosa che ancora brucia nella coscienza. Un trauma per il quale non si trova conforto, che va riattualizzato, rivissuto.
La ricerca di Leonardo Pellicanò è caratterizzata da una pittura che indaga sulla mancata comunicazione dovuta ad un’insufficienza del linguaggio. Ed è lì che l`artista fa irruzione con l’immagine, media quello che il linguaggio non riesce a circoscrivere e fornisce nuove articolazioni ad un vocabolario emotivo carente della contemporaneità.
Leonardo Pellicanò è nato a Roma nel 1994. Vive tra Milano e Roma.
Nel 2014 consegue il diploma al liceo artistico Sant’Orsola di Roma. Attualmente studia al terzo anno della sezione Pitture e Arti visive della NABA, Milano.
Tra le sue mostre cui ha partecipato “Era Pacifica Pare” al Careof - Fabbrica del Vapore a Milano nel 2016 e, tra le sue performance, “Uomo ammaestrato” al Theatre of Learning, NABA di Milano nel 2015.
Nel marzo 2017 partecipera` alla collettiva “Cheating Entropy” alla Fondazione Paolina Brugnatelli a Milano.
(english version)
“Failure allows us to see our existence in its naked condition.[...]
Failure is the sudden irruption of nothingness into the midst of existence. To experience failure is to start seeing the cracks in the fabric of being.”
Costica Bradatan, New York Times, 2013
Boccanera Project Room is pleased to announce Leonardo Pellicanò’s solo show, Praise to failure, and all that hasn’t been. The show analyzes failure: failure is at the roots of the painting process, it is like an eruption of something unexpected which defies expectations and fixations.
When error manifests itself in the figure, and is clearly intentional, it becomes a presence, gesture, essence.
During this process a breaking down of barriers between the interior world and the external world takes place. This causes a continuous flow between personal memory and collective memory, which become almost indistinguishable.
The project Praise to failure, and all that hasn’t been takes in consideration Leonardo Pellicanò’s method, which always starts from already existing images, and with a direct and loose approach towards art history.
The references are not necessarily quotations, since the objective is that of negating the quotation itself, thus establishing an authentic and affective relationship with the images.
This is why the artist often finds himself in his subjects, or a past version of himself, or a relative he has never known, or a childhood friend.
It’s not so much a biographical choice but, rather, an inevitable rediscovery oneself.
The choice of the subject starts from a purely emotional input, and is a constant search for a familiar presence; even if it is placed in the past, it is something that still burns in one’s consciousness. A trauma for which there is no comfort, one that needs to be brought back up to date, relived.
Leonardo Pellicanò’s research is characterized by a painting which investigates a failure in communication due to an insufficiency of language itself. That is the place where the artist intervenes with the image: he mediates between what language cannot define, and he creates new articulations for today’s lack of an emotional vocabulary.
Leonardo Pellicanò was born in Rome in 1994. He lives in Milan and Rome. In 2014 he gained his high school diploma at the Liceo artistico Sant’Orsola, Rome. At the present moment he is undertaking his third year of studies of Painting and Visual Arts at NABA, Milan.
The shows he has taken part in include “Era Pacifica Pare” at Careof - Fabbrica del Vapore, Milan, in 2016; his performances include “Uomo ammaestrato” at the Theatre of Learning, NABA, Milan.
In 2017 he will participate in the group show “Cheating Entropy” at the Ex Pellicceria (Paolina Brugnatelli Foundation), Milan.