Hamish Fulton – Migrant volcano
L’allestimento prevede due grandi opere a parete, alcuni lavori fotografici e piccole sculture in legno; i visitatori avranno l’opportunità unica di ripercorre la camminata intrapresa da Fulton lungo le pendici dell’Etna tra il 7 e il 14 ottobre del 2014.
Comunicato stampa
Grazie ad un allestimento che prevede due grandi opere a parete, alcuni lavori fotografici e piccole
sculture in legno, i visitatori avranno l’opportunità unica di ripercorre la camminata intrapresa da
Fulton lungo le pendici dell’Etna tra il 7 e il 14 ottobre del 2014.
Il “walk” si iscrive all’interno di una pratica che contraddistingue in maniera specifica il lavoro di
Fulton: “Se non cammino – dice – non posso creare un’opera d’arte”. Queste camminate, delle
vere e proprie esperienze immersive nell’ambiente e nel paesaggio, gli permettono infatti una
lettura unica dei contesti, della loro storia, delle radici che dal passato conducono l’umanità fino al
presente. Da tale approccio nasce anche Migrant Volcano, il wall painting che dà il titolo alla
mostra e che sintetizza non solo il percorso svolto, ma specialmente il senso che l’artista ha dato a
questo straordinario territorio.
Fulton ha infatti emblematicamente inteso il suo tragitto come un’unica linea di passi che dal mare
ha toccato la cima dell’Etna e da lì è nuovamente sceso verso le acque: per lui in questa linea si
concretizza visivamente la storia di un luogo da sempre interessato da migrazioni. Circondata dal
Mediterraneo, questa meravigliosa isola deve la sua ricchezza alle tante contaminazioni di chi nei
secoli vi è approdato lasciando le proprie tracce, ma anche alle criticità che hanno generato il
flusso migratorio contrario di chi è invece andato altrove in cerca di nuove prospettive, e quello
drammatico di chi - nei secoli e in questi ultimi anni - giunge sperando in un presente di salvezza.
Dall’intreccio di tali componenti emerge una realtà specifica di cui il paesaggio conserva una
memoria: tutte le opere esposte racchiudono quindi le tracce di questo percorso fisico e mentale
nello spazio. Senza mai indicare una strada, Fulton con i suoi lavori invita quindi a vivere
un’esperienza, perché è un percorso vissuto con uno sguardo libero che può forse farci scoprire le
radici di ciò che realmente siamo.