Hannes Egger – Walking in Beuys Woods
Questo nuovo evento proposto dal Museo d’Arte Contemporanea di Cavalese si sviluppa come un percorso, un viaggio sciamanico in cui l’incontro uomo/animale/natura diviene processo di guarigione e consapevolezza per l’uomo contemporaneo innescando pensieri e riflessioni ancor più necessari a seguito della recente strage di alberi avvenuta sulle Dolomiti.
Comunicato stampa
Questo nuovo evento proposto dal Museo d’Arte Contemporanea di Cavalese si sviluppa come un percorso, un viaggio sciamanico in cui l’incontro uomo/animale/natura diviene processo di guarigione e consapevolezza per l’uomo contemporaneo innescando pensieri e riflessioni ancor più necessari a seguito della recente strage di alberi avvenuta sulle Dolomiti.
Sulla scia delle idee e dei pensieri dell’artista tedesco Joseph Beuys, Hannes Egger rende protagonista il pubblico chiamato a confrontarsi con la propria dimensione naturale attraverso l’esperienza artistica.
La mostra si apre con un attraversamento, una passeggiata tra gli alberi di un probabile bosco immaginato da Beuys. Uno slittamento di ruoli coinvolge lo spettatore che si trova ad essere preda anziché cacciatore, da osservatore diviene osservato da fototrappole nascoste tra tronchi. L’uomo-animale si muove tra gli alberi ignaro di poter essere catturato.
La presenza-assenza di Beuys rimane un aspetto costante nella mostra, ritorna nell’incontro tra l’uomo e il lupo cui dà vita Egger attraverso un’installazione sonora. Suggestioni, parole riattivano nello spettatore il ricordo della celebre performance “I like America and America likes me” in cui Beuys convisse per una settimana con un coyote.
Nella pratica artistica di Hannes Egger tutto lascia spazio all’immaginazione. Non appaiono quadri, immagini, ma solo simboli evocativi e voce. In questo modo è il pubblico a divenire coautore, immaginando, ascoltando, giocando sempre con la possibilità di “ vedere l’invisibile”.
L’artista che si fa antropologo cerca di scardinare quella separazione netta tra umanità e animalità, pericolo per ulteriori infelici divisioni tra uomini differenti come già presagiva Claude Lévi-Strauss.
Al piano superiore è invece allestita una Kunsthalle, dall’aspetto di uno chalet realizzato con materiali e legno di recupero in cui sono raccolti lavori e fotografie dell’artista tedesco. Si innescano cortocircuiti visivi, un museo nel museo, in cui la presenza di Beuys, avvertita in tutta la mostra, sembra concretizzarsi. Beuys diviene artista ospite secondo una consuetudine del fare artistico di Egger.
L’artista ripropone infine l’aktion Ausfegen che si trasforma in una cerimonia di purificazione dello spazio espositivo come campo energetico. La questione ecologica viene sopravanzata da riflessioni sul significato di trasparenza e chiarezza nelle società democratiche.
L’esposizione si è estesa per volontà curatoriale ad una maggiore conoscenza del territorio e interazione con chi vi abita. Nel parco della Pieve sorge Bee Island, una grande installazione realizzata da Nicolò Valente, studente che ha tratto ispirazione dall’opera di Beuys 7000 Querce.
Mostra con catalogo 60 pp. Disponibile presso il Bookshop del Museo