Harry Adams
In mostra, attraverso dieci dipinti recenti, Harry Adams accosta presente e passato in una reinterpretazione di immagini e rilettura di alcune opere di grandi maestri come Giotto, Constable e Bosch, ma anche Paolo Uccello e Leonardo da Vinci.
Comunicato stampa
La galleria Paolo Curti/Annamaria Gambuzzi & Co. è lieta di annunciare la prima mostra personale in Italia di Harry Adams - inaugurazione martedì 20 maggio dalle 18.30 in via Pontaccio 19 a Milano.
Harry Adams è il nome del sodalizio artistico nato nel 2008 tra Steve Lowe e Adam Wood.
I due artisti, che si incontrano durante gli studi alla scuola d’Arte di Londra, iniziano da subito a collaborare a diversi progetti che spaziano dalla musica al cinema alla fotografia fino ad approdare alla pittura.
I rimandi a William Blake sono molto frequenti nella loro poetica, non a caso il titolo della mostra riprende un testo dell’ Ottocento scritto e illustrato da Blake in cui emerge lo spirito romantico della pittura, che non si limita ad essere un facsimile del reale, ma si eleva ad una sfera visionaria dell’uomo e della natura.
In mostra, attraverso dieci dipinti recenti, Harry Adams accosta presente e passato in una reinterpretazione di immagini e rilettura di alcune opere di grandi maestri come Giotto, Constable e Bosch, ma anche Paolo Uccello e Leonardo da Vinci.
In particolare per questa esposizione Harry Adams ha realizzato un omaggio al capolavoro del Rinascimento italiano a Milano: L’ultima cena di Leonardo da Vinci. Il grande trittico (cm. 183 x 366), dipinto con dense pennellate di colore alternate a zone di disegno e di “non finito”, interpreta un dialogo tra credenza e miscredenza, tra creazione e apocalisse in cui gli artisti danno all’arte una funzione spirituale.
I paesaggi ricoprono un ruolo importante, tra i soggetti in cui il duo si cimenta di frequente. L’atmosfera romantica dei panorami rurali come in “Ornamental Tree in Flood”, si contrappone al paesaggio arido raffigurato nell’opera: “Global Seed Vault, Svalbard”; un edificio situato al largo della costa norvegese e adibito a riunire il patrimonio genetico tradizionale delle sementi di tutto il pianeta. Una considerevole raccolta che ha la funzione di salvaguardare, in caso di disastri naturali, la diversità botanica di tutto ciò che è cresciuto sulla terra fino ad oggi. Nel dipinto, l’ingresso di questa costruzione ci appare come un’architettura monolitica carica di staticità, simbolo di potere e al tempo stesso metafora della natura sopraffatta e compromessa.
Le opere esposte in mostra sono realizzate con l’antica tecnica dell’encausto. Storicamente utilizzata a muro, viene in questo caso impiegata sulla tela in una fusione di cera e colore in cui la pennellata e il segno grafico si materializzano liberamente.
Adam Wood è nato nel 1965 nell’East London - Steve Lowe è nato nel 1966 a Slough (Berkshire)
Vivono e lavorano tra Londra e Hastings (UK)