Hector&Hector – White
Il bianco è ambiguo. Il colore del sacro e della purezza ma anche del lutto e della morte come per i popoli africani e Aztechi. Sono tutti messaggi semantici che l’artista Hector&Hector ha cercato di trasportare sulle opere, esaltando e mistificando la storia con il colore principe della cristianità.
Comunicato stampa
Partendo dal Museo del Bargello di Firenze, con lo splendore di Apollo e Giacinto di Benvenuto Cellini, oppure al David di Michelangelo, in entrambi i casi il bianco marmoreo avvolge l’etere come la somma di tutti i colori. Oppure alla sua totale assenza. Il bianco è ambiguo, lo portano le divinità dell’Olimpo, i re di Francia, i senatori romani e i papi sulla Terra. Il colore del sacro e della purezza ma anche del lutto e della morte come per i popoli africani e Aztechi. Ma con il suo candore eleva verso il paradiso, verso l’eterno divino, legato al ciclo della rinascita e della resurrezione. Ma d’altra parte è anche ispiratore dell’assenza, di quell’aura misteriosa che trasporta gli spettri fino ai riti iniziatici sotto i raggi lunari. Sono tutti messaggi semantici che l’artista Hector&Hector ha cercato di trasportare sulle opere, esaltando e mistificando la storia con il colore principe della cristianità. Bianco dunque, per ricoprire con soffice silenzio la sventura e la solitudine degli uomini.