Heidi Bucher – Sublime Geometry
Prima mostra personale dell’artista svizzera in Italia.
Comunicato stampa
ALMA ZEVI è lieta di presentare Heidi Bucher: Sublime Geometry, la prima mostra personale dell’artista svizzera in Italia. Heidi Bucher (Winterthur, Svizzera, 1926 – Brunnen, Svizzera, 1993) ha frequentato la School of Applied Arts di Zurigo dal 1942 al 1946, e ha poi lavorato a lungo negli Stati Uniti e in Svizzera nel corso della sua carriera. Nel 2017 i suoi lavori sono stati inclusi nella 57ma Biennale di Venezia, Viva Arte Viva, curata da Christine Macel. Nello stesso periodo, ALMA ZEVI ha presentato FLOORS, una mostra che metteva a confronto il lavoro di Bucher con importanti fotografie di Gordon Matta-Clark.
Heidi Bucher: Sublime Geometry traccia le esplorazioni radicali compiute dall’artista all’interno di spazi architettonici e domestici, e la pone in dialogo con il Minimalismo della metà del Ventesimo secolo. Bucher ha trascorso il suo periodo più formativo in California e a New York negli anni Sessanta e all’inizio degli anni Settanta, pur non affiliandosi a nessun movimento in particolare. La mostra analizza l’approccio sovversivo di Bucher nei confronti del Minimalismo di artisti come Donald Judd, Sol LeWitt o Agnes Martin. Bucher ha “spezzato” la cornice minimalista (e il suo formato reticolare) inserendo esplicitamente la propria presenza nel suo lavoro, attraverso tracce come le sue impronte digitali e altri elementi performativi. L’estetica minimalista esigeva dagli artisti l’assoluta rigidità e drittezza delle linee, caratteristiche che davano origine a composizioni, seppur splendide, spesso severe e anonime. Questa semplicità austera si riflette anche nelle forme geometriche di molti lavori di Bucher, tra i quali i più iconici sono gli skinnings (“scuoiamenti”). Nel processo di realizzazione di questi lavori Bucher utilizzava il lattice per creare uno stampo delle superfici architettoniche, e successivamente lo rimuoveva come una pellicola per poi esporla come opera d’arte. Tale tecnica di scuoiamento è evidente in lavori come le pareti e i pavimenti piastrellati del suo studio a Zurigo, che confluiscono nella serie Borg (1975-77). Sfuggendo ogni categorizzazione, le opere evocano una temporalità innata.
Il collage su seta Untitled (1954), il lavoro più vecchio incluso in mostra, testimonia che anche come artista emergente Bucher aveva un interesse nascente verso la forma astratta. Gli skinnings e gli embalmings (“imbalsamazioni”) degli anni Settanta e Ottanta possono essere visti come un’evoluzione di questi collage iniziali. Le opere inserite nell’allestimento sono formate da diversi strati di materiale che le rendono tridimensionali, come si vede dalle trapunte (1979). Le sezioni di parquet (45 Der Parketthoden des Herrenzimmer in Wülflingen, Winterthur, 1979), inoltre, sono prese dalla casa dei genitori di Bucher e da quella dei suoi antenati, ed evocano una presenza quasi spettrale. Se da un lato catturano un senso di immaterialità, dall’altro questi lavori richiedono un’attenta analisi formale. I loro motivi grafici con le linee verticali, orizzontali e oblique si uniscono ai bordi ondulati e resi intenzionalmente ruvidi.
Per la prima volta sono anche esposti due disegni preparatori per un progetto, mai realizzato, per la Biennale di Venezia del 1990. Eseguiti nel 1989 Bienal Venedig e Venedig raffigurano tre sculture architettoniche inserite in uno spazio ben delineato. Questi lavori su carta sono un riferimento diretto a uno dei più importanti lavori di Bucher: Flying Skinroom (1988), in cui una stanza interamente scuoiata viene decontestualizzata dal suo luogo di origine, lasciando da parte il suo passato.
L’opera di Bucher presenta una dicotomia tra la sua estetica formalista e un potente effetto psicologico, in cui la linea precisa e netta si confonde con la memoria e la rimozione. Oggetti domestici, come le trapunte, sono trasformati in elementi scultorei e geometrici, e le aree di parquet scuoiate e le piastrelle delle pareti rivelano una simmetria sottostante e un ordine nei motivi grafici che occupano gli ambienti quotidiani.
Mostre personali dedicate a Bucher sono state organizzate, tra le altre, presso Parasol Unit Foundation, Londra (2018); The Swiss Institute of Contemporary Art, New York (2014); Centre Culturel Suisse, Parigi (2013); Migros Museum für Gegenwartskunst, Zurigo (2004); Kunstmuseum Thurgau, Warth (1993); Los Angeles County Museum of Art, Los Angeles (1972); Musée d’Art Contemporain, Montréal (1971); e Museum of Contemporary Crafts, New York (1971).