Helen Frankenthaler – Sea Change: A decade of paintings 1974–1983
Gagosian è lieta di presentare a Roma una mostra di dipinti di Helen Frankenthaler, in concomitanza con l’esposizione dell’artista al Museo di Palazzo Grimani durante la Biennale di Venezia 2019.
Comunicato stampa
Disegna sull’intera superficie e al suo interno,
colorane alcune parti e trasformala in una specie di mare.
Helen Frankenthaler
Gagosian è lieta di presentare a Roma una mostra di dipinti di Helen Frankenthaler, in concomitanza con l’esposizione dell’artista al Museo di Palazzo Grimani durante la Biennale di Venezia 2019.
Frankenthaler è da tempo riconosciuta come una delle più grandi artiste americane del Ventesimo secolo. Figura di punta della seconda generazione di pittori astratti americani del Dopoguerra, è famosa per il suo ruolo fondamentale nella transizione dall’Espressionismo Astratto al movimento Color Field. Con la sua invenzione della tecnica soak-stain, ha ampliato le possibilità della pittura astratta, rifacendosi a volte anche al figurativo e al paesaggio in modo unico.
Nell’estate del 1974 Frankenthaler affitta una casa a Shippan Point vicino a Stamford, nel Connecticut, affacciata sulle acque del Long Island Sound, segnando l’inizio di un importante periodo di cambiamento nel suo lavoro. La mostra, intitolata Sea Change, comprende dodici tele dipinte tra il 1974 e il 1983 fortemente influenzate dagli ampi panorami e dal movimento delle maree di questi nuovi paesaggi.
Una delle prime tele di quegli anni, Ocean Drive West #1 (1974), si riferisce esplicitamente all’oceano con le sue bande orizzontali fluttuanti, che sembrano arretrare di fronte a una distesa blu trasparente. In Jupiter (1976) e Reflection (1977), le pennellate sono dense e verticali, e sembrano essere sul punto di dissolversi. In entrambi questi dipinti, i colori caldi della terra sono in contrasto con il blu-verde acqueo, evocando l’incontro tra terra e acqua. Le tele di grande formato Tunis II e Dream Walk Red (entrambe del 1978), esprimono un forte senso di calore, con densi strati di rosso scuro, rosa, cremisi, terra di Siena e rosso scarlatto. In questo periodo Frankenthaler lavora sul concetto di “fare di più per ogni immagine,” per creare opere allo stesso tempo più complesse e complete.
In Feather (1976), Omen (1980) e Shippan Point: Twilight (1980) i colori si mescolano, si sovrappongono e si ripiegano l’uno nell’altro producendo sfumature morbide ed originali. I tocchi, i segni e i tratti di pigmento giallo di Omen preannunciano le successive tele orizzontali di dimensioni ambiziose: densi grumi e tracce di colore scuro su un fondo più chiaro in Sacrifice Decision (1981), o di colore chiaro su un fondo più scuro in Eastern Light (1982). Con Tumbleweed (1982), Frankenthaler inquadra questo approccio pittorico su un campo verde luminoso e compatto, allontanandolo dal riferimento ai valori atmosferici – di aria e acqua – per portarlo su un terreno più solido, come espresso dal titolo e dalla superficie verdeggiante.
La tela più recente in mostra, Silver Express (1983), testimonia il momento in cui Frankenthaler inizia a non pensare più all’acqua e immagina invece di spostarsi su una superficie piatta e resistente, in questo caso ai margini di uno spazio più urbano come la piazza. Il solido monocromo rosso è al contempo l’opposto e il risultato del processo iniziato con il fluido monocromo blu di Ocean Drive West #1. Una “specie di mare” torna sulla terraferma.
Helen Frankenthaler: Sea Change, quinta mostra di Frankenthaler presentata da Gagosian dal 2013, è curata da John Elderfield, Capo Curatore Emerito della sezione Dipinti e Sculture del Museum of Modern Art di New York, e consulente per i progetti speciali di Gagosian. La mostra sarà accompagnata da un catalogo illustrato con un saggio di Elderfield.
Helen Frankenthaler (1928–2011) ha prodotto un corpus di opere il cui impatto sull’arte contemporanea è stato profondo e continua a crescere. I suoi lavori si trovano nei principali musei e collezioni di tutto il mondo e la sua carriera è stata oggetto di significative pubblicazioni che includono tre importanti monografie e numerose mostre istituzionali, tra le quali Helen Frankenthaler: Paintings, Jewish Museum, New York (1960); Whitney Museum of American Art, New York (1969); Helen Frankenthaler: A Paintings Retrospective, Modern Art Museum of Fort Worth, TX (1989); Helen Frankenthaler: Prints, National Gallery of Art, Washington, DC (1993); Against the Grain: The Woodcuts of Helen Frankenthaler, National Gallery of Australia, Canberra (2005); Giving Up One’s Mark: Helen Frankenthaler in the 960s and 970s, Albright-Knox Art Gallery, Buffalo, NY (2014–15); Pretty Raw: After and Around Helen Frankenthaler, Rose Art Museum at Brandeis University, Waltham, MA (2015); e Abstract Climates: Helen Frankenthaler in Provincetown, Provincetown Art Association and Museum, MA (2018; poi al Parrish Art Museum, Water Mill, NY, Agosto 2019).
Didascalia immagine: Helen Frankenthaler, Jupiter, 1976, Acrilico su tela, 106 x 74 1/4 in 269.2 x 188.6 cm. © 2019 Fondazione Helen Frankenthaler, Inc./Artists Rights Society (ARS), New York. Foto: Rob McKeever, Courtesy Gagosian
https://gagosian.com
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