Helga Vockenhuber – L’anima trovata
Dodici opere monumentali in bronzo in un percorso espositivo che si concentra su tre nuclei tematici: il volto, il corpo, il cosmo rappresentato dalle forme dilatate di gigli e rose. Simboli, metafore, richiami al mito costituiscono l’universo creativo dell’artista che lancia allo spettatore un suggestivo invito alla contemplazione.
Comunicato stampa
Pietrasanta (LU)_ La spiritualità caratterizza le creazioni della scultrice austriaca Helga Vockenhuber che si presenta per la prima volta nella cornice di Piazza del Duomo e della Chiesa di Sant’Agostino con “L’anima trovata”. Dodici opere monumentali in bronzo in un percorso espositivo che si concentra su tre nuclei tematici: il volto, il corpo, il cosmo rappresentato dalle forme dilatate di gigli e rose. Simboli, metafore, richiami al mito costituiscono l’universo creativo dell’artista che lancia allo spettatore un suggestivo invito alla contemplazione.
La mostra, dal titolo “L’anima trovata”, a cura di Giuseppe Cordoni, è un’iniziativa dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Pietrasanta con la promozione di Del Charo Art Connection.
Il plasticismo strutturato di Helga Vockenhuber esercita una profonda forza attrattiva. I suoi giganti bronzei annullano la loro imponenza materica rendendosi tramite di una suggestione spirituale che conduce lo spettatore ad una riflessione sulla più intima essenza. L’impatto simbolico scaturisce da un efficace rapporto tra linee e volumi. Mescolando fisionomie e origini diverse, Vockenhuber intende rappresentare e comunicare l’unicità di ciascun essere. Le sue creature ci appaiono come totem senza tempo, forieri di un messaggio di spiritualità, di un ritorno alle origini del sentire.
Cenni biografici
Helga Vockenhuber (Mondsee, Austria, 1963) vive e lavora tra la città natale e Pietrasanta dove da anni ha intrapreso un rapporto creativo con la Fonderia Del Chiaro. Attraverso il gioiello compie uno studio sul corpo umano, ma anche sullo sguardo interiore. La scuola di Judy Fox a Salisburgo nel 2005 la conduce al definitivo ingresso nella scultura cui si dedica nei laboratori di Pietrasanta.