Henry Moore – Paesaggi neri
La mostra presenta al pubblico due serie litografiche – Stonehenge e Auden poems / Moore lithographs – capolavori della tarda maturità di Henry Moore. Tra i più celebri scultori del XX secolo, simbolo, a tratti controverso, di un nuovo umanesimo e della funzione pubblica dell’arte, Henry Moore è stato anche straordinario disegnatore.
Comunicato stampa
La mostra presenta al pubblico due serie litografiche - Stonehenge e Auden poems / Moore lithographs - capolavori della tarda maturità di Henry Moore. Tra i più celebri scultori del XX secolo, simbolo, a tratti controverso, di un nuovo umanesimo e della funzione pubblica dell'arte, Henry Moore è stato anche straordinario disegnatore. Le sue opere grafiche restituiscono una lettura più completa dell’artista inglese, e non a caso su di esse la critica si è focalizzata negli ultimi anni, sottolineandone gli elementi di complessità e originalità.
Le opere in mostra scaturiscono da una serie di opere grafiche che l’artista chiamava black drawings, disegni neri. Come affermano le curatrici Giuliana Altea e Antonella Camarda nel catalogo edito da Agave edizioni, “i black drawings e le stampe che ne derivano, caratterizzati sul piano stilistico dalla prevalenza del nero contrastata dall’emergere di lumeggiature intense e drammatiche, hanno un tono generale a meta strada fra una elegiaca riflessione sull’autunno della vita e la consapevolezza della propria statura di artista”. Pietre miliari della grafica novecentesca, costituiscono una sintesi delle poetiche portate avanti nel corso della sua carriera, dalle ricerche surrealiste che caratterizzano gli anni della giovinezza, alla sensibilità per la latente energia del primitivismo, amato sin dalla prima formazione e mai abbandonato, sino alla lezione del classico e dei grandi maestri della storia dell’arte.
Le pietre di STONEHENGE - che gia in precedenza avevano influenzato la sua ricerca grafica e scultorea – sono per Moore emblema di appartenenza nazionale e espressione di energia e ineguagliata forza plastica. Se la presenza monumentale e la “pietrosita” dei megaliti risaltano nelle prime stampe, progressivamente lo sguardo dell'artista si avvicina fin quasi a strisciare sulle superfici corrose, percorrendone ogni anfratto, in una progressiva identificazione fra paesaggio e corpo umano (un corpo che per Moore è quasi sempre inevitabilmente quello della donna/madre).
AUDEN POEMS / MOORE LITHOGRAPHS ci offre un confronto con uno dei maggiori scrittori inglesi del Novecento, autore di poesie come Funeral Blues e La verità, vi prego, sull'amore. Moore si confronta con le liriche di W. H. Auden – con il quale aveva in gioventù condiviso ideali politici e battaglie culturali -
dell'esistenza umana con un approccio che si allontana dalla mera illustrazione, né indugia su toni nostalgici o crepuscolari, al contrario riaffermando, in contrasto e competizione con il poeta stesso, la propria visione del mondo.
Questi paesaggi neri, segnati dal tempo, dalla storia, profondamente permeati dalla presenza umana, ci attraggono con dettagli che si ingigantiscono sino ad acquisire una totale autonomia rispetto al tutto a cui appartengono o con orizzonti che si allontanano per perdersi in un’atmosfera vischiosa e soffocante; corpi modellati sulle colline dello Yorkshire o rocce che si fanno umane in un processo metamorfico.
L’obiettivo – ambizioso – è quello di riassumere in pochi fogli di carta l’essenza stessa del reale, accostandosi ai grandi maestri del passato (Michelangelo, Rembrandt, Goya, Seurat) con la sicurezza di un artista che si sente ormai parte dei classici, declinandone i temi dell'amore, della morte e della totalità