Hervé Barmasse. Cervino. La montagna leggendaria
mponente e solitario, dalla forma perfetta di una piramide, con i suoi 4.478 metri di altezza il Cervino svetta sulle Alpi Pennine, al fondo della Valtournenche.
Comunicato stampa
Imponente e solitario, dalla forma perfetta di una piramide, con i suoi 4.478 metri di altezza il Cervino svetta sulle Alpi Pennine, al fondo della Valtournenche.
Considerato a lungo inespugnabile, con la prima ascensione del 1865 nacque il suo mito, che si diffuse rapidamente in tutto il mondo rendendolo una vetta leggendaria.
Da 160 anni attrae scalatori e alpinisti da Paesi vicini e lontani con un innegabile magnetismo, suscitando un misto di rispetto, timore e fascinazione che ne fanno una meta unica e ambita per turisti e alpinisti. Ma non solo. La sua popolarità e la sua storia l’hanno reso simbolo e icona delle montagne più belle e quasi perfette; lo Shivling è il Cervino dell’India, l’Ama Dablam del Nepal, l’Alpamayo delle Ande, il Masherbrum del Karakorum. Tutte si riferiscono al Cervino.
La parete Est del Cervino splende illuminata dal sole dopo una tempesta estiva. Diretta, al centro, la via percorsa dai primi salitori della parete il 18-19 settembre 1932 (Luigi Carrellino Carrel, Giuseppe Mazzotti, Maurizio Bich, Enzo Benedetti, Antonio Gaspard e Luciano Carrel).
Archivio Hervé e Marco Barmasse, Valtournenche (Aosta).
Nato e cresciuto ai piedi del Cervino, in una famiglia in cui il mestiere di guida alpina si tramanda da quattro generazioni, Hervé Barmasse, alpinista, scrittore, regista di film di montagna e guida alpina, è il solo ad aver salito tutte e sei le creste in solitaria.
Un legame intimo e profondo lo lega alla montagna di casa, salita per la prima volta a sedici anni. Sulla Gran Becca, tra prime ascensioni solitarie, prime invernali e vie nuove, è l’alpinista che ha all’attivo più exploit e l’unico, dopo Walter Bonatti, ad aver aperto una via nuova in solitaria. Ed è tramite l’alpinismo, e l’incontro con il Cervino, che l’alpinista valdostano ha creato un rapporto stretto con la natura.
A partire dal suo ultimo libro, Cervino. La montagna leggendaria, la mostra dell’estate 2023 al Museo Nazionale della Montagna e alla Casa Alpina IREN della diga di Ceresole Reale, nel Parco del Gran Paradiso, vuole raccontare la montagna più iconica delle Alpi attraverso gli occhi di un alpinista e ripercorrerne la storia delle ascensioni fino ai giorni nostri tramite materiali storici del Centro Documentazione del Museo e di altri archivi, tra i quali Fondazione Sella di Biella, Archiv des Deutschen Alpenvereins di Monaco di Baviera, Archivio della Società Guide Alpine del Cervino, Archivio Ragni della Grignetta di Lecco, oppure provenienti da raccolte personali. Il racconto cronologico, partendo dalla prima salita, con fotografie, documenti, materiali originali e video narra le imprese dei protagonisti, mentre una proiezione immersiva, a cura di auroraMeccanica, fa rivivere ai visitatori il fascino dell’iconografia che ha visto nascere e nutrito il mito del Cervino.
L'EVENTO INAUGURALE
Cervino. Ritratti storici a tempo di musica, con Hervé Barmasse e il gruppo musicale valdostano L'Orage.
La serata-evento che inaugura la mostra al Museomontagna è organizzato in collaborazione con IREN e con il festival Borgate dal Vivo. Uno spettacolo che al piacere della musica e dell’intrattenimento dal vivo unisce quello della divulgazione e della conoscenza, dell’avventura unita alla scoperta.
Attraverso il racconto di Hervé Barmasse, le immagini più suggestive della Gran Becca e la musica del gruppo guidato da Alberto Visconti e i fratelli Boniface, tutti avranno l’occasione di arrivare in vetta al Cervino, la montagna simbolo di tutte le montagne nel mondo.
Ingresso gratuito, fino a esaurimento posti, con prenotazione necessaria.
In caso di maltempo lo spettacolo sarà rimandato; l’inaugurazione si terrà nella Sala degli Stemmi.