Hidetoshi Nagasawa – Amicizia senza gravità
La mostra- omaggio a Hidetoshi Nagasawa, l’artista giapponese ma italiano d’adozione recentemente scomparso, che La Nuova Pesa inaugura giovedì 4 ottobre, intende, attraverso le parole stesse di Simona Marchini, “celebrare un incontro sottile e profondo tra due persone” il cui primo incontro risale a oltre un decennio fa, precisamente al 2005, anno in cui Simona Marchini invitò l’allora giovanissimo critico d’arte Giacomo Zaza a curare la doppia personale Araki – Nagasawa.
Comunicato stampa
La mostra- omaggio a Hidetoshi Nagasawa, l’artista giapponese ma italiano d’adozione recentemente scomparso, che La Nuova Pesa inaugura giovedì 4 ottobre, intende, attraverso le parole stesse di Simona Marchini, “celebrare un incontro sottile e profondo tra due persone” il cui primo incontro risale a oltre un decennio fa, precisamente al 2005, anno in cui Simona Marchini invitò l’allora giovanissimo critico d’arte Giacomo Zaza a curare la doppia personale Araki - Nagasawa.
Seguirono altre collaborazioni, quali la mostra Ombra d’Angelo al Monastero delle Lucrezie nell’ambito del Todi Arte Festival 2007, fino alla più recente, lo scorso anno, in occasione della mostra Trame d’autore presso l’Auditorium di Roma nell’ambito della XII edizione della Festa del Cinema.
Ovviamente si tratta di date che scandiscono soltanto un percorso professionale ma che poco ci informano di altre corrispondenze, più ineffabili, stabilitesi tra due persone che si riconoscono al di là del ruolo artista-mecenate.
Non a caso il titolo della mostra, Amicizia senza gravità, intende alludere sia alla specificità del lavoro di Nagasawa, la cui sospensione e assenza di peso sembra sfidare la legge fisica di gravità, sia a quella che dovrebbe essere la condizione dell’amicizia: la non obbedienza alla meccanica e alla dinamica della pesantezza, dunque della gravità, nella relazione.
Nell’occasione sarà riproposta la grande installazione del 2005 Struttura di odore e, per gentile concessione di Andrea Alibrandi, Galleria Il Ponte, Firenze, la scultura Vecchio pino, 1985, già presentata nel 2017 in occasione della mostra Trame d’autore.
Testo critico di Giacomo Zaza.