Hokusai – Il vecchio che amò l’arte di folle amore
In mostra una ricca esposizione di stampe originali di Hokusai Katsushika, il più celebre degli artisti giapponesi del XIX secolo.
Comunicato stampa
Dal 16 marzo al 30 aprile, la galleria Elena Salamon - Arte Moderna di Torino presenta “HOKUSAI – Il vecchio che amò l’arte di folle amore” una ricca esposizione di stampe originali di Hokusai Katsushika, il più celebre degli artisti giapponesi del XIX secolo.
Per oltre settant’anni, Hokusai lavorò incessantemente per riuscire nel suo intento di concepire l’opera d’arte perfetta, come egli stesso confessa nel colophon del primo volume alle “Cento vedute del Fuji”, un te¬stamento spirituale che ha dato fama immortale a Hokusai come figura archetipica dell’artista, la cui incessante ricerca di eccellenza tecnica coincide con la ricerca del segreto della vita stessa: “…dall’età di sei anni ho sentito il desiderio di dipingere qualsiasi cosa vedessi attorno a me. Arrivato ai cinquant’anni, mi sono accorto di aver creato un infinito numero di opere, ma posso dire che non c’è nulla davvero degno di nota in ciò che ho prodotto fino ai settant’anni. Solo adesso, all’età di settantatré anni, ho parzialmente ca¬pito la vera forma e il carattere di uc¬celli, pesci e piante. Pertanto, quando arriverò a ot¬tant’anni, avrò ancor più approfondito queste conoscenze e a novanta riuscirò a penetrare nel vero, intimo significato delle cose. A cento anni raggiungerò un alto livello di perfezione e, all’età di centodieci, ogni cosa che io creerò, ogni punto ed ogni linea che traccerò, saranno vita essi stessi.”
Il fuoco sacro dell’arte che consumava il Maestro con divorante passione è lo spirito che ha guidato la selezione di stampe in esposizione, stampe dove si comprende appieno quanto l’arte fu per Hokusai l’unica fonte di significato nell’arco della sua vita: la sua casa, il suo nu¬trimento, il suo amore. “A guidare la scelta delle opere - commenta Elena Salamon - è stato il profondo amore verso l’arte di Hokusai; un amore antico che è fiorito in me fin da bambina, quando mia nonna allestì la prima mostra del maestro con stampe provenienti della collezione di Frank Lloyd Wright. Di Hokusai ho sempre apprezzato il gesto perfetto abbinato al suo temperamento e alla sua incredibile passione, al suo essere artista mai sazio, in costante ricerca e attività.”
L’esposizione alla Elena Salamon - Arte Moderna si compone di 108 XILOGRAFIE ORIGINALI appartenenti alla serie delle “Cento vedute del Fuji” - capolavoro assoluto del maestro, non solo per la concezione artistica, ma anche per l’eccezionale qualità dell’incisione e della stampa - insieme ad una raffinata selezione di stampe a colori, tratte dalle celeberrime “Trentasei vedute del Fuji”, dai “I ponti di tutte le Province” e dalla serie dei “Surimono” - stampe policrome con un fascino irripetibile, una forza e un’eleganza che ci consentono di ammirare lo spirito giapponese. In queste vedute Hokusai riesce ad esprimere, attraverso sapienti tratti, la sua passione profonda e avvolgente per la natura. La natura diventa poesia ed è raccontata in tutta la sua grazia; i singoli elementi delle tavole, dalle rocce alle acque così come gli animali e i paesaggi, prendono vita rispecchiando i sentimenti e le passioni della gente comune all’ombra del Fuji. Ai piedi dell’elegante cono del vulcano, il creato è declinato in tutte le sue forme: lo scorrere dell’acqua, l’impetuosità e persino la calma del vento.
Tra le stampe presentate in galleria: Il Fuji da una macchia di bambù detta Le canne dove la superba bellezza risiede nel gioco del doppio ventaglio dei bambù i cui fusti dalla linea incurvata ricalcano quella, estremamente lineare e pura, dei versanti della sacra montagna che si erge, bianca, in lontananza; Il Fuji dal mare detta La grande onda, uno dei capolavori dell’arte giapponese, dove tutto è movimento e l’onda è un’ellissi vorticosa dalla cresta protesa che afferra lo spettatore lasciandolo sorpreso e senza fiato; I tre bianchi del Fuji, un disegno che esprime poeticamente l’amore dei giapponesi per i paesaggi innevati, una composizione di ricercata semplicità con protagonisti il Fuji, i pini e due aironi bianchi sotto una nevicata; La baia di Tago vicino a Eijiri sulla Tokaido, interpretazione pittorica di una celebre poesia dell’antologia Manyoshu, è una stampa dai colori brillanti dove il blu, l’ocra e il turchese vengono amalgamanti armoniosamente dal sapiente occhio di Hokusai creando un gioco cromatico elegante e raffinato; Il Grande Cedro sul passo di Mishima nella provincia di Kai dove Hokusai rappresenta un gruppo di viandanti intenti a misurare la circonferenza di un enorme cedro abbracciandone il tronco con un gesto di esuberanza e di gioia; in questa stampa il maestro ha inserito il senso della prospettiva tipico della tradizione occidentale facendo di quest'opera una tra le più interessanti della serie.
Tutte le stampe sono corredate da schede tecniche redatte alla luce degli studi più recenti e contenenti precise informazioni su tirature, stati, stampatori ed editori.