Hologram/canecapovolto

  • DISTURB

Informazioni Evento

Luogo
DISTURB
Corso Nazionale 131 ( primo piano), 84018 , Scafati, Italia
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Date
Dal al

11.30 - 13.00 | 18.00 - 22.00 | lunedi chiuso

Vernissage
22/11/2012

ore 19

Curatori
Katiuscia Pompili
Generi
arte contemporanea, collettiva

Dopo Palazzo Riso (Palermo) e Arte Fiera (Bologna), Hologram approda a Di.st.Urb., anche pregno di un valore commemorativo, a ricordare la recente e prematura scomparsa dell’artista palermitano Andrea Di Marco.

Comunicato stampa

Hologram/canecapovolto
a cura di Katiuscia Pompili

opere e contributi di: canecapovolto, elisa abela, zoltan fazekas, ele rainer e hinna reval, operatore, alessandra ferlito

Vernissage: giovedì 22 Novembre ore 19:00
Fino al 9 dicembre

Dopo Palazzo Riso (Palermo) e Arte Fiera (Bologna), Hologram approda a Di.st.Urb. eccezionalmente di giovedì, il 22 Novembre 2012 alle ore 19:00, anche pregno di un valore commemorativo, a ricordare la recente e prematura scomparsa dell’artista palermitano Andrea Di Marco.
Dal greco holos (tutto) e graphé (scrittura), il termine oleografia riferisce di una tecnologia ottica capace di creare immagini tridimensionali su di una superficie a due dimensioni, memorizzando informazioni visive sottoforma di un finissimo intreccio di frange d’interferenza.
Anche l’Hologram pensato dal sodalizio artistico canecapovolto (1992, vivono e operano a Catania) lavora sull’accumulo, questa volta di idee, e proiezione delle stesse: nato nel 2011, il progetto racconta di una comunità artistica i cui membri, prim’ancora che da scambi di opere d’arte, sono accomunati da un medesimo orizzonte geografico e d’esistenza, dunque chiamati ad uno scambio e confronto d’idee, opinioni, perplessità, verità personali.
Jean-Luc Godard diceva “Il faut être deux pour une image”. Per il collettivo catanese bisogna essere una comunità perché sia possibile creare un’opera scevra da qualsiasi autoreferenzialità.
In questo segmento speculativo s’incunea e concretizza l’opera d’arte, che diventa allora racconto di un sentire comune, condotto nel territorio siciliano ma pronto a sdoganarsi per contaminarsi. Se, come dice Bourriaud in Esthétique relationelle, l’arte è un punto di collegamento tra l’artista e il pubblico, la famiglia elettiva si completa, infatti, con la partecipazione del fruitore chiamato, in un bailamme di frammenti audio-visivi indipendenti, a scegliere e selezionare le tracce alfine di creare nuove sequenze, rendendosi attore del momento creativo.
Hologram è una stanza la cui prospettiva policentrica, priva di gerarchie, di coordinate spazio-temporali-autoriali genera smarrimento e dubbio; un luogo in cui perdere la strada tracciata di un sentiero pre-esistente e costruire una propria mappa individuale.
Hologram è una Wunderkammer: una collezione di immagini statiche e in movimento, di suoni, di parole scritte e udite, sempre in divenire.
Hologram è sentimentale, non commerciabile; è una zona franca, una strada di barricate, rumorosa e incendiaria, è, infine, documento e monumento.

Di.st.urb. (Distretto di studi e relazioni urbane/in tempo di crisi), spazio dedicato alle arti visive annesso al circolo culturale Ferro3, si pone l’obbiettivo di attirare ed aggregare un ampio e diversificato gruppo, costantemente in fieri, di artisti, di critici e curatori, nonché di intellettuali afferenti ad altri ambiti e discipline interessati al confronto con i linguaggi dell’arte, adottando una prospettiva globale, ma prestando la massima attenzione anche al territorio. Prima ancora che area espositiva, funzione che pure gli è assolutamente propria, esso va dunque inteso come un cantiere in cui soggettività differenti per formazione e vocazione concorrono nell’articolazione di un discorso sempre suscettibile di nuovi apporti e sconfinamenti, ma anche costantemente fedele a due linee-guida ben definite. Esse sono sintetizzabili nei termini di un’arte come esercizio di strenua messa in questione della sua stessa natura, nonché come pratica votata al continuo confronto con la dimensione socio-politica, il che, allo stato attuale, si traduce inevitabilmente nell’intreccio con i nodi costituiti dai molteplici volti - economico, ecologico, politico, sociale - della crisi mondiale in corso, che è in definitiva crisi irreversibile dei paradigmi sui quali da oltre due secoli si fonda la civiltà occidentale.