Museion presenta HOPE, una mostra collettiva internazionale che esplora possibili spazi di speranza tra scienza e finzione.
Comunicato stampa
HOPE è il terzo capitolo di TECHNO HUMANITIES con un gruppo di ricerca internazionale di cui fanno parte Bart van der Heide, Leonie Radine, DeForrest Brown, Jr. e Gruppo Museion Passage |
Exhibition design: Diogo Passarinho Studio |
Museion presenta HOPE, una mostra collettiva internazionale che esplora possibili spazi di speranza tra scienza e finzione. Curata da Bart van der Heide e Leonie Radine in collaborazione con il musicista, teorico e scrittore DeForrest Brown, Jr., HOPE conclude la trilogia TECHNO HUMANITIES con un’ode alle scienze umane nel loro stretto legame con i musei come luoghi attivi di costruzione del mondo. La mostra, che occupa l'intera superficie del museo, comprende opere transdisciplinari di artiste e artisti appartenenti a diverse generazioni. È inoltre parte del progetto espositivo un'antologia di testi critici (Hatje Cantz) e un ampio programma di mediazione e di eventi. |
Dalla sua inaugurazione, esattamente 15 anni fa, l'edificio di Museion è stato spesso descritto come un'architettura extraterrestre, come un UFO atterrato nel centro di Bolzano. HOPE sottolinea questa immagine simbolica del museo come un'astronave, una capsula del tempo, un portale verso un'altra dimensione. Museion si trasforma così in un luogo di produzione di meraviglia, in cui scienza e finzione si fondono per affermare la speranza come pratica critica attiva. Come scrisse il filosofo Ernst Bloch nella prefazione al suo libro Das Prinzip Hoffnung, 1954 (Il Principio speranza): “si ha bisogno del cannocchiale più potente, quello della coscienza utopica levigata” per penetrare l’oscurità. |
HOPE invita il pubblico a muoversi tra spazi e tempi reali e immaginari, per esplorare punti di vista alternativi. L’architettura della mostra conduce prima al quarto piano, fuori dal percorso abituale, in un osservatorio dove, attraverso diverse capsule temporali artistiche si aprono nuove prospettive su sfere terrestri e celesti. Il percorso, attraverso cosmologie artistiche individuali e collettive, offre l'opportunità di esplorare il Sé e l'Altro al di là di una visione antropocentrica del mondo. Le installazioni video, le sculture, i costumi, i dipinti e i disegni creano un'atmosfera fantascientifica tra apocalisse e nuovi inizi, in cui scienze umane, tecnologia, ecologia ed economia si incontrano. |
Gli artisti e le artiste che espongono al terzo piano utilizzano talvolta nuovi strumenti di costruzione del mondo nell'era dell'intelligenza artificiale e della realtà virtuale. Con le loro installazioni, che ricordano i videogiochi, creano spazi immersivi tra il virtuale e il reale, la memoria e l’oblio. |
Il secondo piano ospita l'archivio del mito afrofuturista Drexciya. Qui prendono forma nello spazio le approfondite ricerche che DeForrest Brown, Jr. ha intrapreso sulla storia della techno per il suo libro Assembling a Black Counter Culture (2022). A Museion, Brown predispone, in dialogo con i dipinti digitali di AbuQadim Haqq, numerosi album techno provenienti dalla scena musicale di Detroit lungo mappe e linee del tempo. Parallelamente viene sviluppata una storia sonora con il suo album Techxodus (2023), i suoi mix The Myth of Drexciya (2023) e Stereomodernism (2020). Grazie al dialogo pluriennale tra Brown e Haqq e la collezione di dischi di Dj Veloziped / Walter Garber di Bolzano è stato possibile rendere tangibile, per la prima volta in un museo, questa forma artistica di scrittura della storia e di costruzione del mondo, finora altrimenti trascurata. |
Seguendo la logica di un tunnel spazio-temporale – rappresentato anche nel dipinto di Haqq sul poster della mostra – al piano terra viene creato un passaggio che invita a velocissimi viaggi tra punti distanti nello spazio-tempo. L’accostamento tra opere della Collezione riattivate e nuovi progetti crea un ponte tra la storia passata e il futuro di Museion come istituzione che colleziona l’arte. Allo stesso tempo, si apre uno spazio per l’ascolto e la discussione sulle domande centrali poste dalla mostra HOPE: da dove veniamo e dove vogliamo andare? |
La mostra include opere di Almare, Sophia Al-Maria, Ei Arakawa, Trisha Baga, Neïl Beloufa, Black Quantum Futurism, Tony Cokes, Irene Fenara, Michael Fliri, Petrit Halilaj, Matthew Angelo Harrison, AbuQadim Haqq, Andrei Koschmieder, Maggie Lee, Lawrence Lek, Nicola L., Linda Jasmin Mayer, Beatrice Marchi, Bojan Šarčević, Marina Sula, Suzanne Treister, Ilaria Vinci, LuYang, e opere dalla Collezione Museion di Allora & Calzadilla, Shūsaku Arakawa, Ulrike Bernard & Caroline Profanter, Shu Lea Cheang, Tacita Dean, Sonia Leimer, Ana Lupaş e Riccardo Previdi. |
HOPE è più di una mostra: in collaborazione con Transart, il programma include anche la prima italiana di una performance del coreografo e danzatore Trajal Harrell con l'ensemble della Schauspielhaus di Zurigo, oltre a una mostra dell'artista Thomas Feuerstein, supportata da NOI Techpark, presso cui si svolge, e diversi eventi di Museion Art Club. Un ampio programma di mediazione coinvolge attivamente il pubblico nella negoziazione di "spazi di speranza".
OCCUPY Museion - One with the bass
Venerdì 29 settembre 2023, 20.00 – 00.00 |
Curato da Tato Getia e Philipp Kieser |
Museion, piano -1
Piazza Piero Siena Platz 1, Bolzano Bozen |
L'acceleratore culturale indipendente Museion Art Club presenta una serata dedicata alla controcultura, all'attivismo politico e alla costruzione di comunità attraverso la musica techno, con ospite l'iconico club techno Bassiani di Tblisi, in Georgia, a Bolzano per una delle tappe del suo 10 tour mondiale. L'evento segna l'apertura della mostra HOPE, terzo capitolo del progetto di ricerca a lungo termine TECHNO HUMANITIES, che esplora questioni urgenti riguardanti l'esistenza umana, all'intersezione tra ecologia, tecnologia ed economia. |
Questo evento è un importante punto di contatto per le relazioni tra le comunità culturali indipendenti di Tbilisi, in Georgia, e le subculture di Bolzano. L'iniziativa mira a tessere una rete di collaborazioni durature e alleanze transeuropee tra le culture e le società urbane dell'Europa centrale e orientale.
Tre dj residenti del club Bassiani orchestreranno il paesaggio sonoro della serata: SOPHIE PHARE / HVL (LIVE SET) / KVANCHI. I visuals saranno creati da BITNET01, un collettivo interdisciplinare di Pesaro. La serata si concluderà con un discorso fondamentale di Tato Getia e Philipp Kieser per sottolineare il ruolo dei club, della danza e della cultura rave come potenti strumenti di trasformazione sociale. L'obiettivo di questa dichiarazione è quello di rafforzare l'etica dell'unità, della resistenza e del potere racchiusa nella musica rhythm and techno, sottolineando l'essenza della serata e risuonando all'interno della comunità riunita. |
The program is organized by Tato Getia, manager of Tbilisi's iconic Bassiani Club, and Philipp Kieser of HOSPIZ / Culture Assault Records. |
- 20.00 – 21.30 Kvanchi dj set
- 21.30 – 22.30 HVL live set
- 22.30 – 00.00 Sophie Phare dj set
Visuals: BITNET01 CREW
Monkey off My Back or the Cat’s Meow
Trajal Harrell / Schauspielhaus Zürich Dance Ensemble
28.09.23 ore 20.30
Performance in collaborazione con Transart alla FieraMesse BolzanoBozen |
Evento pre-opening HOPE |
Museion e Transart presentano insieme la performance più estesa mai realizzata fino ad oggi di Monkey off My Back or The Cat's Meow di Trajal Harrell. Nella produzione e coreografia del 2021, 17 danzatrici e danzatori, attori e attrici dello Schauspielhaus Zürich Dance Ensemble celebrano il potere unificante della comunità. Dai raduni politici come momenti estatici in cui le persone condividono le loro convinzioni e le loro idee di un non ancora, emerge così una manifestazione contagiosa, potenziante e commovente della speranza e della felicità come emozioni attive che permettono di uscire dall'oscurità. |
Photo credits: Orpheas Emirzas |
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