Hotel des Etrangers/Zeta
Hotel des Etrangers/Zeta è la seconda tappa di un percorso di indagine e di riflessione sulla condizione (filosofica ed esistenziale oltre che sociale e politica) degli stranieri in Sicilia, avviato già lo scorso anno nel mese di aprile attraverso una mostra ospitata a Sutera, un piccolo centro siciliano in provincia di Caltanissetta toccato esso stesso dal fenomeno dell’emigrazione.
Comunicato stampa
Hotel des Etrangers/Zeta è la seconda tappa di un percorso di indagine e di riflessione sulla condizione (filosofica ed esistenziale oltre che sociale e politica) degli stranieri in Sicilia, avviato già lo scorso anno nel mese di aprile attraverso una mostra ospitata a Sutera, un piccolo centro siciliano in provincia di Caltanissetta toccato esso stesso dal fenomeno dell'emigrazione. La mostra era stata concepita come esposizione itinerante che dall'entroterra raggiungesse i centri costieri più importanti dell'isola, in una sorta di viaggio a ritroso, per venire incontro simbolicamente a chi ci osserva dall'altra parte del mare.
Questa seconda fase del progetto presenterà a Palermo nella collettiva ospitata al Laboratorio Zeta, un ulteriore approfondimento del tema che prendendo le mosse dalla presenza nell'isola di celebri viaggiatori del Grand Tour, giunge fino ai giorni nostri con la tragedia dei boat people, i migranti che raggiungono via mare l'Europa, approdando proprio sulle coste siciliane.
Così Giusi Diana nel testo di presentazione: Un anno è trascorso e la mostra ospitata a Palermo risente inevitabilmente dei drammatici fatti di cronaca che stanno sconvolgendo molti paesi arabi e in particolare il Nord Africa (Tunisia, Egitto e Libia), riportando l'attenzione del mondo sulla sponda del Mediterraneo che ci sta esattamente di fronte, e ridefinendo il ruolo della Sicilia che per la sua essenza di terra liminare tra civiltà sembra incarnare, in questo momento, meglio di altri luoghi, le incoerenze e le discrasie del nostro tempo.
La mostra nasce proprio a partire dalla scelta della sua sede, non un qualsiasi spazio espositivo, ma un luogo-simbolo dell'accoglienza degli stranieri a Palermo, il Laboratorio Zeta, un centro sociale occupato ormai da dieci anni che ospita una comunità di rifugiati sudanesi, in gran parte sfuggiti alla guerra civile in Darfur. La scelta degli artisti è stata guidata da un approccio antropologico oltre che artistico, prevedendo la partecipazione di sei artisti stranieri da anni residenti in Sicilia: Philippe Berson (Francia), Anne-Clémence de Grolée (Francia), Juan Esperanza (Messico), Anna Guillot (Francia-Italia), Yvonne Kohler (Gran Bretagna), Hilde Margani Escher (Germania); di Fare Ala un collettivo di giovani artisti che fanno parte della cosidetta "generazione Erasmus" attivi tra la Spagna e l'Italia, operando come una comunità creativa sovranazionale; e da due artisti siciliani particolarmente sensibili alle tematiche sociali come il palermitano Antonio Miccichè e il siracusano Sebastiano Mortellaro. Tra le opere in mostra (trenta, tra cui alcune installazioni di grandi dimensioni) molteplici saranno i linguaggi utilizzati: pittura, scultura, fotografia, video, fiber art, libri d'artista, installazioni oggettuali e fotografiche, operazioni di street art che coinvolgeranno le città di Palermo, Murcia e Siviglia (Spagna).
Un'ultima precisazione riguarda il titolo: “Hotel des Etrangers” (Albergo degli stranieri) allude con amara ironia a luoghi meno ameni dei lussuosi hotel sulla costa: i Cara, i Cie e i tanti centri di accoglienza più o meno improvvisati che stanno nascendo sull'onda dell'emergenza umanitaria, e che alla luce dei fatti che stiamo vivendo rischiano di trasformarsi in autentici lager del nuovo millennio.