Hubert Kostner – ≠ (disuguale)

Informazioni Evento

Luogo
GALLERIA ALESSANDRO CASCIARO
Via Dei Cappuccini 26A, Bolzano, Italia
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Date
Dal al

Lu-Ve 10.00-12.30 / 15.00-19.00 - Sa 10.00-12.30

Vernissage
07/02/2020

ore 18

Biglietti

ingresso libero

Artisti
Hubert Kostner
Generi
arte contemporanea, personale

Hubert Kostner si dedica alla distinzione e al potenziale di conflitto tra “naturale” e “artificiale”, tra ciò che esiste senza l’intervento dell’uomo e ciò che l’uomo ha creato. Non è la stessa cosa.

Comunicato stampa

Hubert Kostner si dedica alla distinzione e al potenziale di conflitto tra "naturale" e "artificiale", tra ciò che esiste senza l’intervento dell’uomo e ciò che l’uomo ha creato. Non è la stessa cosa. "≠", disuguale, è intitolata la sua la quinta personale nella Galleria Alessandro Casciaro. In mostra Hubert Kostner contrappone materiali di tutti i giorni, allestiti in modo installativo: alla cera d’api "naturale" la plastica "artificiale" di bottiglie per bevande. Nel contesto dell’arte essi diventano "quadri di cera" e "sculture plastiche". Mentre la cera d’api rappresenta la natura pura, la plastica è ormai diventata uno dei peggiori nemici dell’ambiente, anche perché come imballaggio frena il naturale processo di decomposizione dei materiali organici e da parte sua non è biodegradabile. Entrambi i materiali, la cera come la plastica, sono facilmente plasmabili sotto l’effetto del calore. A questo punto lo scultore diventa creatore di plastiche, capace di ricavare da entrambe le cose, dall’"artificiale" come dal "naturale", qualità estetiche, lasciando agire il materiale stesso. Anche se il processo di modellazione viene gestito dall’artista, non è tuttavia del tutto controllabile. La cera sfiorisce quando indurisce, i colori che variano dal verde-arancio al bianco-azzurro delle bottiglie da 1,5 litri d’uso commerciale perdono la loro intensità. I lavori esposti sono stati realizzati tutti tra il 2017 e il 2020 e portano coerentemente avanti il concetto di Hubert Kostner di un confronto critico, mai però moraleggiante, con la nostra realtà di vita, seguendo la strategia scultorea della "deformazione".