I colori della seduzione
La mostra espone per la prima volta riunite le due tele che compongono il Mosè salvato dalle acque di Giambattista Tiepolo, opera tagliata negli anni ’20 dell’800 e mai ricomposta. Ideale risulta qui l’accostamento al Mosè salvato dalle acque di Paolo Veronese del Musée des Beaux Arts di Digione, sia per rilevare le assonanze ma anche la personale soluzione adottata da Tiepolo.
Comunicato stampa
Dal 17 novembre 2012 al 1° aprile 2013 nella Galleria d’Arte Antica di Udine si terrà la mostra
I colori della seduzione. Giambattista Tiepolo e Paolo Veronese, organizzata dai Civici Musei e Gallerie di Storia e Arte di Udine con la convinta adesione ed il sostegno della Fondazione Crup in occasione della quarta edizione della “Giornate del Tiepolo”.
La mostra espone per la prima volta riunite le due tele che compongono il Mosè salvato dalle acque di Giambattista Tiepolo, opera tagliata negli anni ’20 dell’800 e mai ricomposta. Sarà così possibile vedere il quadro nella sua composizione originaria, riaccostando il Mosè della Scottish National Gallery di Edimburgo con l’Alabardiere della collezione Agnelli di Torino, così come viene documentato da una copia coeva attribuita a Giandomenico Tiepolo della Staatsgalerie di Stoccarda. Le due parti della tela, che hanno avuto destini conservativi diversi, presentano oggi colori leggermente diversi. Un sistema di illuminotecnica all’avanguardia renderà possibile vedere l’opera sia come è realmente, che secondo una colorazione uniforme.
Ideale risulta qui l’accostamento al Mosè salvato dalle acque di Paolo Veronese del Musée des Beaux Arts di Digione, sia per rilevare le assonanze ma anche la personale soluzione adottata da Tiepolo. Dal confronto diretto tra le due opere, nasce il senso dell’esposizione che vuole riportare l’attenzione sullo speciale rapporto intessuto da Tiepolo con uno dei più importanti esponenti della tradizione pittorica veneziana del Cinquecento. Negli ultimi due secoli è mancata, infatti, un’iniziativa che si concentrasse su questo specifico aspetto della cultura figurativa dell’artista. Tiepolo trovò nell’arte di Paolo Veronese lo stimolo al superamento della “maniera scura” e il punto di partenza per la maturazione di un linguaggio che lo avrebbe trasformato in uno dei grandi protagonisti della pittura europea del Settecento.
A partire dagli affreschi della galleria del Palazzo arcivescovile di Udine (databili intorno alla metà del terzo decennio del Settecento), che fornisce una sorta di prologo e punto di partenza della mostra, Tiepolo intraprende un percorso di ‘emulazione’ di Veronese destinato a maturare nei decenni successivi. Tale accostamento non sfuggì ai contemporanei, soprattutto al critico Francesco Algarotti, che definì l’amico Tiepolo ‘l’emulo di Paolo’. Al di là di puntuali derivazioni di forme e motivi, per Tiepolo guardare a Veronese significa sia rivisitarne l’interpretazione di temi religiosi o della storia antica, mediante scenografiche impostazioni di natura teatrale, prospettive architettoniche e opulenza decorativa, sia appropriarsi di una tavolozza squillante di colori puri e ombre colorate.
La mostra si articola in quattro sezioni nelle quali Tiepolo e Veronese vengono messi a confronto nella trattazione di alcuni temi religiosi, mitologici e della storia antica: il Mosè salvato dalle acque, il Ratto d’Europa, le Cene e i Banchetti, l’Adorazione dei Magi.
Il complesso terreno di confronto tra i due artisti è messo in luce anche dai bozzetti e dai disegni, che illustrano le varie modalità con cui Tiepolo ha riletto l’eredità figurativa di Veronese nei vari momenti del processo creativo, traendone ispirazione sia in termini di composizione spaziale sia di formulazione di singoli motivi. Oltre alle tele la mostra vanta un gruppo straordinario di fogli di Tiepolo e Veronese, prestati da diversi musei nazionali e internazionali, quali la Galleria degli Uffizi, il Victoria and Albert Museum di Londra, l’Ashmolean Museum di Oxford, il Département des Arts Graphiques del Louvre, lo Schlossmuseum di Weimar e lo Städel Museum di Francoforte. Sarà pertanto possibile far dialogare visivamente sia indagini con singoli motivi sia composizioni di più ampio respiro spaziale e narrativo: così il disegno d’insieme approntato da Tiepolo per il Banchetto di Antonio e Cleopatra verrà esposto contemporaneamente insieme ai pensieri veronesiani sul tema dei banchetti, rappresentati dallo studio preparatorio per le Nozze di Cana, e al modello a olio della National Gallery di Londra, con un allestimento che consentirà di mostrare le diverse tappe del processo creativo del grande protagonista della pittura del Settecento veneziano.
Davvero significativo è il contributo della Fondazione Crup, la cui vicinanza all’iniziativa è stata così espressa dal presidente Lionello D’Agostini: “La partecipazione della Fondazione Crup ad un evento di questo tipo ribadisce l’attenzione della Fondazione nei confronti delle realtà, come i Civici Musei e Gallerie di Storia e Arte che promuovono la cultura in tutte le sue forme cogliendone l’alto valore artistico. Attraverso il sostegno alla mostra Tiepolo, la Fondazione interviene concretamente per agevolare la conoscenza di artisti che in Friuli hanno lasciato testimonianze di straordinario fascino.”
L’esposizione, che si avvale di un Comitato scientifico costituito da Svetlana Alpers, William L. Barcham, Linda Borean, Caterina Furlan, Vania Gransinigh, Peter O. Krückmann, Giuseppe Pavanello e Catherine Whistler, è curata da William L. Barcham, Linda Borean e Caterina Furlan.