I concerti di Scharoun Ensemble a Villa Aurelia

Informazioni Evento

Luogo
VILLA AURELIA
Largo di Porta San Pancrazio, 1 - 00153 , Roma, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al
Vernissage
04/02/2017
Biglietti

ingresso libero fino a esaurimento posti

Generi
concerto

Torna la grande musica con un appuntamento speciale che apre la programmazione degli eventi del 2017, rinnovando per il nono anno la collaborazione tra l’American Academy in Rome e lo Scharoun Ensemble della Filarmonica di Berlino.

Comunicato stampa

Il 4 e il 5 febbraio presso Villa Aurelia torna la grande musica con un appuntamento speciale che apre la programmazione degli eventi del 2017, rinnovando per il nono anno la collaborazione tra l’American Academy in Rome e lo Scharoun Ensemble della Filarmonica di Berlino.

Fondato nel 1983 dai musicisti della Filarmonica di Berlino, l’ensemble collabora da nove anni con l’American Academy in Rome. Con il suo ampio repertorio che va dalla musica barocca a quella contemporanea passando per esecuzioni classiche e romantiche, lo Scharoun Ensemble si è esibito in tutta Europa e oltre oceano. Il nucleo permanente dello Scharoun Ensemble è costituito da un ottetto di classica (clarinetto, fagotto, corno, due violini, viola, violoncello contrabbasso) dell’Orchestra Filarmonica di Berlino, una delle più prestigiose al mondo. Con la sua programmazione innovativa, l’ensemble ha suonato sotto la direzione di personaggi del calibro di Claudio Abbado, Sir Simon Rattle, Daniel Barenboim e Pierre Boulez, a testimonianza della grande importanza del gruppo. Insieme a loro i borsisti in composizione musicale Jonathan Berger e Christopher Trapani ai quali è stato conferito il Rome Prize Fellow 2016/2017, dei quali il celebre complesso da camera eseguirà alcuni brani, e inoltre alcuni pezzi dal proprio repertorio classico.

Jonathan Berger (New York, 1954) è un compositore e ricercatore i cui lavori spaziano dal genere sinfonico a quello da camera, dalla musica elettroacustica all’opera, con un approccio sperimentale in cui il lato umano ingaggia una relazione ossessiva con la musica.

Christopher Trapani è nato a New Orleans in Louisiana nel 1980. Lavora tra Stati Uniti, Europa e Regno Unito. Ha lavorato con la BBC, Radio France e Jack Quartet; le sue composizioni sono state eseguite di recente alla Carnegie Hall di New York, dove vive e lavora.

I concerti a Villa Aurelia, punto di arrivo di una lunga settimana di residenza e di lavoro dello Scharoun Ensemble all’Accademia Americana offriranno, dopo lo straordinario successo della scorsa stagione, l’opportunità di ascoltare brani dei maestri della storia della musica e sessioni inedite realizzate in uno scambio continuo e prolifico con i borsisti dell’American Academy in Rome. Con questo appuntamento ricorrente l’American Academy in Rome rinnova il proprio interesse nella produzione musicale e il proprio ruolo nel sostegno a musicisti e compositori innovativi. Oltre ai concerti di inizio anno, ospita infatti a giugno, nell’ambito degli Open Studios, i concerti dei borsisti in composizione musicale.

Si torna a parlare di musica, questa volta nella sua relazione con il mondo del cinema, il 14 marzo alle ore 18 a Villa Aurelia con una importante conversazione tra il Premio Pulitzer David Lang e il regista Premio Oscar Paolo Sorrentino che raccontano, inoltre, alcuni momenti della loro collaborazione realizzatasi nell’ambito del film La Grande Bellezza (2013), una vera e propria ode alla Città Eterna, alla quale Lang ha contribuito con due brani, I Lie e World to Come.
Nella famosa ed indimenticabile scena d’apertura, un coro femminile canta una composizione minimalista sacra realizzata da Lang tra le volte di una delle fontane più famose della Capitale, Acqua Paola, al Gianicolo.
Per La Giovinezza (2015), invece, Lang ha composto l’ossessionante Simple Song #3 che riassume, nel suo complesso, la vita emotiva di un conduttore in pensione interpretato da Michael Caine, in vacanza in un felliniano centro benessere in Svizzera.
Nell’ambito di questa conversazione, Lang e Sorrentino discuteranno della loro collaborazione e dell’importanza della musica in relazione con la narrazione e lo sviluppo dei personaggi in questi film.

Sempre a Villa Aurelia, il 21 giugno alle ore 18, il pubblico dell’American Academy in Rome incontra il celebre musicista, compositore e artista Jason Moran che racconterà la sua indagine in svolgimento sulla relazione tra architettura, spazio e musica jazz. La sua recente mostra Staged che ha compreso opere esposte alla Biennale di Venezia nel 2015, ha ricreato elementi architettonici che hanno avuto un ruolo importante nella storia del Jazz a New York tra gli anni ’40 e ’50, ad esempio il Savoy Ballroom e il Three Deuces, ormai esistenti solo nella memoria.
Per Moran il Jazz è una esuberante forma d’arte, parte della vita della città e dà forma in maniera complessa l’irrequietezza della società americana negli anni più recenti. Le sue opere polivalenti esaminano, infatti, le densissime intersezioni tra musica, arte e storia sociale.
Jason Moran è direttore artistico della sezione Jazz del Kennedy Center di Washington D.C e insegna al New England Conservatory di Boston. Recentemente ha creato una propria etichetta discografica e lanciato un nuovo magazine, LOOP dedicato agli aspetti molteplici che caratterizzano la cultura Jazz. Nel 2018, in primavera avrà la sua prima mostra personale al Walker Art Center di Minneapolis.

David Lang e Jason Moran sono residenti per la primavera 2017 presso l’American Academy in Rome. Le conversazioni in cui è inserito il loro intervento fanno parte del ciclo di incontri American Classics, una serie di appuntamenti promossi dall’American Academy in Rome che riconsiderano idee, testi, canzoni e immagini, i “classici” che definiscono ciò che dà senso alla parola “Americano”. In un immaginario sempre più internazionale che sta modificando i suoi centri del potere, i tropi che per lungo tempo sono stati identificati alla base dell’identità americana sono messi al centro di una nuova indagine, mettendo in discussione le verità culturali che gli americani ritenevano un tempo acquisite. Traendo ispirazione dalla sede dell’American Academy in Rome, questa serie ha l’obiettivo di comprendere l’americanità nel XXI secolo indagando la relazione tra gli ideali americani e il mondo antico, tra l’individualismo del XXI secolo e le immagini e l’architettura dell’impero. Esplora anche i modi in cui i tratti distintivi dell’identità americana evolvono una volta sradicati dagli Stati Uniti e messi a confronto con altre culture.

Le conversazioni 2016/2017 sono realizzate anche grazie al sostegno della Helen Frankethaler Foundation.