I Grandi Assenti. Percorsi di ricerca a confronto
Un itinerario di ricerca che mira a dar rilievo ai percorsi artistici che non sono stati intrapresi e approfonditi da Francesco Paolo Ingrao al momento della costituzione della sua ricca raccolta, il corposo nucleo di pitture e sculture che dal 2001 sono ospitate alla Galleria Comunale d’Arte di Cagliari in seguito alla generosa donazione del collezionista.
Comunicato stampa
Un itinerario di ricerca che mira a dar rilievo ai percorsi artistici che non sono stati intrapresi e approfonditi da Francesco Paolo Ingrao al momento della costituzione della sua ricca raccolta, il corposo nucleo di pitture e sculture che dal 2001 sono ospitate alla Galleria Comunale d'Arte di Cagliari in seguito alla generosa donazione del collezionista. Un viaggio nella grande arte dei maestri che hanno lasciato un segno negli anni Cinquanta, Sessanta e Settanta del Novecento con la mostra "I Grandi Assenti. Percorsi di ricerca a confronto" che verrà inaugurata domani giovedì 20 dicembre alle 16 alla Galleria Comunale d’Arte di Cagliari e sarà di scena fino al 7 aprile 2013.
Si tratta del secondo di una serie di appuntamenti che mirano ad arricchire il percorso di visita della Collezione Ingrao con l’incursione tagliente di alcuni dei protagonisti che rappresentano l’altro volto dell’arte italiana di quegli anni. Artisti che non solo non sono presenti nella raccolta Ingrao ma che testimoniano dei percorsi di ricerca alternativi, non esplorati dal collezionista, che per indole o gusto personale li ha tenuti fuori dalla sua selezione. I maestri, scelti all’interno delle Collezioni Civiche d’Arte Contemporanea del Comune di Livorno, sono tra i più importanti protagonisti delle ricerche innovative che hanno caratterizzato gli anni Cinquanta, Sessanta e Settanta del Novecento, artisti che lavoravano negli stessi tempi di Giorgio Morandi, di Ottone Rosai, di Mino Maccari con risultati molto differenti. Le opere in mostra, prestate dal Museo Fattori di Livorno, sono di Alberto Burri, Pietro Consagra, Lucio Fontana, Renato Guttuso, Umberto Mastroianni, Fausto Melotti, Mario Nigro, Arnaldo Pomodoro, Aligi Sassu, Mario Schifano, Emilio Vedova. Un’esposizione nata grazie alla preziosa collaborazione con il Museo Fattori, alleato ideale, complice perfetto per evidenti affinità. Cagliari e Livorno non condividono solo il mare, ma l’importante esperienza di aver costituito la propria raccolta di arte contemporanea praticamente negli stessi anni e con reciproci scambi.
L’allestimento nelle sale della Galleria Comunale d’Arte vuole evidenziare un’azione di rottura. Non più pacifiche incursioni, come nel caso della prima edizione de “I Grandi Assenti”, ma “invasioni aggressive”. I pannelli espositivi, posti in obliquo, suggeriscono l’idea del taglio che stravolge e complica l’ordine cronologico e la linea tematica dell’esposizione permanente. Aligi Sassu con Mattino, 1957, olio su tela, delinea un paesaggio puro che non ammette l’intrusione di alcun essere vivente. Lontano dalle veloci prospettive e dalle violente cromie degli anni Trenta, Mattino rimanda alle desolate solitudini delle periferie urbane dipinte da Mario Sironi negli stessi anni. Lucio Fontana, fondatore del Movimento Spazialista è in mostra con un gruppo di tre disegni, china su carta, esposti in occasione della I Biennale del Museo Progressivo d’Arte Contemporanea di Livorno (1974). In Concetto spaziale, 1949, Ambiente spaziale, 1950, Concetto spaziale, 1951-52, la china scorre veloce sulla carta e suggerisce i flussi di luce, successivamente tradotti in fori sulla tela, grovigli di segni circolari che si avvicinano e si allontanano all’infinito in una proiezione immaginaria in cui lo spazio si riempie di sovraumani silenzi. Poi c'è Rotante con sfera interiore, 1967, bronzo, di Arnaldo Pomodoro. I Rotanti, realizzati da Arnaldo Pomodoro a partire dalla metà degli anni Sessanta, secondo una definizione data dallo stesso artista, “sono solidi geometrici che si aprono a mostrare le loro interiora che sono meccanismi”. Un realismo vigoroso, espressionista, per Natura morta, 1952, l'olio su tela di Renato Guttuso. L'artista si dedica sistematicamente alla natura morta a partire dall’inizio degli anni Trenta. Nell’olio in mostra, donato al Museo livornese dallo stesso artista, la spazialità prismatica della composizione è lo strumento attraverso il quale trasporta le bottiglie, la brocca, le scatole, il gatto bianco in primo piano, dalla loro quotidianità ad una nuova dimensione. Macchia, segno, gesto, materia, sono questi gli ingredienti principali dell'opera di Alberto Burri. La sua Ustione, 1973 tecnica mista, cellotex e masonite, è costituita da quattro bruciature in sequenza verticale: è il fuoco che decide il destino estetico dell’opera e diventa esso stesso strumento del processo creativo. La visione costruttiva del mondo che è anche continuo approfondimento della coscienza dell’artista traspare da Sommerakademie di Salisburgo, 1965-69, quattro incisioni in nero su zinco applicate su pannelli di legno, di Emilio Vedova. Le quattro lastre, incise in nero su zinco e prodotte in 100 esemplari numerati e firmati dall’artista, sono state realizzate in occasione dei corsi tenuti da Emilio Vedova tra 1965 e 1969 alla Internationale Sommerakademie di Salisburgo, intitolati “Pittura oggi – contenuti, tecniche, esperimenti”. Gli arpioni, 1972, bassorilievo in acciaio inox di Fausto Melotti colpisce per il ritmo compositivo, capace di raggiungere un perfetto equilibrio, nonostante la generale asimmetria. La Scultura, 1970, bronzo, di Pietro Consagra esprime un particolare momento della ricerca dell’artista che ha fatto della “frontalità” un’esigenza di ordine morale, oltre che estetico. L’astrattismo geometrico di Mario Nigro dal 1952 assume forma reticolare e nell'Opera n 3, 1954, olio su tela, la tessitura geometrica fittissima di griglie e reticoli, di verdi acidi e gialli fluorescenti, crea dinamiche fughe prospettiche, memori dell’illusionismo barocco. Personaggi tv, 1970, pigmenti e riporto fotografico su tela, appartiene al momento in cui Mario Schifano comincia a riportare le immagini della Televisione, sua musa ispiratrice, direttamente su tela emulsionata, isolandole dal ritmo narrativo delle sequenze cui appartengono e reinterpretandole con tocchi di colore alla nitro. Un plasticismo palpitante e vitale, di derivazione futurista, emerge da Composizione, (1966) tecnica mista su cartone, donata direttamente da Umberto Mastroianni al Museo livornese.
L’idea di creare questa rassegna di mostre, I Grandi Assenti, è nata da una parte per colmare le lacune del percorso espositivo, dall’altra valorizzare la ricchezza e la completezza della raccolta che rispecchia i gusti del suo collezionista e non può essere completamente esaustiva di quanto in campo artistico è stato fatto in più di un secolo di storia. In occasione della prima edizione, sono state esposte a Cagliari opere di Luigi Russolo, unico dei Futuristi assente nella Collezione, di Giorgio De Chirico, Amedeo Modigliani e le sculture di Marino Marini e Arturo Martini.
Il progetto espositivo si completa con l’intervento dell’artista Alessandro Carboni My Cartography’s Theory of nowhere. L’opera, ispirata all’Atlante di Miller, uno dei più antichi atlanti cartografici, è concepita come una carta geografica trasparente attraverso la quale osservare le opere esposte da un punto di vista nuovo. Si tratta di un trittico, costituito da tre moduli separati che verranno collocati all’ingresso del Museo, all’inizio e alla fine del percorso di visita, come invito ad osservare da un punto di vista differente, suggerimento di nuove prospettive.
La potenza emotiva della mostra "I Grandi Assenti. Percorsi di ricerca a confronto" travalica le mura della Galleria e invade i Giardini Pubblici in linea con le nuove prospettive individuate dal museo nel tessuto urbano. Fili invisibili per trame che diventano tela. L'arte incontra la natura, si fonde con l'ambiente in un feedback di contaminazioni delicato e mai invasivo. Un cordone ombelicale senza tempo, una dimensione simbiotica fatta di luce, ombra, spazio, forma, segno e leggerezza per Spettro, fishing line and painting, di Tellas, classe 1985, artista cagliaritano che si muove su scenari internazionali. L'opera fa parte di una serie di installazioni site specific. Una forma sospesa nel vuoto, piatta ma organica, che riporta comunque a una forma naturale. L'immagine appare e si trasforma, a seconda del punto di vista dello spettatore. Tellas rappresenta e astrae la natura attraverso la pittura murale, l’illustrazione, le tecniche di stampa e installazioni con oggetti di uso comune.
«Una raccolta rispecchia sempre i gusti del suo collezionista e non può essere completamente esaustiva di quanto in campo artistico è stato fatto in più di un secolo di storia. Da qui nasce l’idea di una rassegna di mostre, I Grandi Assenti, attraverso le quali si è voluto, da una parte colmare le lacune del percorso espositivo, dall’altra valorizzare la ricchezza e la completezza della collezione», ha spiegato Anna Maria Montaldo, direttore dei Musei Civici di Cagliari. «L’allestimento nelle sale della Galleria Comunale d’Arte ha voluto evidenziare un’azione di rottura. Non più pacifiche incursioni, come nel caso della prima edizione de “I Grandi Assenti”, ma “invasioni aggressive”. I pannelli espositivi, posti in obliquo, suggeriscono, infatti, l’idea del taglio che stravolge e complica l’ordine cronologico e la linea tematica dell’esposizione permanente».
L'esposizione potrà essere visitata tutti i giorni tranne il martedì dalle 10 alle 18 (6 euro prezzo intero, 2,50 euro ridotto per gli studenti fino a 26 anni, gratuito per gli over 65 e per i bambini sotto i sei anni).