I Martedì Critici – Jonathan VanDyke

Informazioni Evento

Luogo
TEMPLE UNIVERSITY
Lungotevere Arnaldo Da Brescia 15, Roma, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Il
Vernissage
29/09/2015

ore 18,30

Contatti
Email: info@imartedicritici.it
Sito web: http://www.imartedicritici.it
Biglietti

ingresso libero fino a esaurimento posti

Artisti
Jonathan VanDyke
Curatori
Alberto Dambruoso, Shara Wasserman
Generi
incontro - conferenza

Ospite del secondo appuntamento, organizzato in collaborazione con la Temple University Rome, sarà Jonathan VanDyke (1972, vive e lavora a Brooklyn, New York).

Comunicato stampa

Martedì 29 settembre avrà luogo il secondo appuntamento della stagione autunnale de “I Martedì Critici”, gli incontri con i protagonisti della scena contemporanea, ormai giunti al sesto anno di attività.

Il nuovo ciclo de “I Martedì Critici” rinnova la consueta formula dell’intervista pubblica, coinvolgendo di volta in volta interlocutori diversi – tra cui Guglielmo Gigliotti, Shara Wasserman, Lorenzo Canova, Marco Di Capua, Sara De Chiara – che affiancheranno Alberto Dambruoso nella conduzione delle serate. Gli incontri di questa stagione romana si svolgeranno inoltre in diverse sedi: il 6 e il 13 ottobre presso La Quadriennale di Roma; il 20, il 27 ottobre e il 3 novembre al MACRO di via Nizza.

Ospite del secondo appuntamento, organizzato in collaborazione con la Temple University Rome, sarà Jonathan VanDyke (1972, vive e lavora a Brooklyn, New York).

È ormai celebre l’immagine eloquente cui fece ricorso Harold Rosenberg per rimarcare la natura gestuale e performativa dell’action painting, in cui la tela bianca, stesa sul pavimento, abbandona la sua funzione di supporto e si trasforma in evento, un’arena in cui il pittore agisce e col colore vi imprime un movimento che immediatamente si traduce in rapprentazione. Nel solco di questa esperienza si inserisce la poetica di Jonathan VanDyke, autore di una performance, The Long Glance (2011), in cui fissa immobile in piedi per quaranta ore un dipinto di Jackson Pollock. La contemplazione è solo l’ultima fase, in ordine temporale, del processo del fare pittura, protagonista indiscusso delle opere di VanDyke, siano esse tele, tessuti cuciti insieme e dipinti, sculture, installazioni o performance, documentate da fotografie e video. Ecco che le sue installazioni ambientali, costituite da una struttura in legno – una recinzione aperta che somiglia a un ring – accolgono azioni o lavori nati dall’interazione di corpo e vernice, dipinti che trattengono impressi i gesti di coreografie, spesso eseguite da una coppia di danzatori. In tutti i lavori dell’artista, il corpo è il veicolo della pittura, intesa come materia vivente, esuberante, che eccede le superfici e i limiti convenzionali e si trasmette da corpo a corpo, ai vestiti, agli oggetti e all’ambiente circostante. Alcuni dipinti sono formati dagli abiti indossati dai performer, realizzati dall’artista con un pattern a losanghe, che ricorda i costumi di arlecchino, sporcati di vernice durante l’azione, tagliati e poi intrecciati tra loro a formare un nuovo tessuto. Persino le sculture trasudano il colore, che si deposita sul pavimento in un dripping costante. Quella condotta da VanDyke è un’esplorazione del medium pittorico nelle sue possibili declinazioni e riformulazioni, memore però del modernismo, della fusione delle arti progettata dalla Bauhaus, dell’arte applicata elegante di Sophie Taeuber-Arp, delle azioni del gruppo Gutai e di Yves Klein.

In occasione dell’incontro di martedì 29 settembre, VanDyke presenterà la conferenza sperimentale Self Evidence, un’indagine che ruota intorno al tema dell’identità. Partendo da una foto di famiglia, l’artista affronta la questione omosessuale e dell’omofobia, confrontando la problematica sociale e il suo sviluppo dagli anni Ottanta con la propria dimensione intima.

Mercoledì 30 settembre presso la galleria 1/9unosunove inaugura la mostra personale di Jonathan VanDyke, intitolata L blue N black I green M orange K violet, in cui presenta un gruppo di lavori ­– dipinti realizzati con tessuti di magliette e camicie, fotografie, stampe su tela – nato dalla performance eseguita dalla coppia di danzatori David Rafael Botana e Bradley Teal Ellis.

Tra le mostre personali più recenti di Jonathan VanDyke ricordiamo: Traunitz, Loock Galerie, Berlin, 2014; Four Boxes Gallery, Danimarca, 2014; Oltre l’oblio, 1/9unosunove, Roma, 2013; The Painter of the Hole, Scaramouche, New York, 2013 Syrup of the Hand, Court Square Project Space, New York, 2013. Tra le sue numerose performance ricordiamo: Stranger Suite, presso la New York Performance Artists Collective Fire Island nel 2014; Cordoned Area, progetto in tre atti, presentato presso la National Academy Museum, New York (2013), la Vox Populi, Philadephia (2012) e il Socrates Sculpture Park, New York (2011); nel 2011 ha realizzato una performance e un’installazione su commissione del The Power Plant di Toronto nel contesto della mostra Coming After. VanDyke ha partecipato a numerose mostre collettive, presso gallerie e diverse istituzioni, tra cui: Islip Art Museum, Y Gallery, On Stellar Rays, Columbia University, PS122 (New York); Museum of Fine Arts, Tallahassee; Exile Gallery, Berlino e altre ancora.

Organizzazione
ASSOCIAZIONE CULTURALE I MARTEDI CRITICI