I mondi di Mario Lattes #1
Viaggio nella nuova collezione della Fondazione Bottari Lattes.
Comunicato stampa
Per presentare al grande pubblico le nuove acquisizioni che stanno arricchendo il patrimonio della pinacoteca dedicata alle opere di Mario Lattes, la Fondazione Bottari Lattes inizia un viaggio “nei mondi di Mario Lattes”, esponendo per la prima volta alcuni dipinti della sua nuova collezione.
La prima tappa di questa esplorazione sarà proprio la mostra “I mondi di Mario Lattes #1”, allestita alla Fondazione Bottari Lattes di Monforte d’Alba, nel cuore delle Langhe, per ora visitabile digitalmente sul sito fondazionebottarilattes.it. Nell’attesa della riapertura al pubblico, il nuovo allestimento della collezione permanente, infatti, sarà presente e visitabile in anteprima sul sito della Fondazione Bottari Lattes con una pagina di approfondimento online, a partire da martedì 22 dicembre 2020, che sarà aggiornata periodicamente con nuovi contenuti.
Ideata da Caterina Bottari Lattes e curata da Alice Pierobon in collaborazione con Chiara Agnello, la mostra presenta una brochure digitale con un testo critico di Vincenzo Gatti.
Pittore e incisore, disegnatore e acquerellista, Mario Lattes (1923-2001) è stato un artista prolifico e instancabile. La sua vasta produzione pittorica testimonia una passione per l’arte sbocciata da giovanissimo. Una passione che inizia a farsi conoscere al pubblico nel 1947, anno della prima mostra di Lattes a Torino, alla galleria La Bussola. Seguiranno, fino alla fine degli anni Novanta, diverse personali di Mario Lattes: a Torino, Roma, Milano, Firenze e Bologna, incluse le partecipazioni a due edizioni della Biennale di Venezia, alla Quadriennale di Torino e di Roma, oltre a diverse esposizioni collettive. Numerose opere realizzate entreranno così nelle sale espositive e nelle dimore di diversi collezionisti. Al fine di recuperare, conservare e far conoscere al grande pubblico quadri e lavori di Lattes mai esposti prima, nel corso degli ultimi anni la Fondazione Bottari Lattes ha acquisito diversi dipinti da collezionisti privati. Opere che ora entrano a far parte del prezioso patrimonio della sua pinacoteca e che saranno rese visibili al grande pubblico in più esposizioni nel corso del tempo.
“I mondi di Mario Lattes #1” è la prima di queste mostre e si concentra sui dipinti figurativi realizzati dal 1959 al 1990, scelti da Caterina Bottari Lattes tra le opere di recente acquisizione. Nelle due sale espositive del primo e secondo piano della Fondazione Bottari Lattes i nuovi dipinti dialogano così con i lavori già presenti nella collezione della pinacoteca. I temi affrontati nelle quattro sezioni in cui la mostra è suddivisa, sviluppati in una quarantina di opere esposte, sono alcuni tra quelli cari a Mario Lattes: figure archetipiche; marionette e alter ego; nature morte e “cianfruscole” (termine usato da Lattes per indicare le cianfrusaglie); oggetti simbolici; temi surreali; volti e personaggi.
Tra i dipinti esposti: “Il cardinale” (tecnica mista su carta intelata, 50x35 cm); “Il Re” (1969, tecnica mista su carta intelata, 70x50 cm); “Marionette e manichino” (1990, olio su carta intelata, 50x70 cm); “Beute, conchiglie, insetti” (olio su tela, 60x80 cm); “L'ostensorio e la rosa” (1969, olio su carta intelaiata, 50x35 cm); “Lo specchio rotto” (1969, tecnica mista su carta intelata, 70x50 cm); “La caduta” (1969, tempera su tela, 140x100 cm); “Figura con nuvola” (1970, tempera e china su carta intelata, 70x50 cm).
«L’accesso ai mondi di Lattes – spiega Vincenzo Gatti nel suo testo critico – è insidioso. Occorre adeguarsi alle sue luci e alle sue ombre, intuire l’indefinito pur sapendo che esiste un lato oscuro che non potrà disvelarsi. Le teste, gli idoli, i manichini sono icone di un’individualità attonita, consapevoli delle inquietudini che da sempre pervadono l’animo umano. La complessa trama pittorica che mostra e nasconde, che lamenta e afferma, indica strade segnate dalla conoscenza del dubbio e l’artista, indifferente alla prassi, manipola materie grafiche e pittoriche per giungere a una vertiginosa discesa nelle profondità dove le forme affondano e riemergono mutate.»
La mostra è realizzata con il sostegno di Regione Piemonte.