I mondi di Riccardo Gualino. Collezionista e imprenditore

Informazioni Evento

Luogo
MUSEI REALI - PALAZZO CHIABLESE
Piazzetta Reale, 1 - 10122 , Torino, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

I Musei Reali sono aperti dal martedì alla domenica dalle 8,30 alle 19
Ore 8,30: apertura biglietteria, Corte d’onore di Palazzo Reale, Giardini
Ore 9: apertura Palazzo Reale e Armeria, Galleria Sabauda, Museo di Antichità

La Biblioteca Reale è aperta da lunedì a venerdì dalle 8 alle 19, sabato dalle 8 alle 14.
La Sala di lettura è aperta da lunedì a mercoledì dalle 8,15 alle 18,45, da giovedì a sabato dalle 8,15 alle 13,45.

Vernissage
06/06/2019

su invito

Biglietti

Intero Euro 12 Ridotto Euro 2 (ragazzi dai 18 ai 25 anni). Gratuito per i minori 18 anni / insegnanti con scolaresche / guide turistiche / personale del Ministero per i Beni e le Attività Culturali / membri ICOM / disabili e accompagnatori / possessori dell'Abbonamento Musei, della Torino+Piemonte Card e della Royal Card. L'ingresso per i visitatori over 65 è previsto secondo le tariffe ordinarie. Altre mostre: Leonardo da Vinci. Disegnare il futuro (fino al 14 luglio 2019) Tutti i giorni da lunedì a domenica 9 – 19 (ultimo ingresso ore 18) Biglietto intero: 15 Euro Ridotto: 10 Euro

Curatori
Anna Maria Bava, Giorgina Bertolino
Generi
arte antica, arte moderna

La mostra I mondi di Riccardo Gualino. Collezionista e imprenditore riunisce nelle Sale Chiablese dei Musei Reali di Torino, la collezione appartenuta a Riccardo Gualino.

Comunicato stampa

La mostra I mondi di Riccardo Gualino. Collezionista e imprenditore riunisce nelle Sale Chiablese dei Musei Reali di Torino, dal 7 giugno al 3 novembre 2019, la collezione appartenuta a Riccardo Gualino, presentando un importante nucleo di opere conservate alla Galleria Sabauda di Torino e alla Banca d’Italia di Roma, insieme a dipinti, sculture, arredi e fotografie provenienti da musei e istituzioni torinesi e nazionali, raccolte private e archivi, primo fra i quali l’Archivio Centrale dello Stato. Offre una preziosa occasione per conoscere, per la prima volta in modo esteso, l’intero arco della vita e del collezionismo di Riccardo Gualino, capitano d’industria e finanziere, figura di spicco nell’economia italiana del Novecento.

La mostra, a cura di Annamaria Bava e Giorgina Bertolino, è un progetto dei Musei Reali di Torino in collaborazione con Banca d’Italia e l’Archivio Centrale dello Stato.

L’esposizione si basa sull’intreccio tra vita e visione artistica, indirizzo che Gualino stesso ha sostenuto e raccontato nell’autobiografia del 1931. La mostra delinea la figura del collezionista imprenditore e mecenate nella sua interezza, attraverso più di centocinquanta opere tra dipinti e sculture, oltre a reperti, arredi e raccolte suntuarie, corredati da immagini d’epoca e da un ricco apparato biografico e documentario.

Nei diciotto ambienti delle Sale Chiablese, le opere sono accostate a partire dalle fonti storiche o allestite in spazi che rinviano a quelli originali: le sale del Castello di Cereseto Monferrato, sua prima residenza in stile neogotico, la palazzina di via Galliari a Torino, l’ufficio all’ultimo piano del palazzo di corso Vittorio. Sono accompagnate da fotografie e immagini che raccontano i mondi di Riccardo Gualino e di sua moglie Cesarina Gurgo Salice, le case in cui abitano, il milieu cosmopolita che frequentano, il clima di un’epoca ruggente. Alcune documentano i modernissimi stabilimenti che Gualino ha fondato nei settori del legname e del cemento, della seta artificiale e del cioccolato. Al successo di aziende come la Snia Viscosa e la Unica, corrisponde, fra il 1920 e il 1930, l’apice della collezione, con le acquisizioni di opere come la Madonna in trono di Duccio da Buoninsegna, la Venere di Botticelli, Venere e Marte di Veronese, la Négresse di Édouard Manet, il Paesaggio campestre di Claude Monet e del nucleo orientale, con il Buddha in meditazione del XIII-XIV secolo, rilucente nella sua lacca dorata. In questo periodo, i Gualino si fanno ritrarre da Felice Casorati, nelle pose auliche dei signori rinascimentali, assumendo nella vita reale il ruolo di mecenati, sostenitori dei giovani artisti, e in particolare dei Sei Pittori di Torino, della danza d’avanguardia e del teatro, con l’apertura, nel 1925, di una sala privata nella loro residenza e poi del Teatro di Torino.

La stagione splendida s’infrange con la crisi delle aziende del gruppo, il crack, la condanna dell’imprenditore e finanziere al confino, voluta da Mussolini in persona nel 1931. La collezione è concessa per sanare i debiti con lo Stato: una parte entra alla Pinacoteca Sabauda, l’altra in Banca d’Italia. Scontata la pena, Riccardo Gualino inizia una nuova vita a Roma. Riprende l’attività imprenditoriale, con la Rumianca e la Lux Film, la casa di produzione di Riso amaro di De Santis e di Senso di Visconti. Nella capitale, dove vivrà per trent’anni, perduta la prima favolosa collezione, ne inizia una seconda, di nuovo ricchissima. Il dialogo tra passato e presente si rinnova, come suggeriscono in mostra la giovane Clelia dipinta da Felice Casorati nel 1937 e la trecentesca scultura con Santa Caterina del Maestro della Santa Caterina Gualino che proprio da lei prende il nome, una delle opere ora riscoperte, tra le molte disperse dal 1931.