I Naturalisti
Mettendo insieme opere realizzate con tecniche diverse da un gruppo di artisti internazionali, I Naturalisti esplora i legami tra arte contemporanea, storia naturale, ricerca scientifica, paesaggio e ambiente.
Comunicato stampa
I Naturalisti Incontri in Terra di Siena, prestigioso Festival musicale internazionale giunto quest'anno alla XXV edizione, è lieto di annunciare l'apertura della mostra I Naturalisti, a cura di Peter Benson Miller. L'inaugurazione avrà luogo a La Foce, in val d'Orcia, sabato 13 luglio 2013, con inizio alle ore 18.00 a Castelluccio. L'evento proseguirà poi, alle ore 20.00, nel giardino della tenuta, scandito da interludi musicali selezionati da Antonio Lysy, direttore artistico del Festival (www.itslafoce.org). Mettendo insieme opere realizzate con tecniche diverse da un gruppo di artisti internazionali,
I Naturalisti esplora i legami tra arte contemporanea, storia naturale, ricerca scientifica, paesaggio e ambiente. Gli artisti in mostra sono: Salvatore Arancio, Bizhan Bassiri, Elisabetta Benassi, Antonio Biasiucci, Gea Casolaro, Federica Dal Falco, Carl D’Alvia, Tomaso De Luca, Andrea Fogli, Monica Incisa, Michele Iodice, Michaela Maria Langenstein, Giovanna Lysy, Gianluca Malgeri, Seboo Migone, Jorge Peris, Alessandro Piangiamore, Donato Piccolo, Livia Polidoro, Antonio Rovaldi, Pietro Ruffo, e Alice Schivardi. L'esposizione è accompagnata da un catalogo pubblicato da Gli Ori editori contemporanei (www.gliori.it). Collocate dentro e fuori Castelluccio e nel giardino de La Foce, le opere in mostra – che includono installazioni, fotografie, lavori sonori, sculture, pitture e video – creano un originale dialogo interdisciplinare, ricco di scoperte, suggestioni, citazioni. Un intreccio, quello tra arte e scienza, storicamente fecondo, curiosamente reso, in epoca barocca, dalle cosiddette Wunderkammern che rivivono oggi grazie ai lavori di artisti contemporanei operanti a Roma. Antenata del museo moderno, la "camera delle meraviglie" raccoglie oggetti eccentrici, naturali e non, opere d'arte, spesso in miniatura, e offre una metafora senza tempo dei codici e dei linguaggi artistici, oggi più fluidi, spettacolari e multiformi che mai. Codici e linguaggi sui quali, dopo secoli, Roma non smette evidentemente di ispirare, suggestionare, vivificare. Incastonato tra le suggestive colline prospicienti il vulcano dormiente del Monte Amiata, Castelluccio – che in passato ha ospitato mostre "di rottura" che hanno segnato in modo significativo l'evoluzione dell'arte contemporanea – è il luogo ideale per una riflessione approfondita e costruttiva anche sul tema delle trasformazioni della natura e dell'ambiente. La stessa val d’Orcia, d'altra parte, da paesaggio inospitale - quasi lunare - è divenuto, a partire dagli anni Trenta del XX secolo, un territorio rigoglioso e perfettamente irrigato, grazie ad Antonio Origo, esperto agronomo, a sua moglie Iris e a Cecil Pinsent che ha saputo impreziosire il paesaggio con un giardino di rara bellezza. Una metamorfosi che non ha però cancellato del tutto le tracce di una geografia passata, la stessa che riaffiora, di tanto in tanto, tra le crete senesi.