I Piccaia
La mostra organizzata da Metamusa Arte ed Eventi a cura di Erika La Rosa, ripropone inoltre la felice collaborazione tra Giorgio e il padre Matteo Piccaia, avvita proprio un anno fa nello spazio espositivo.
Comunicato stampa
Dopo il successo della mostra al Museo Internazionale Design Ceramico di Cerro di Laveno Mombello Giorgio Piccaia espone allo Spazio Zero di Gallarate dal 30 novembre al 15 dicembre 2013 proseguendo idealmente il progetto dal titolo “L’essenza del possedere”. La mostra organizzata da Metamusa Arte ed Eventi a cura di Erika La Rosa, ripropone inoltre la felice collaborazione tra Giorgio e il padre Matteo Piccaia, avvita proprio un anno fa nello spazio espositivo.
Giorgio Piccaia approfondisce il lavoro artistico presentato al Midec dedicato alla produzione di sue opere d’arte in ceramica arricchendolo di opere di piccole dimensioni su carta che riprendono i disegni delle ceramiche.
«Un ritorno al pensiero elementare per ricominciare ad apprezzare la vita – scrive Erika La Rosa nella presentazione in catalogo - un segno, una traccia, un’impronta per non dimenticare l’origine di tutto e cancellare il superfluo… Le opere in ceramica di Giorgio Piccaia partono da questa premessa…».
La forma grezza della terra, manipolata, si trasforma in oggetti circolari simili tra loro ma tutti diversi. Piatti dal contorno irregolare dove l’incertezza del dettaglio diventa elemento essenziale e distintivo. Creati ad uno ad uno i piatti hanno un sapore alchemico dove si mescolano gli elementi per realizzare un’opera unica.
Ci spiega Giorgio: “Sono affascinato dal mio lavoro in ceramica e dalla creta. Adamo, il nome del primo uomo secondo l'ebraismo, il cristianesimo e l'islam, è collegato con la parola "terra", il suo corpo sarebbe stato modellato con la creta e la circolarità del piatto è il cosmo e il mandala, il possedere l’essenza secondo la religione buddhista”.
Matteo Piccaia presenta il progetto Melantica, una serie di bellissimi quadri a olio dedicati al frutto proibito che, nella tradizione di discendenza biblica, Adamo ed Eva presero dall’albero della conoscenza del bene e del male e da cui scaturì il peccato originale.
Così scriveva Manuela Boscolo di Matteo Piccaia nel 2009. “…Avanti all’opera di Matteo Piccaia ci si deve fermare affinché tutto il suo
universo possa penetrarci e condurci nel suo luogo d’origine.
Una fresca, limpida distesa d’immagini musicali, fuse dalla consapevolezza e incastonate nella realtà dalla ferma convinzione d’un sognatore. Se siamo granelli di zucchero, formeremo tutti una soluzione dolce. Altrimenti siamo granelli di sale e formeremo una soluzione salata. Ma all’occhio nudo siamo granelli uguali. Assurdo? Eppure è così. Piccole cose, che tutti facciamo, possono apparire diverse, addirittura surreali se usiamo un insolito metro d’analisi. Questo ci spiega Matteo Piccaia…”.
Dopo una prima mostra insieme allo Spazio Zero nel 2012 i due artisti, padre e figlio, hanno proseguito portando avanti una ricerca comune, fino alla prestigiosa partecipazione al Padiglione Tibet durante la 55° Esposizione Internazionale d’Arte Biennale di Venezia , dove sono stati invitati ad esporre.