I predatori dell’Arte a Vulci e il Patrimonio ritrovato…

Informazioni Evento

Luogo
PARCO NATURALISTICO ARCHEOLOGICO
Castello dell’Abbadia - Cap. 01011, Vulci, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al
Vernissage
02/08/2013

ore 17,30

Contatti
Email: sba-em.comunicazione@beniculturali.it
Generi
archeologia

In mostra l’immenso patrimonio artistico di Vulci, area soggetta negli anni ad un’intensa attività di scavi clandestini.

Comunicato stampa

Si inaugura venerdì alle ore 17,30 nel museo archeologico nazionale di Vulci la mostra “I predatori dell’Arte a Vulci e il Patrimonio ritrovato… le storie del recupero”, già allestita con successo nel 2012 a Villa Giulia ed ora riproposta puntando i riflettori sull’immenso patrimonio artistico di Vulci, area soggetta negli anni ad un’intensa attività di scavi clandestini.

La mostra è stata realizzata dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Etruria Meridionale in collaborazione con il Comune di Montalto di Castro, il Comune di Canino e la Società Mastarna S.r.l. Grazie alla collaborazione tra la procura della Repubblica di Roma, il nucleo del Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Artistico, con a capo il Gen. Mariano Ignazio Mossa, e la Soprintendenza per i beni archeologici dell’Etruria meridionale, oggi diretta da Alfonsina Russo Tagliente, è ora possibile ascoltare le incredibili storie del recupero di oltre 3mila pezzi, molti dei quali provenienti proprio da Vulci, destinati al mercato clandestino e recuperati nel 1995 in seguito ad un sequestro operato in Svizzera. Attraverso un video di archivio, la mostra documenta le fasi delle lunghe indagini che hanno scardinato i complessi meccanismi messi in atto dai “predatori d’arte”, e da una lunga catena che, dai cosiddetti “tombaroli” fino alle grandi case d’asta ed ai musei internazionali, muoveva un giro d’affari illecito strappando all’intera collettività il godimento e la conoscenza di un patrimonio artistico di inestimabile valore. Così, nel suo “show-room” di Ginevra, in parte ricreato nell’allestimento di Vulci, un mercante italiano ed un trafficante internazionale smistavano in tutto il mondo vasi greci, etruschi ed apuli, vasellame in bronzo e splendidi gioielli sottratti illegalmente allo Stato italiano. Spesso i reperti trovavano come ultima destinazione non solo facoltosi privati ma anche importanti sedi museali: il Museum of Fine Arts di Boston, il Metropolitan Museum of Art di New York, ed il J.P.Getty Museum di Los Angeles hanno dovuto restituire all’Italia i materiali acquistati dai trafficanti italiani. Ed è sicuramente grazie a queste azioni che alcuni dei Paesi dove maggiormente si sviluppava il traffico illegale di opere d’arte hanno finalmente aderito ad accordi e convenzioni internazionali che hanno chiuso gli spazi del “mercato clandestino” con felici risvolti, come il netto calo di scavi clandestini registrato in Etruria negli ultimi tempi. Tra i capolavori in mostra a Vulci, una splendida kylix attica decorata dal ceramografo Euphronios, uno dei massimi artisti della Grecia della fine del VI secolo a.C.: decorata con lo stesso soggetto del più celebre “Cratere di Euphronios”, la morte di Sarpedonte, figlio di Zeus ed alleato dei Troiani nella guerra contro gli Achei; la coppa è citata nel memoriale di uno dei trafficanti che ne ricorda la provenienza da una tomba di Cerveteri.
La mostra è allestita nella sala al pianterreno del museo.