Iacopo Pinelli – Sui corpi galleggianti

Informazioni Evento

Luogo
SHAZAR GALLERY
Via Pasquale Scura 8 80134 , Napoli, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

Sui corpi galleggianti sarà visitabile fino al 12 giugno dal martedì al sabato dalle 14.30 alle 19.30. La prenotazione obbligatoria è possibile su tutti i canali ufficiali della Shazar Gallery.

Vernissage
22/04/2021

dalle ore dalle 11,00 alle 19,00

Artisti
Iacopo Pinelli
Curatori
Valentina Muzi
Generi
arte contemporanea, personale

Shazar Gallery di Napoli presenta Sui corpi galleggianti la personale di Iacopo Pinelli a cura di Valentina Muzi.

Comunicato stampa

Sabato 22 aprile dalle ore 11.00 la Shazar Gallery di Napoli presenta Sui corpi galleggianti la personale di Iacopo Pinelli a cura di Valentina Muzi. Il giovane artista (27 anni) marchigiano offre, attraverso progetti, installazioni e opere scultoree, creati ad hoc per la Shazar, una serie di spunti riflessivi sulla crisi della società, sulla quotidianità e sulla memoria giocando e plasmando materia e concetto. La società liquida di Bauman diventa il mare, metafora della contemporaneità, in cui l’individuo rischia di annegare e le uniche ancore di salvezza, i corpi galleggianti del titolo, dalle forme rassicuranti, leggere e allegre sono invece il peso di piombo o di cemento che conduce verso l’abisso. I corpi sono “Paradossi visivi in una rappresentazione della realtà distorta. La centralità dell’opera è il corpo umano che si trasforma in oggetto e, inesorabilmente, affonda essendo divenuto una massa che nessun liquido può sostenere.”
La narrazione della mostra continua con elementi di raccordo verso Le pitture di sole, opere da schermare e proteggere insieme ai pensieri in esse contenuti. Delle scatole di ferro, scrigni della memoria, sono l’invito di Pinelli alla conservazione, alla preservazione dell’effimero pannello su cui il sole ha impresso l’impronta di diversi oggetti, lo stesso sole capace di cancellarla, di distruggerne il ricordo. Piccoli elementi del fare quotidiano disegnano, grazie alla precarietà del supporto, un marchio che porta con sé il gesto, la vita delle piccole azioni, tesoro da difendere nonostante tutto. “Quello di Iacopo Pinelli è un viaggio che si districa in una serie di cortocircuiti temporali e concettuali. Il tempo viene catturato e custodito. Ogni raggio di Sole, ogni flebile e luminoso spiraglio apre le porte ad un nuovo giorno e, contemporaneamente, imprime scampoli di una vita passata.”

Sui corpi Galleggianti
di Iacopo Pinelli
A cura di
Valentina Muzi
Credo che il concetto di tempo sia tanto scientifico quanto emotivo e la sua percezione -come anche il suo senso- sia legata all’individuo che lo vive. Con questo non intendo aprire una disamina scientifica, ma credo che nella serie di “Pitture di Sole” si possa trovare la preziosità di questo elemento, tanto fuggevole quanto incisivo. Il tempo per quanto sia universalmente misurabile attraverso i secondi, i minuti, le ore, i giorni, i mesi, gli anni – e così via-, viene vissuto a seconda delle emozioni ad esso connesso, risultando assai lento o estremamente veloce. Le tracce delle sensazioni rimangono legate ad episodi, ricordi e memorie, di cui ancora se ne assaporano colori, odori e gesti. Ecco allora che scampoli di una vita passata si stagliano su una gomma piuma morbida che si fa tela. Ogni raggio di Sole, ogni flebile e luminoso spiraglio, apre le porte ad un nuovo giorno e irrora come pioggia tutta la superficie porosa, imprimendo un universo di rimandi in cui ognuno si riflette immergendosi in un passato dai contorni evanescenti. Ed è proprio nell’ombra che i ricordi tornano vividi proteggendosi dalla luce diurna e dalla sua frenesia, la stessa che rischia di far svanire la magia di quel momento lontano. A tal proposito, l’artista, custodisce dal suo stesso inchiostro luminoso le immagini affiorate, lasciando che il pubblico ne possa ammirare l’essenza all’interno dischiudendo piccoli scrigni.
Ma con la mostra “sui corpi Galleggianti”, l'artista vuole aprire anche una riflessione sul presente, giocando su un cortocircuito visivo e concettuale. La scelta del termine “giocare” non è casuale, giacché non appena mi sono imbattuta nelle opere di Iacopo Pinelli sono stata catapultata in un vorticoso artificio -per adulti, s’intende!-. Nella visione rappresentata dall’artista il nostro vivere quotidiano viene delineato con una semplicità del tutto apparente, poiché al suo interno si diramano una serie di significati che tendono oltre la mera forma dell’opera, approfondendo tematiche assai complesse. Il primo cortocircuito si evince dal titolo della mostra, ripreso dai primi scritti sull’idrostatica con cui Archimede intende spiegare le dinamiche scientifiche secondo le quali un corpo immerso in un liquido riesca a galleggiare grazie alla spinta che esso riceve. Ebbene, il liquido a cui fa riferimento il lungimirante scienziato si trasforma metaforicamente nella nostra fluida realtà dove, a differenza dei corpi galleggianti, ad emergere con difficoltà sono i fardelli del presente, carichi di un passato irrisolto e capaci di condurci a fondo come piombi nel mare. Ecco allora che boe e galleggianti solitamente connessi ad un immaginario spensierato ed infantile -altresì effimero e abbandonato- si fanno beffa dello sguardo altrui trasformandosi in paradossi e abbracciando tutte quelle problematiche che si appesantiscono anno dopo anno. Concetti come diversità, egocentrismo e razzismo si vestono con le tonalità grigiastre del cemento, tenuto volutamente grezzo quasi a voler mettere a nudo senza effimeri e falsi abbellimenti. In questo lungo cammino fatto di oggetti ricodificati s’incontrano soggetti, azioni, visioni di un mondo che intende essere riletto, approfondito e, conseguentemente, cambiato, andando oltre e delineando un mondo migliore dove l’uomo risulti essere – finalmente- un protagonista consapevole del proprio futuro.
Valentina Muzi