Ian Kiaer – Il baciamano

Informazioni Evento

Luogo
FONDAZIONE QUERINI STAMPALIA
Campo Santa Maria Formosa 5252, Venezia, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

martedì-domenica: 10–18. Giorno di chiusura lunedì

Vernissage
31/05/2011

ore 18

Contatti
Email: mail@artatwork.it
Sito web: http://www.artatwork.it
Biglietti

ingresso libero

Artisti
Ian Kiaer
Generi
arte contemporanea, personale

Ian Kiaer è un artista che con disegni, materiali di scarto e piccoli oggetti crea situazioni immaginarie e simboliche segnate da una specifica qualità pittorica.

Comunicato stampa

In occasione della 54 Esposizione d’Arte de la Biennale di Venezia
IAN KIAER
Il baciamanoun progetto di Art At Work
con il sostegno di Alison Jacques Gallery

Venezia, Fondazione Querini Stampalia
1 – 26 giugno 2011
Inaugurazione 31 maggio, ore 18.00
Private preview su invito 1 giugno, ore 10.00 – 12.00
venezia.artatwork.itwww.artatwork.it

Ian Kiaer è un artista che con disegni, materiali di scarto e piccoli oggetti crea situazioni immaginarie e simboliche segnate da una specifica qualità pittorica. Questi interventi composti di oggetti, sculture, piccole installazioni e dipinti danno vita ad uno spazio sospeso, capace nel tempo intimo e lento dell’osservazione di trasformarsi in paesaggi emotivi, in cui un frammento di metallo è capace di evocare l’apertura di una stanza, così come una scatola vuota può trasformarsi in un palco teatrale. Nel lavoro di Kiaer molteplici riferimenti a figure storiche e a specifici concetti presi a prestito dalla storia dell’architettura, dalla letteratura e dalla filosofia, creano intuitivamente connessioni tra argomenti apparentemente divergenti. Il baciamano si sviluppa come una riflessione sul gesto minimo, prendendo come modelli due complesse figure: quella del pittore veneziano di genere, Pietro Longhi (1702-1785), e quella dell’architetto Carlo Scarpa (1906-1978), anche lui nato a Venezia e conosciuto per i suoi interventi minimali e rivoluzionari nel campo del restauro e della progettazione museale.
Il progetto che propongo per gli spazi della Fondazione Querini Stampalia, unisce due figure molto vicine alla storia dell’istituzione: Pietro Longhi e Carlo Scarpa. Li separano due secoli; il primo un pittore, il secondo un architetto. Non è comunque solamente il luogo particolare della Fondazione che giustifica la loro associazione, piuttosto il modo in cui entrambi hanno operato all’interno di una nozione di “forma espressiva minore”, la condivisa attenzione nei confronti dei gesti marginali e degli intimi cambiamenti di registro.

Le mie ricerche si sono rivolte alla pittura intesa come una forma di modello, prendendo in considerazione il potenziale della pittura di trarre spunto dalle diverse modalità e dalle diverse funzioni presenti nei modelli architettonici: sia rappresentativi, che sperimentali e utopici. Vi è in Scarpa una complessità modulare nell’organizzazione di spazi e materiali, sia nell’uso dell’acqua, che nella pietra e nei materiali organici. La razionalità con cui prende decisioni, sembra tuttavia convivere con una volontà di resistenza alla definizione tecnica dei progetti in favore di una forma poetica. Il suo lavoro, infatti, nonostante operi all’interno di un canone riconoscibile di riduzionismo modernista, gioca con il decoro, la fantasia e offre un piacere “sofisticato”, quasi fisico. Tutto ciò, insieme al modo in cui predispone gli spostamenti dei visitatori negli spazi della Querini Stampalia, mostrano un’incredibile sensibilità nei confronti della ricerca di scambi sociali che lo avvicina agli interessi del Longhi.

Più osservo Longhi, più mi sembra di condividere la sua idea di pittura. Per tutto il XIX secolo, quest’artista è sempre stato sminuito e considerato un artista di genere, un “petit-maitre”, un incantevole illustratore della società del Settecento e del suo declino. Tuttavia io sono affascinato dal modo in cui racconta questa decadenza e dal modo in cui questa decadenza possa contribuire a formulare un’idea sulla pittura contemporanea, intesa come forma espressiva ridondante. I gesti sottili e gli sguardi sospesi dei suoi personaggi con indosso sete e maschere, sembrano intenzionalmente rappresentare un certo “tono”, un “timbro”, difficile da interpretare. Credo che l’azione marginale, i piccoli gesti, offrano un’alternativa all’ossessivo bisogno di progresso così come alla supposta necessità di importanza e magniloquenza. Sono interessato ad una sorta di riflessione/critica sui quadri del Longhi; ciò che possono suggerire sulla pittura odierna, in congiunzione ai gesti intimi e modulari di Scarpa. (Ian Kiaer, Londra, Novembre 2010)

Palazzo Querini Stampalia, Santa Maria Formosa, Castello 5252, 30122, VeneziaOrari di apertura: martedì-domenica 10.00 – 18.00 Giorno di chiusura: lunedì.

Contatti stampa: [email protected] Simona Cupoli +39 333 6584092 +39 011 19715285/ 011 19715876
Progetto alla Fondazione Querini StampaliaL’artista trascorrerà a Venezia quindi un periodo di studio lavoro che porterà alla creazione di una nuova installazione site- specific. L’installazione che si compenetrerà allo spazio architettonico della Fondazione altererà la percezione dello spazio attraverso interventi minimali, ma metterà l’opera pittorica di Kiaer in rapporto alla pratica di Longhi e di Scarpa attraverso interventi scultorei e una nuova video installazione. Il visitatore si troverà in un ambiente carico di suggestioni emotive e avvolto in un’esperienza percettiva sottile e idealizzante. La mostra sarà accompagnata da un testo critico e da un’intervista inedita a Ian Kiaer sul suo rapporto con Venezia, Scarpa e Longhi.

On the occasion of 54. Esposizione d’Arte de la Biennale di Venezia
Art At Work presents
Il baciamano
a project by IAN KIAER
with the support of Alison Jacques Gallery
Venice, Fondazione Querini Stampalia
June 1st – 26th, 2011
Opening: May 31st, 6pm
Private preview by invitation June 1st, 10-12am
venezia.artatwork.it
www.artatwork.it

Ian Kiaer is an artist who creates with drawings, left-over objects and odd pieces of material imaginary and symbolic situations marked by a specific painterly quality. These propositions composed by objects, sculptures and paintings create a space of suspension, which after quiet observation slowly transform into kinds of emotional landscapes, in which a piece of metal can evoke the opening of a room and an empty box a stage. In Kiaer’s work multiple references to figures and specific concepts taken from the history of architecture, literature and philosophy, intuitively create connections between apparently contrasting arguments. Il baciamano (A Nobleman Kissing a Lady’s Hand) develops as a reflection on the minor gesture, through the models of two complex figures as the Venetian genre painter Pietro Longhi (1702-1785) and the architect Carlo Scarpa (1906-1978), also born in Venice, known for his revolutionary minimal interventions in the field of restoration and museum design.

The project I propose for the space in the Querini Stampalia brings two figures closely linked to the history of the institution into relation, Pietro Longhi and Carlo Scarpa. Two centuries separate them, one a painter, the other an architect, yet it isn’t only the particular site of the Foundation that I feel justifies their association but the way in which they can both be seen to operate within a notion of the “minor form”; an attention towards the idea of marginal gesture and intimate changes of register.

My concerns have turned on thinking around painting as a form of model, and the potential for painting to draw on the different modes and functions apparent in the architectural model, whether they be representational, experimental or in some way utopian. In Scarpa, there is a modular complexity to his organisation of spaces and material, whether working with water, stone or organic matter. There appears to be a rational in the way he makes decisions, yet one that resists technical definition in favour of a form of poetics. Hence his work, though operating within a recognisably reductionist modernist canon, touches on decor and whimsy, and a pleasure in what might be termed the “exquisite”. This and the way he arranges the movement of visitors around the spaces of the Querini Stampalia show a sensitivity to heightened social exchange that draws him close to the concerns of Longhi.

The more I look at Longhi, the more he seems to point to interests I have in painting. He was long dismissed in the 19th century as a “petit-maitre”, the charming illustrator of declining society. I'm interested in what he has to say about decay- and how such decay contributes to thinking about painting now, as a kind of redundant form. With subtle gestures and arrested glances made by people in silks and lowered masks, he seems to be aiming for a kind of “tone” or “timbre” that is not so easily read. It is in the marginal, the minor, that I think there is still something interesting to find as an alternative to the demand of progress, or supposed relevance. I'm interested in a kind of reflection/critique of Longhi paintings, in what they might prompt in a form of painting now, in conjunction with the intimate modular gestures of Scarpa. (Ian Kiaer, London, November 2010)