Identità Vs Omologazione
La rassegna, concepita come un nuovo progetto espositivo, rivela come le differenze tra esseri umani siano legate strettamente a questi due aspetti fondamentali della vita: l’identità personale e il desiderio di essere parte di un macrocosmo umano.
Comunicato stampa
IDENTITÁ VS OMOLOGAZIONE |Tra fotografia e scultura
Mostra a cura di
Manuela Esposito | ART DIRECTOR & CURATOR WW ART GALLERY
Caterina Ianni | ART CRITIC
Antonino Stinga | ART CONSULTANT
WONDERWALL ART GALLERY di Sorrento
09 maggio | 15 Giugno 2015
opening 09 Maggio 2015 19h
Wonderwall Art Gallery di Sorrento presenta, sabato 9 Maggio ore 19, la mostra di fotografia e scultura dal titolo “IDENTITÁ VS OMOLOGAZIONE” a cura di Manuela Esposito, Caterina Ianni e Antonino Stinga. La rassegna, concepita come un nuovo progetto espositivo, rivela come le differenze tra esseri umani siano legate strettamente a questi due aspetti fondamentali della vita: l’identità personale e il desiderio di essere parte di un macrocosmo umano.
L’esposizione raccoglie la visione di tre artisti del panorama contemporaneo, Giovanni Presutti, Ludovica Bastianini e Laura Polli Fontana, che testimoni di differenti background culturali hanno dato voce singolarmente al concetto dell’identità contro l’omologazione mettendone in evidenza assonanze e contraddizioni. La loro ricerca raccontata attraverso differenti mezzi espressivi, si concentra sui temi quali il rapporto uomo-natura, le condizioni di dipendenza e la propria ricerca interiore. Temi che costituiscono la trama di questo percorso, che ci condurrà alla riflessione su contenuti etico-sociali legati all’attualità; una scelta curatoriale che ha lo scopo di realizzare un dialogo tra arte e pubblico ma soprattutto di creare un’atmosfera di immersione totale nella meraviglia dell’arte.
Per la sezione inerente all’ OMOLOGAZIONE ad accogliere il visitatore sono i lavori del fotografo Giovanni Presutti. Con Hipsta.nothing, Presutti realizza – come scrive Caterina Ianni nel testo critico della mostra - un’affascinante denuncia sull’atteggiamento foto-maniaco della società contemporanea: una scacchiera dinamica, scandita dalla variazione tonale, in cui il mondo della Pop Art diviene una citazione a cui l’artista ricorre, sia nella scelta di soggetti come la Marilyn di Warhol, fotografata mentre è immortalata da voyeur della bellezza, sia nell’uso di una meccanica ripetizione del soggetto. Con Dependency invece, un progetto che rientra ugualmente nel tema dell’omologazione, Presutti “crea un lavoro dedicato alle “dipendenze da”. Una tematica di cui parla senza mai ricorrere ad un linguaggio violento o volutamente iconoclasta ma lasciando spazio ad un’affilata ironia”(C.I.).
La rassegna prosegue con una sezione dedicata al BINOMIO IDENTITÀ OMOLOGOZIONE dove troviamo “Eolo, reportage sugli impianti eolici italiani, un lavoro in cui Presutti documenta la coesistenza tra ambiente (identità) e tecnologia (omologazione), dando vita ad immagini poeticamente pittoresche: fotografie, quali quiete sospensioni del tempo e dello spazio, attraverso cui l’artista ha ricreato una dimensione parallela a quella della realtà fotografata, trasformando il binomio uomo-natura in una dimensione onirica suggestiva”.(C.I.) L’esposizione continua con l’ultima sezione riservata al tema dell’IDENTITÀ e lo spettatore si troverà dinanzi alle opere fotografiche di Ludovica Bastianini silenziosamente osservate dalle opere scultoree di Laura Polli Fontana. I lavori della Bastianini, Ronda de la Torrassa 97 e Senza pelle, rispecchiano di fatto l’ indagine sul sé: “una ricerca che l’autrice sperimenta prima in sé stessa, poi nell’altro: immortala sé stessa, oggetti ed interni, immagini congelate in una dimensione di ricordo e ri-scoperta del sé. E poi ancora, ci rivela il racconto del proprio sentire attraverso il corpo e lo sguardo di altre donne ritratte sotto una nuova pelle-veste: togliere figurativamente il primo strato di epidermide, per poter indossare il pigmento pittorico, quale simbolica espressione dell’autentica rivelazione di un’identità più profonda. Un fotografico racconto autobiografico che dialogherà con le fanciulle in bronzo di Laura Polli Fontana, a loro volta capaci di racchiudere emblematicamente l’intero emisfero femminile. Sculture raffinate di donne, definite da una sintesi formale, in cui quella linea ora curva ora spigolosa ora sinuosa riesca a contenere un tempo indefinito. L’artista anima le sue fanciulle, Lavinia, Eugenia, Anastasia, attraverso la scelta di significativi movimenti o pose, in cui queste donne dalla pelle vibrante si offrono allo sguardo dello spettatore”. (C.I.)