Il ‘900 guarda Piero della Francesca

Informazioni Evento

Luogo
PADIGLIONE DELLE FESTE
Via Marconi, 14/16 - 47011 , Castrocaro, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

Sabato e domenica 10:00 – 19:00 fino al 26 giugno 2016
Sabato e domenica 18:00 – 22:00 dal 2 luglio al 17 luglio 2016
Aperto i festivi
Dal lunedì al venerdì su appuntamento

Vernissage
12/03/2016

ore 17

Biglietti

5 euro

Artisti
Gino Severini, Giorgio Morandi, Giorgio de Chirico, Filippo De Pisis, Mario Sironi, Carlo Carrà, Piero della Francesca: un maestro tra pittura e geometria matematica
Curatori
Paola Babini
Generi
arte antica, arte contemporanea, collettiva

Piero della Francesca e il Novecento. A Castrocaro Terme una mostra sui grandi maestri del secolo scorso.

Comunicato stampa

Da Borra a De Chirico, da Morandi a Carrà, da De Pisis a Severini e Sironi, per citarne alcuni. Inaugura sabato 12 marzo, negli spazi del Padiglione delle Feste di Castrocaro Terme (FC) la mostra dal titolo “Il ‘900 guarda Piero della Francesca. disegno e colore nell’opera di grandi maestri”. Aperta fino al 17 luglio, la mostra s’inserisce nell’ambito delle collaterali alla grande esposizione su Piero della Francesca a Forlì.

Nella prestigiosa sede del Padiglione delle Feste delle Terme di Castrocaro, già di per sé un ricco esempio di Art Decò sulle colline di Forlì, inaugura sabato 12 marzo 2016 alle ore 17, una grande mostra che si propone di indagare la profonda suggestione esercitata dalla pittura di Piero della Francesca sull’arte italiana del Novecento.
La mostra, curata da Paola Babini, e promossa da Beatrice Sansavini, responsabile delle attività culturali del Padiglione delle Feste, rimane aperta fino al 17 luglio ed è realizzata grazie a Longlife Formula del Grand Hotel Terme di Castrocaro.

La mostra esplora l’impronta pierfrancescana, indelebile, sottile e intrigante, che ha nutrito le poetiche dei grandi artisti esposti, quali Borra, Carrà, Casorati, Crivelli, De Chirico, De Pisis, Funi, Garbari, Guidi, Morandi, Morelli, Rosai, Savinio, Severini e Sironi.

L’influenza di Piero della Francesca sull’arte italiana degli anni Venti e Trenta passò attraverso il filtro critico di Roberto Longhi, che nel 1927 dedicò una monografia al maestro aretino e che ancor prima – nel 1914 – scrisse un lungo articolo sul periodico “La Voce” interpretando l’importanza storica di Piero e i suoi aspetti formali. “Sintesi prospettica di forma e colore”.
Come rifrangendosi in un prisma che ne scompone la solare unità individuandone molteplici e perfino divergenti valenze, la grande lezione prospettica e formale di Piero della Francesca è recepita dalla cultura novecentesca, assetata di un “ritorno all’ordine”, in maniera non univoca, tanto da originare, o comunque stimolare, esperienze artistiche anche molto distanti tra loro, dall’astratto rigore formale e la norma geometrica, all’incanto di una pittura rarefatta e sospesa.
Disegni e pitture dei grandi protagonisti della cultura figurativa italiana del XX secolo filtrano l’universo pierfrancescano in una mostra che indaga colore, luce, spazio e geometria, presentando in un’unica sezione copie, studi, omaggi.

Il percorso della mostra inizia dall’opera Composizioni, di Pompeo Borra. Artista di grande consapevolezza, influenzato dal dibattito della rivista Valori Plastici, dove venivano affrontate questioni di forma e di eredità della stabilità eterna dell’arte, Borra si pone soprattutto fra De Chirico e Carrà, assumendo l’ironia del primo e la plasticità del chiaroscuro del secondo, e arrivando a scrivere un libro su Piero della Francesca, sua stella polare. L’esposizione prosegue con Giorgio De Chirico, il grande metafisico con nostalgia di classicità; con Gino Severini, avanguardista “pentito”; e poi ancora con Giorgio Morandi, del quale abbiamo un disegno del 1934, una Natura Morta d’ispirazione algidamente pierfrancescana. La Ragazza col mandolino (1923) di Felice Casorati ci introduce nelle atmosfere del Realismo magico, che trovò in Piero più che in ogni altro quattrocentista l’enigma di una pittura capace di congelare la realtà. In mostra anche alcuni paesaggi di Ottone Rosai, nei quali la sensazione fisica della luce si pone tra oggettività descrittiva e astrazione formale. Le atmosfere straniate di Virgilio Guidi sono dipinte con un colore soffuso che si stempera nella luce, un po’ Doganiere un po’ della Francesca. Un’evidente matrice futurista ed un fantastico equilibrio di ritmi spicca poi nell’opera Il cavallo, disegno a carboncino del 1914 di Mario Sironi. Si può parlare di una poesia malinconica e di uno spazio compositivo terribilmente ordinato per l’originale figura del meno noto Tullio Garbari, così come per i disegni del toscano d’adozione Renzo Crivelli. Infine, un’indagine comparativa del tessuto artistico locale porta in mostra opere e disegni di Enzo Morelli, pittore colto, nato a Bagnacavallo, in provincia di Ravenna, e cresciuto tra Milano e l’Umbria, il quale si è costruito cercando e ammirando la natura con gli occhi di Piero.

Il Grand Hotel delle Terme di Castrocaro offre, infatti, speciali week end con pacchetti dedicati al wellness e alla visita delle mostre dei Musei di San Domenico di Forlì e del Padiglione delle Feste.