Il Battistero Neoniano
Uno sguardo attraverso i disegni e i materiali della Soprintendenza di Ravenna.
Comunicato stampa
Il 15 ottobre al Museo Nazionale di Ravenna si inaugura la mostra IL BATTISTERO NEONIANO. Uno sguardo attraverso i disegni e i materiali della Soprintendenza di Ravenna.
I mosaici parietali che ornano le chiese e i battisteri tardoantichi della città, per quanto indagati, continuano a fornire nuove suggestioni e indizi sulla situazione politica e culturale oltre che sulla tecnica musiva fiorita fra il V e il VI secolo con esiti di assoluta eccellenza a Ravenna.
Il Battistero degli Ortodossi, detto Neoniano per il fondamentale rinnovamento promosso dal vescovo Neone (450-475 circa), costituisce un unicum nel panorama delle architetture tardo antiche nonostante le molteplici trasformazioni ne abbiano alterato nel tempo le proporzioni, compromettendo anche significativi brani della decorazione.
Il complesso e articolato programma iconografico è realizzato con diverse tecniche quali l'opus sectile, lo stucco e il mosaico che si fondono mirabilmente con lo spazio architettonico: la singolare decorazione gipsea e le superfici musive, palpitanti di rigoglioso naturalismo e caratterizzate da una ricchissima gamma cromatica, prefigurano lo splendore della rinascita eterna conseguita col sacramento del battesimo e trasportano in una dimensione profondamente suggestiva.
L'edificio, fortemente alterato nelle proporzioni originali perché interrato di circa tre metri per il noto fenomeno della subsidenza, ha subito nel corso dei secoli modificazioni quali chiusure, aperture, demolizioni della struttura muraria, occlusione delle finestre, sopraelevazioni del pavimento e abbattimento di aree absidali che hanno contribuito alla perdita della forma originaria, ritrovata e riproposta solo alla fine dell'Ottocento grazie a complesse e impegnative campagne di restauro.
I disegni e i materiali esposti costituiscono una eccezionale testimonianza degli studi intrapresi, delle progettazioni e dei lavori condotti fra la fine dell'Ottocento e gli anni trenta del Novecento, per rimediare al grave stato di abbandono dei monumenti "dell'età d'oro" ravennate, denunciato dai viaggiatori e da molti studiosi italiani e stranieri.
Disegni raffinatissimi, cartoni pittorici di brani musivi, studi e progettazioni e ancora taccuini di lavoro e materiali provenienti dal cantiere di restauro degli anni trenta accompagneranno il visitatore in un affascinante viaggio nel tempo.