Il canto delle sirene
Dopo la mostra Storie di pietra (2023), Villa Medici prosegue la sua esplorazione degli elementi e propone un viaggio intorno al tema dell’acqua attraverso le opere di circa 30 artisti contemporanei di livello internazionale, tra cui 10 di queste creazioni sono concepite espressamente per l’occasione.
Comunicato stampa
Sulla terra e nell’atmosfera, al tempo stesso elemento e risorsa, l’acqua ci costituisce e travalica il mondo. Con le sue infinite forme, pioggia, mare, goccia, rugiada, ruscello, nuvola, nebbia e lacrime, è la sorgente essenziale di ogni vita. Deviata, sfruttata e inquinata, l’acqua è ormai divenuta elemento fondamentale dell’attuale crisi ecologica. Ma se da un lato è fatta oggetto di conquista, dall’altro gli abissi sono ancora oggi più misteriosi della Luna, territori agognati, abitati da mostri immaginari.
La mostra segue il ciclo dell’acqua, dalle civiltà sommerse alle pratiche rituali passando per le acque torbide delle rotte commerciali. La figura ibrida della sirena, a volte malefica e a volte protettiva, metà donna, metà animale, svolge il ruolo di guida per navigare tra questi mondi, dalle profondità alla superficie. La sua ambivalenza risuona con quella dell’acqua, spazio di metamorfosi tra acque di giovinezza e acque funeste.
La mostra invita a esplorare i diversi stati dell’acqua visti attraverso lo sguardo degli artisti, dalla sua rappresentazione alle sue implicazioni politiche, da bene trasformato in risorsa a ricerca metaforica della sua sorgente. L’immersione in questo mondo liquido apre un universo di contraddizioni in un’epoca in cui i racconti delle origini dell’acqua si mescolano a quelli che paventano scenari futuri, dove l’acqua rappresenta una minaccia per le sue inondazioni o per la sua totale scarsità, e il livello dei mari si innalza mentre i fiumi si prosciugano.
“Le sirene fanno parte della nostra storia femminista, e perdere di vista questo fatto ci porta a considerarle senza correlarle al genere, alla specie, alla razza, all’umanità, (…) Le sirene ci costringono a prestare attenzione alla questione del divenire, alla questione della vita in fili d’acqua che rendono il mondo permeabile e connesso, al di fuori di qualsiasi fantasia di purificazione totale. Questo non dovrebbe servire come modello ma come direzione politica, artistica, accademica e, soprattutto, etica: il divenire-sirene è intimamente legato al nostro futuro e alla reinvenzione del soggetto in un’epoca di ecologie tragiche”.
Myriam Bahaffou