Il canto e la legge
La mostra, a cura di Franco Cipriano, espone aspetti dell’arte astratta a Napoli e in Campania, tra le polarità di tonalità liriche e campi geometrici.
Comunicato stampa
Il canto e la legge
Luce e misura della pittura astratta
Renato Barisani, Enrico Cajati, Gianni De Tora, Carmine Di Ruggiero, Nunzio Figliolini, Iperartista, Vincenzo Frattini, Mario Lanzione, Guglielmo Longobardo, Salvatore Manzi, Angelomichele Risi, Domenico Spinosa, ErnestoTerlizzi,
La mostra, a cura di Franco Cipriano, espone aspetti dell’arte astratta a Napoli e in Campania, tra le polarità di tonalità liriche e campi geometrici. Articolata da esperienze del linguaggio visivo in singolari quanto cruciali percorsi operativi, si propone una traccia espositiva che vuole aprire riflessioni e domande invece di proporre definizioni e percorsi storico-evolutivi. L'intento critico è sottrarre la “linea astratta” alla delimitazione cronologica per sostenerne il senso di prima matrice del gesto dell’arte. Pensare colore e forma come condizioni del visibile, nelle flessioni di segno, di materia e di superficie eccedenti ogni rappresentazione.
In un incrocio generazionale - che si presenta con Barisani, Spinosa, De Tora, Cajati, Di Ruggiero. Longobardo, Risi, Lanzione, Terlizzi, Iperartista, Figliolini, Frattini e Manzi - si attraversano le differenze dei linguaggi ‘astratti’ nella prismatica dimensione della contemporaneità. Estraneo a ordinamenti stilistici, tessuto in risonanze e renovatio della ricerca, si delinea il filo rosso della tensione tra espressione e costruzione, in accenti ora informali ora strutturali. “La pluralità dell'operare manifesta nelle diramazioni di ‘pensiero visivo’ percorsi che si avvicinano e si allontanano, in un teso gioco di armonie, conflitti e dialoghi, dove astratto è anche lo sguardo che interroga se stesso in quanto interrogato dall’alterità delle opere”, scrive Franco Cipriano nel catalogo e indica peraltro che “in un circolo di opposizioni e consonanze, l'ambivalenza di linguaggio, che percorre il corpo esposto delle opere, è sospesa in risonanze di canto e legge, tra luce e misura. Pur nelle differenze di visione, si aprono varchi verso il senso possibile dell'opera, più che delinearsi schemi concilianti di codici regolativi o l’abbandono alle retoriche consolatorie dell’emozione. Tra moti lirici e trame analitiche, fino a concettuali spostamenti dissimulativi, in un incontro contrastante delle opere, in oblique rivelazioni dell’origine medesima della pittura “senza immagini”, il pensiero visivo lavora su se stesso”.
Collaborano alla mostra Carlo Mosca, Raffaella Barbato e Luisa d’Auria.
Coordinamento di Felicio Izzo