Il Corpo Invisibile

Informazioni Evento

Luogo
ERA AURORA
Lungo Dora Napoli, 6 , Torino, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

tutti i giorni 15 – 17 o su appuntamento

Vernissage
13/12/2017

ore 19

Curatori
Ivan Fassio
Generi
fotografia, arte contemporanea, collettiva

Mostra collettiva Il Corpo Invisibile

Comunicato stampa

È una simmetria che frana la distanza tra evidenza e atto. Dove nasce piano la memoria, già si apre, percettibile, la voragine dello scompenso. Il porto delle nebbie, a cui approda claudicante una coscienza. Qui tremano gli affetti, e la sete di conoscenza si mischia pericolosamente all'emozione, al sentimento, alla voglia di possesso. Siamo in vena. Colmiamo il vaso: esso non transita da fasi, ma giace impassibile alla prima meraviglia d'ogni avvento.

Ad un piano superiore, se ci affacciamo al concetto, scopriamo tutto il potere invisibile della vista. Quel palco di struttura che consente apprendimento, imitazione, idea. Neutro vettore, pista, di cui è quasi incerta la sorgente-occhio: fuoco, baricentro, più e prima ancora che bolo, accumulo, cesto da raccolta. Quando gemma il sale del simbolico, tante lacrime hanno versato e asciugato tutta l'acqua. Allora, mano a mano che saliamo balaustre d'intuizione, anche il verbo trova noce radicale nel ricordo di ogni gesto, poli-visivo esito che centra il proprio specchio nello sbattere di palpebre. Consapevolezza per ritrarsi del suo mezzo. Pellicola, rotolo per tesi ed arsi, dattilo-scrittura interna, stampa riservata su supporto esclusivo, intimo. E pensare, pensare ad essere incorporei, inavvertibili: saremmo re, conquistatori, dèi: un indice puntato all'immortalità.

Il Corpo Invisibile è una frizione di medesime polarità, le stesse facce di due diverse monete di scambio.

Riccardo Cecchetti elude la fisionomia, indovinando le ragioni delle forze, delle pause, degli attriti. Se la modella sospira, sarà l'artista a definire l'espressione di un palpito o di un fremito, a rintracciarne la quantità e la direzione. Se la passerella accoglie la bellezza, l'identica intenzione scolpirà la tensione dei polpacci, l'equilibrio dei tacchi, la sinuosità del canone. Estetica rappresenta il lasso da cui la visione lascia il passo ad un amalgama di oscillazioni sensoriali. Eliminando zone dall'immagine, laghi di riconoscibilità, l'illustratore abdica, a chi osserva e scruta, la potenza del comporre: tutta la mancanza che ci resta, sapiente interiorità.

Isabella Indiesigh eccede volutamente in aura. Il luogo che accoglie, territorio poroso ardente, si carica di soluzioni cromatiche di là da perfette definizioni. Fuori dal colore, il calore proietta gli spettri: caldi e freddi si sperdono e spengono lentamente in reminiscenze. Fiamme, precedentemente, avevano forgiato i calchi della presenza che ospiteranno le impressioni. Come in una fiaba, o in qualche mito, il corpo si affida alla trasformazione, transustanzia. La fotografia – pittorica, in questo caso, e narrativa – ne documenta uno stadio, un momento, un gradino. La figura sale ed accede al proprio altare, dove si permea e si mostra, tentando lo splendore.

Ivan Fassio